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Sulle spalle dei giganti

Creato il 06 gennaio 2015 da Trame In Divenire @trameindivenire
Sulle spalle dei giganti

Diceva Bernardo di Chartres che noi siamo come nani sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.

Giovanni di Salisbury

C'è un politicante delle mie parti, uno che a forza di trafficare in chiacchiere, profondersi in buoni propositi ma soprattutto garantire interessi a vari signorotti e lobby attigue, è arrivato in "regione" e aspira a vette sempre più alte. Un giovane democristiano vecchio-dentro che nella sua egocentrica giaculatoria per incantare le bisce del paese, ci mette come il prezzemolo sulla minestra ad ogni piè sospinto la storia del salire sulle spalle dei giganti. Come se lui fosse tra coloro assurti alle remote vette della saggezza e dopo tanta fatica. I giganti sarebbero quelli che gli servono volta per volta, assoggettando la saggezza alle necessità del suo egocentrismo nella scalata al potere intriso di vanità e autoreferenzialità. Insomma, un nano che si crede gigante.

Salire sulle spalle dei giganti, per chi abbia tentato quest'avventura, costa tanta fatica, così tanta che ci si consuma nella carne e nelle ossa. Tanto alte e ardue sono quelle vette. Il tutto giusto per il guadagno dello spirito, non certo quello delle tasche. Salire sulle spalle dei giganti, significa scalare le repentine e vertiginose vette della saggezza, lì dove l'ego perisce per lasciar spazio alla purezza dello spirito. Tocca essere ben armati di strumenti per la salita, oltre che di forza di volontà, coraggio, una fede incrollabile e infinito amore per la conoscenza. E' un po' come essere l'alpinista che scala le vette della montagna, il quale nonostante l'esperienza e gli attrezzi per la salita, mani e ginocchia raccontano l'inevitabile storia della carne viva, aperta, a vista sulle ossa, sanguinante.

Salire sulle spalle dei giganti è una pratica che non ammette zavorre di nessun genere, né materiali, né eruditive. Ché entrambe sono ben lungi dalla conoscenza che si conquista sulle alte vette, anche a costo della vita. La conoscenza che si conquista raggiungendo le spalle dei giganti infatti, riguarda l'essenza della vita, che non ha peso, non occupa spazio, non invecchia, né mai è stata giovane. E' da sempre, e poco o nulla ha a che fare con la vanità umana, compresa quella dei politicanti nell'ascesa al potere. Dacché, l'unico potere riconosciuto dai saggi giganti, è il potere che si acquisisce dalla conoscenza di sé su sé stessi, e che affiora dalla morte dell'ego.


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