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Synecdoche, New York

Creato il 19 giugno 2014 da Drkino

by Mattia Gariglio · 18 giugno 2014

Dal 19 giugno in sala, un film complicato e stratificato, ignorato dalle distribuzioni italiane per ben sei anni…

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Le avventure di Caden Cotard , regista teatrale frustrato, afflitto da una misteriosa malattia e ossessionato dal timore della morte. Lasciato dalla moglie partita alla volta di Berlino con la figlia, Caden tenterà una breve relazione con una donna, prima che la sua vita inizi misteriosamente a trasformarsi.
Sei anni dopo essere stato presentato a Cannes arriva finalmente in Italia, distribuito da Bim, l’esordio alla regia di Charlie Kaufman, sceneggiatore di Essere John Malkovich e di Se mi lasci ti cancello. Difficile comprendere perché si sia atteso tanto e perché una casa di distribuzione importante come la Bim sembri essersi accorta dell’esistenza di Synecdoche, New York solo ora. Probabilmente la spiegazione và cercata nella recente morte del suo protagonista, Philip Seymour Hoffman. Sicuramente quella di Kaufman non è una pellicola che si digerisce facilmente. Dietro una trama apparentemente semplice si nasconde una stratificazione di messaggi che rende l’opera difficile da comprendere a una prima visione. Svincolato da qualsiasi paletto, finalmente libero di scrivere un film per se stesso, Kaufman, che ha sempre dimostrato una spiccata originalità nel sviluppare le proprie trame, dà sfogo all’immaginazione regalandoci Synecdoche, New York.
Nell’approcciarsi alla pellicola è necessario comprende il significato di un vocabolo, sineddoche, che dà sì il titolo alla pellicola ma rappresenta allo stesso tempo l’essenza del film. La sineddoche è una figura retorica che consiste nel nell’esprimere un’idea usando una parola di significato più ampio o meno ampio di quella propria, come quando si nomina la parte per il tutto (il grande schermo per il cinema) o il genere per la
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specie (I mortali per gli uomini). L’intero sviluppo della trama si basa proprio su questo concetto. Synecdoche, New York racconta la vita, la morte, le delusioni che costellano la nostra vita, il dolore e la gioia effimera, la solitudine e il mal d’amore. Racconta tutto e il niente. Gioca costantemente con i ruoli e chi li interpreta, facendo spesso ricorso a delle metafore, vedi la casa che brucia, che difficilmente possono essere colte vedendole la prima volta. Bisogna però mettere in conto la possibilità di non comprenderle mai fino in fondo, ma fa parte del gioco. Aiutato da una fotografia eccezionale, che si avvale ancora della pellicola (era il 2008) in grado di reggere i giochi di luce e le sottoesposizioni, il film chiede alle immagini di arrivare dove in prima battuta la storia non riesce . Synecdoche, New York usa immagini di forte impatto visivo per far sedimentare nello spettatore una sensazione di malinconia che lo accompagna per tutta la durata del film fino all’uscita dalla sala.
Ipnotizzante e, a tratti, disturbante la pellicola probabilmente avrà pochissima fortuna in Italia, sicuramente non aiutata dall’uscita in sala a giugno.

OTTIMO ENERGIZZANTE PER LA MENTE, RISCHIA DI CAUSARE FORTI EMICRANIE.

Regia: Charlie Kaufman – Cast: Philip Seymour Hoffman,Michelle Willimas, Samantha Morton, Emily Watson – USA – 2008 – Durata: 124′

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