Magazine Cucina
Driving lesson number one: open your car. Come scrivevo qui, di recente ho rottamato il vecchio e fedele Catorcino e acquistato una nuova auto usata (è quasi un ossimoro! ^_^).Il Catorcino aveva la chiusura centralizzata (fino a quando non ho dovuto farla disabilitare per i problemi che mi dava con pioggia e nebbia), ma non aveva certo il telecomando a distanza. Non che la cosa mi abbia mai turbata più di tanto, ma a volte quando arrivata al parcheggio dell'iper con un carrello pieno di spesa non mi ricordavo più dove lo avevo messo, mi è capitato di pensare che un telecomando mi sarebbe stato utile.La mia nuova auto usata il telecomando ce l'ha, anzi ha due pulsanti: uno per aprire e chiudere l'auto, l'altro per l'allarme. Fico, no? Il venditore mi ha mostrato i due pulsanti e abbiamo fatto due prove insieme, poi ognuno è andato per la sua strada. Tappa n. 1, l'ACI per il passaggio di proprietà. Parcheggio l'auto, scendo e con nonchalance pigio il bottoncino. Immediatamente l'auto ha cominciato a suonare, rompendo la quiete pomeridiana. Mi affretto a ripremere il tastino e poi pigio il secondo. Fiùùùù!Entro all'ACI, sbrigo la pratica ed esco. Questa volta ci faccio attenzione: osservo attentamente i due tastini e ne premo uno. Allarme attivato in tutto il suo fragore. Lo disattivo mentre una vecchietta si affaccia al balcone, salgo sull'auto e parto.Tappa n. 2, il supermercato. A questo punto comincio ad avere l'ansia del pulsante. Li studio attentamente, valuto ogni probabilità, mi dico che 10 minuti prima avevo premuto questo e quindi adesso devo premere l'altro, premo con trepidazione e l'auto strombazza all'impazzata. Qualcuno si stupisce se da quel momento ho deciso di usare la chiave e di lasciar perdere i pulsantini? Ma di una cosa non ho alcun dubbio: se un giorno dovesse partirmi l'allarme in un luogo pubblico e io cercassi di disattivarlo, di sicuro aprirei l'auto. Dopo tutto l'importante è riuscire a salirci sopra, no?
TAGLIATELLE ALL’ARANCIA CON RAGU’ BIANCO DI ANATRA
Per le tagliatelle:230 g farina 02 uovaSucco d’arancia appena spremuto q.b.Scorza di un’arancia (non trattata) grattugiata
Per il ragù bianco di anatra (da: Ada Boni – Il talismano della felicità – Editore Colombo): ½ anatra giovane500 ml brodo di pollo½ bicchiere vino bianco secco½ cipolla1 carota1 gambo di sedano1 foglia di salvia1 foglia d’alloroSucco di ½ aranciaOlio extravergine di olivaSale Pepe
Preparare le tagliatelle: setacciare un paio di volte la farina e disporla a fontana, sgusciarci dentro le uova e qualche goccia di succo d’arancia. Grattugiare la scorza di arancia ben lavata, poi battere le uova con la forchetta e quando il nodo dell’albume si sarà allentato cominciare a incorporare la farina. Continuare a impastare a mano fino ad ottenere un impasto liscio e setoso aggiungendo ancora succo di arancia se necessario, poi avvolgerlo in pellicola e farlo riposare almeno mezz’ora. Trascorso questo tempo tirare la sfoglia abbastanza sottile, farla asciugare, poi arrotolarla e tagliare le tagliatelle che, ricordiamolo, devono avere uno spessore di 7-8 mm. Disporre le tagliatelle a nidi e farle asciugare.
Preparare il ragù d’anatra*: tagliare l’anatra eviscerata e lavata in pezzi regolari. Tritare cipolla, carota e sedano e preparare un soffritto nel tegame di coccio, come spiegato qui. Aggiungere la foglia di salvia tritata e la foglia di alloro, mescolare e far rosolare uniformemente i pezzi di anatra precedentemente spellati (la pelle è molto grassa e non darebbe né carattere, né corpo al ragù). Bagnare a questo punto con il vino e, dopo che questo sarà evaporato, aggiungere il brodo caldo. Regolare di sale, abbassare la fiamma, coprire il tegame e cuocere per circa un’ora e mezza, aggiungendo altro brodo caldo se necessario. A cottura ultimata togliere la carne e sfilacciarla con le dita; sgrassare il fondo di cottura, aggiungervi il succo di mezza arancia, insaporirlo con una macinata di pepe e unirvi i pezzetti di anatra. Rimettere sul fuoco finché il sugo non si restringe di nuovo.
Lessare le tagliatelle in abbondante acqua salata e scolarle al dente.Condire con il sugo caldo e servire.
* La ricetta originale prevedeva un ragù rosso; io ho preferito omettere la passata di pomodoro, per esaltare l'aroma di arancia delle tagliatelle. Per dare un po' di acidità al ragù e sgrassarlo un po' però, ci ho aggiunto il succo di arancia. Questa è la mia terza proposta per l'MTC di gennaio.
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