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Svastica verde

Creato il 25 marzo 2011 da Speradisole

Svastica verde, il lato oscuro del  “va pensiero” leghista

SVASTICA VERDE ”Svastica verde, il lato oscuro del va pensiero leghista” è un saggio che i difensori dei diritti umani del Gruppo EveryOne portano a esempio, quando trasferiscono ai giovani i valori della democrazia, per far comprendere loro come sia facile che un partito a contatto con le masse possa mettere radici in uno stato civile e affermarsi anche quando le ideologie che propugna sono intolleranti, totalitarie, antidemocratiche.

Il Partito Fascista e il Partito dei lavoratori Tedeschi (che si trasformerà nel Partito Nazionalsocialista) ne sono esempi e fa specie che vi siano anche oggi uomini politici che fanno parte del centrosinistra democratico, ma che corteggiano il partito della “Svastica verde”, considerandolo addirittura – in senso politico - come carne della propria carne. 

“La Lega Nord c’entra moltissimo con la sinistra, non è una bestemmia. Tra la Lega e la sinistra c’è forte contiguità sociale. Il maggior partito operaio del Nord è la Lega, piaccia o non piaccia. È una nostra costola, è stato il sintomo più evidente e robusto della crisi del nostro sistema politico e si esprime attraverso un anti-statalismo democratico e anche antifascista che non ha nulla a vedere con un blocco organico di destra”. Massimo D’Alema

“Impegno me e il mio partito a portare avanti il processo federalista dialogando con la Lega. (…) Pur con posizioni diverse e anche alternative, ci sono due vere forze autonomiste nel nostro Paese: il Pd e la Lega. (…) So che la Lega non è razzista“. Pier Luigi Bersani

E’ uscito da diverse settimane in libreria il saggio “Svastica Verde – il lato oscuro del va pensiero leghista” di Walter Peruzzi e Gianluca Paciucci, pubblicato da Editori Riuniti.

Il libro è un impressionante raccolta di dichiarazioni pubbliche, documenti politici, proposte di legge e ordinanze di sindaci tutti targati Lega Nord.

Ne emerge il quadro inquietante di un partito politico dichiaratamente eversivo (il suo statuto afferma che lo scopo della Lega Nord è l’indipendenza della cosiddetta Padania, come stato sovrano riconosciuto a livello internazionale), xenofobo, razzista e omofobo, ma anche pieno di affaristi senza scrupoli e di cacciatori di poltrone tanto spregiudicati da far apparire, al confronto, Clemente Mastella un dilettante.

Il pregio maggiore di questo libro è che a parlare sono i leghisti. E’ dalla loro viva voce e da documenti approvati in pubblici congressi che emerge, con luminosa evidenza, qual è lo scopo finale della Lega Nord: distruggere la Repubblica Italiana e fondare, nelle regioni del Nord Italia uno stato totalitario e razzista.
E così possiamo rileggere, l’una dietro l’altra, le deliranti dichiarazioni di Bossi che invita a usare il Tricolore come carta igienica, parla in più occasioni di usare le armi contro Roma e contro il Sud o dei suoi sodali che predicano la settentrionalizzazione della scuola attraverso esami di dialetto, o prevedono che per fare il vigile urbano in Veneto sia obbligatorio conoscere il vernacolo.

Fino alle spregevoli dichiarazioni razziste di esponenti di primo piano di questo movimento: “L’immigrato non è mio fratello, ha un colore della pelle diverso. Peccato che il forno crematorio del cimitero di S. Bona per loro non sia ancora pronto” (Piergiorgio Stiffoni), “Un paese civile non può fare votare dei bingo bongo che fino a qualche anno fa stavano ancora sugli alberi” (Roberto Calderoli), “Pensate se ai nostri nonni avessero raccontato che noi ci facciamo togliere i canti natalizi da una banda di cornuti islamici di merda” (Mario Borghezio), “Non voglio Casbe nel mio territorio. Non permetterò a nessuno di annacquare la razza Piave” (Giancarlo Gentilini).

Di particolare interesse la postfazione di Annamaria Rivera, docente di Etnologia e di Antropologia Sociale all’Università di Bari, che evidenzia le macroscopiche similitudini tra l’ideologia della Lega e il nazismo.

La Rivera cita gli scritti di Federico Prati e Silvano Lorenzoni, i cui interventi sono spesso ospitati sul sito  www.giovanipadani.leganord.org  o, nel caso di Prati, anche sul quotidiano “La Padania”.

Si tratta di due militanti politici di estrema destra che non fanno alcun mistero delle loro idee nazionalsocialiste. Prati in un delirante scritto che sembra un riassunto del “Mein Kampf” di Adolf Hitler si definisce etnonazionalista, predica l’esistenza di razze umane diverse e rispolvera la teoria nazista dl “pensiero volkisch”, secondo cui i gruppi umani si caratterizzerebbero per un particolare legame di sangue e suolo che li renderebbe geneticamente diversi gli uni dagli altri.

Per chi predica teorie di questo genere in Germania e Austria è prevista la prigione. Da noi, invece, dichiarati razzisti siedono in Parlamento e nel governo.

Gli autori evidenziano, giustamente, il grave errore di sottovalutazione del fenomeno leghista commesso da molti esponenti di sinistra che, ancor oggi, si ostinano a vedere in queste manifestazioni di odio etnico solo del folklore senza importanza oppure sottolineano la natura popolare, radicata sul territorio e interclassista della Lega, che ne farebbe qualcosa di diverso dai movimenti xenofobi di estrema destra.

Annamaria Rivera fa notare come queste caratteristiche fossero ampiamente presenti anche nel nazismo tedesco e non siano affatto garanzia di democraticità o moderazione della Lega.

E’ nostra ferma convinzione che la Lega Nord debba essere combattuta e ostacolata nei suoi disegni eversivi sempre e comunque e che nei confronti di questo partito non siano accettabili compromessi o ammiccamenti di sorta.

(Massimiliano Cavallo)



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