Salute, istruzione, giustizia, sicurezza, stato sociale... nonostante tutte le manovre finanziarie lacrime e sangue, nonostante i miliardi dell'Imu, nonostante il blocco dei contratti, nonostante le accise sulla benzina, nonostante il caro bolletta e così via tassando e tartassando, i soldi non ci sono mai per la cittadinanza e quindi, bisogna tagliare! E così dopo le province dovrebbe toccare pure alle prefetture e alle questure del Belpaese assaggiare la forbice della spending review. Saranno infatti tagliate prefetture e questure in 18 delle 35 città che non saranno più capoluogo di provincia secondo la nuova riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio prevista dalla spending review. Il Regolamento dovrebbe essere approvato in questi giorni dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento preparato dal Ministro dell’Interno contiene 14 articoli che ridisegnano la presenza statale nella penisola con tagli e accorpamenti di strutture. Prevista una riduzione di almeno il 20% della spesa attualmente sostenuta. Il risparmio interviene soprattutto dove c’é una cancellazione di prefettura e questura. Il taglio netto riguarderà 18 delle 35 province che spariranno: qui il presidio di sicurezza si limiterà probabilmente ad un commissariato. Nelle altre 17 rimarranno la figura del prefetto e del questore nell’ambito di un “Ufficio presidiario di pubblica sicurezza”. Queste figure verranno mantenute, si legge nella relazione che accompagna la bozza di Regolamento, in territori “particolarmente vulnerabili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, del soccorso pubblico e della coesione sociale. Solo 18 sedi minori - sottolinea Cancellieri - rimarranno 'scoperte': nelle altre province rimarranno presidi con un prefetto e un questore, come peraltro avveniva 5-6 anni fa, perché parliamo di alcune sedi che sono di nuovissima istituzione. I livelli di sicurezza non verranno toccati e non ci saranno assolutamente trasposizioni di personale da un posto all’altro. Ho l’impressione - prosegue - che non si comprenda la delicatezza del momento: noi abbiamo un obiettivo, garantire la sicurezza della popolazione, e su questo non possiamo arretrare di un millimetro. Nello stesso tempo dobbiamo razionalizzare le spese perché non ci sono risorse”. Ma, nonostante le rassicurazione del Ministro, poliziotti e prefetti continuano però a non vedere di buon occhio il Regolamento.
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Salute, istruzione, giustizia, sicurezza, stato sociale... nonostante tutte le manovre finanziarie lacrime e sangue, nonostante i miliardi dell'Imu, nonostante il blocco dei contratti, nonostante le accise sulla benzina, nonostante il caro bolletta e così via tassando e tartassando, i soldi non ci sono mai per la cittadinanza e quindi, bisogna tagliare! E così dopo le province dovrebbe toccare pure alle prefetture e alle questure del Belpaese assaggiare la forbice della spending review. Saranno infatti tagliate prefetture e questure in 18 delle 35 città che non saranno più capoluogo di provincia secondo la nuova riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio prevista dalla spending review. Il Regolamento dovrebbe essere approvato in questi giorni dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento preparato dal Ministro dell’Interno contiene 14 articoli che ridisegnano la presenza statale nella penisola con tagli e accorpamenti di strutture. Prevista una riduzione di almeno il 20% della spesa attualmente sostenuta. Il risparmio interviene soprattutto dove c’é una cancellazione di prefettura e questura. Il taglio netto riguarderà 18 delle 35 province che spariranno: qui il presidio di sicurezza si limiterà probabilmente ad un commissariato. Nelle altre 17 rimarranno la figura del prefetto e del questore nell’ambito di un “Ufficio presidiario di pubblica sicurezza”. Queste figure verranno mantenute, si legge nella relazione che accompagna la bozza di Regolamento, in territori “particolarmente vulnerabili sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica, del soccorso pubblico e della coesione sociale. Solo 18 sedi minori - sottolinea Cancellieri - rimarranno 'scoperte': nelle altre province rimarranno presidi con un prefetto e un questore, come peraltro avveniva 5-6 anni fa, perché parliamo di alcune sedi che sono di nuovissima istituzione. I livelli di sicurezza non verranno toccati e non ci saranno assolutamente trasposizioni di personale da un posto all’altro. Ho l’impressione - prosegue - che non si comprenda la delicatezza del momento: noi abbiamo un obiettivo, garantire la sicurezza della popolazione, e su questo non possiamo arretrare di un millimetro. Nello stesso tempo dobbiamo razionalizzare le spese perché non ci sono risorse”. Ma, nonostante le rassicurazione del Ministro, poliziotti e prefetti continuano però a non vedere di buon occhio il Regolamento.
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