Il 25 marzo di quest’anno, all’età di sessantotto anni, dopo una lunga lotta contro il cancro, si spegneva a Lisbona uno dei nostri maggiori scrittori, Antonio Tabucchi.
Pisano di nascita, agli inizi degli anni ‘60 rimase folgorato dalla “Saudade” lusitana attraverso la lettura di Fernando Pessoa, il più grande poeta portoghese dopo Camões. Un autore indecifrabile, dalla personalità frammentata, immerso in un humus intriso di esoterismo visionario, al cui nome…anzi ai cui “eteronimi” Tabucchi rimarrà da allora intimamente legato. E altrettanto stretto sarà il suo rapporto con Lisbona, sua città d’adozione, ricca a sua volta di un fascino misterioso e di quell’atmosfera magica e densa di suggestioni mitologiche, storiche, letterarie, religiose ed esoteriche che la fa rivaleggiare con Praga.
Non possiamo pensare a Tabucchi, insomma, senza avere presenti Pessoa e Lisbona e ciò crea non pochi problemi nell’interpretazione di un autore che si propone come laico, di grande passione civile, così vicino al cuore di quell’intellighenzia di sinistra che oggi lo piange come una sua figura altamente rappresentativa.
Pessoa, oltre ai suoi risvolti magico esoterici, fu uomo di destra, assai vicino ad António Ferro, il Goebbels portoghese, che fu ministro della propaganda di Salazar, il dittatore contro il quale si batte il protagonista del celeberrimo romanzo di Tabucchi “Sostiene Pereira”.
Occultismo e cultura di destra, che spesso si sono fusi nelle ideologie più aberranti e nefaste del secolo passato e parrebbero culturalmente e antropologicamente incompatibili con un uomo e un autore come Tabucchi. Una incompatibilità sottaciuta dalla critica di sinistra e minimizzata dallo stesso Tabucchi, che di Pessoa enfatizza gli aspetti che a lui sono più congeniali e nei quali tende a identificarsi, nel gioco caleidoscopico e spesso indecifrabile di quella personalità multiforme, che per il poeta portoghese rappresenta una realtà esistenziale sul filo della follia e per il nostro un semplice artificio letterario.
Ma a rendere ancora più problematico, anzi chiaramente incompatibile il sodalizio spirituale tra i due, contribuiscono la dichiarata appartenenza di Pessoa a un ordine neo templare, nella sua versione portoghese densa di contenuti messianici e imperialistici e il suo torbido rapporto col satanista inglese Aleister Crowley, di chiare simpatie naziste.
I due, dopo aver intrattenuto un rapporto epistolare, si incontrarono a Lisbona subito dopo la presa del potere da parte di Hitler e, come conferma una lettera dello stesso Pessoa, egli lo avrebbe aiutato a mettere in scena un falso suicidio, per consentirgli di recarsi anonimamente in Germania per mettere al servizio del dittatore le sue presunte arti magiche.
Una contraddizione forse irriducibile, ma della quale la critica dovrebbe occuparsi, alla ricerca di quei nessi reconditi, di quelle affinità inconfessate e inconfessabili che potrebbero almeno avvicinarci alla comprensione di un così misterioso sodalizio spirituale.
Federico Bernardini
Immagine: Fernando Pessoa, 1914, fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:216_2310-Fernando-Pessoa.jpg