La BCE taglia i tassi di riferimento allo 0,75% dal precedente 1%. Nonostante il taglio tassi, le borse virano in negativo e gli spread aumentano.

Nonostante il taglio tassi deciso oggi dal consiglio direttivo della BCE (Banca Centrale Europea), presieduto dal governatore Mario Draghi, le borse europee non hanno reagito affatto bene, con Piazza Affari che sprofonda di oltre il 2%. E’ probabile che l’inattesa virata negativa debba essere messa in relazione alle parole dello stesso Draghi, che ha parlato di “ripresa graduale”, su cui peserà molto l’attuale livello di disoccupazione. In più, il governatore ha giustificato il taglio dei tasso di riferimento con il calo previsto già nel corso di quest’anno dell’inflazione, che dovrebbe scendere sotto il 2% nel 2013.
Dunque, dopo la decisione di oggi del taglio tassi, il tasso di riferimento scende al
minimo assoluto mai raggiunto in era euro, passando dall’1% allo 0,75%. Annullati i tassi sui depositi delle banche presso gli sportelli BCE, che passano dallo 0,25% allo 0%.
Martedì, i depositi delle banche si erano attestati ai livelli massimi degli ultimi due mesi, indice che tra gli istituti non vi è quel ritorno alla fiducia sperato.
Ma quale sarà l’effetto del taglio tassi appena annunciato? Certamente, esso va incontro alle famiglie che hanno in corso il pagamento di un mutuo a tasso variabile, con effetti più marcatamente positivi per coloro che si trovano ancora nella fase iniziale del rimborso. Più in generale, la misura dovrebbe incoraggiare i consumi, stimolando la massa monetaria in circolazione.
Tuttavia, che l’ultimo vertice dell’Eurogruppo non sia stato la panacea di tutti i mali lo dimostra l’andamento dell’asta dei Bonos spagnoli, il cui rendimento per la scadenza decennale è salito dal 6,044% del 7 giugno scorso al 6,43%. Per i titoli a cinque anni, il rendimento è cresciuto al 5,53% dal precedente 5,35%. Magra consolazione solo per i triennali, con rendimento in discesa dal 5,457% al 5,086%.
E non è un caso che ne abbiano risentito negativamente anche gli spread, con il differenziale di rendimento tra BTp e Bund sul decennale che sale a oltre 440 punti base, con i nostri titoli a rendere ormai intorno al 5,9%. Peggio i Bonos, il cui differenziale a 10 anni si attesta intorno ai 510 punti base, con rendimenti oltre il 6,6%. Naturale lo scivolamento dell’euro sotto 1,24 contro il dollaro USA.
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