Benessere: a piedi nudi nel bosco
Ho avuto il piacere di passare qualche giorno in Val di Non. Forse l’avrete già visto sui social se mi seguite e se ancora non lo fate affrettatevi, così non rischiate di perder perle di saggezza e immagini del tutto originali di come osservo il mondo. [Sono autoironica, non ho un ego così spropositato
!].Grazie a un (bel) regalo di Natale prenotato con sei mesi di ritardo, io e Mr.Ollister ci siamo goduti una tre giorni meravigliosa. Tutta “colpa” del Pineta Hotels di Coredo (Tn) e della famiglia Sicher che ci ha accolto e coccolato come prima nessuno mai in una struttura ricettiva italiana. Per orientarvi tra i vari gradi di parenetela non vi resta che consultare il loro albero genealogico (sono tantissimi, sono bravissimi!).
Ve ne avevo già parlato in occasione di TrentinRiviera per l’ottima impressione avuta assaggiando i piatti dello chef Mattia Sicher, poi sono rimasta in contatto con loro sui social dove il Pineta è a dir poco attivissimo grazie a Nicola, che un giorno mi spiegherà quante ore dorme per notte, vista la sua onnipresenza in albergo e in rete. E alla fine ho dovuto provare di persona. Tornando a casa con il peggior hangover da vacanza mai provato in vita mia.
Da dove comincio? Paesaggio incantevole e meleti a perdita d’occhio, albergo diffuso, centro benessere curatissimo, offerta di attività all’aria aperta differenziate in caso di pioggia (tra cui corsi di cucina), una formula ¾ di pensione (colazione, pranzo e merenda a buffet, cena servita) che mi ha fatto gongolare di piacere in ogni momento della giornata. In cucina Bruno e Mattia tutte le sere propongono tre menu diversi da cui attingere liberamente a seconda dei propri desideri. In sala Andeas con carta dei vini e delle birre artigianali.
Vi parlo di loro con tanto trasporto perché credo che questo albergo tre stelle (con servizi di categoria ben più alta) sia un modello che turismo italiano deve seguire per diventare davvero competitivo e al passo con i tempi.
Non solo hashtag disseminati in ogni angolo, ma copertura wi-fi completa, capacità di venire incontro a ogni esigenza del cliente in ogni momento con tanta, tanta, tanta gentilezza.
Non vi nascondo che il poter dar libero sfogo alla mia attività social senza essere guardata con sospetto mi ha fatto sentire ulteriormente accolta e coccolata.
Indimenticabile la passeggiata verso la radura nel bosco, camminando e piedi nudi e abbracciando gli alberi: dopo secoli di grigiore cittadino basta un’oretta in “modalità bosco” per trasformarmi in un’altra persona. Indimenticabile il dopo cena in cantina a degustare (ancora!) Teroldego, schiena (a metà tra uno speck e un lardo), mortandela e moltissimo altro. Indimenticabile l’incontro con il triste orso Bruno che vive nel fatato Santuario di San Romedio.
Avrete capito che in questo posto ci ho lasciato il cuore e sogno di andarci in inverno facendo un bel giro nella neve con le ciaspole!
Dalle cucine del Pineta vi porto in regalo la ricetta dei favolosi talleri con il Casolet della Val di Sole. Non c’è nemmeno bisogno di dirvi che questa sorta di gnogghi ripieni e filanti me li sogno di notte
Ingredienti (7 porzioni):
Per l’involucro di patate:
- 1 kg di patate
- 500 g di farina
- 1 uovo
Per il ripieno:
- 200 di Casolet della Val di Sole
- Erba cipollina
Preparazione: Lavate e lessate le patate con la buccia. Poi pelatele, schiacciatele con lo schiacciapatate e spargetele su un piano in modo da farle raffreddare.
Una volta fredde aggiungere la farina e l’uovo, lavorare fino ad ottenere un impasto liscio da stendere con il mattarello all’altezza di 1 cm che poi dividerete in due parti. Disporre a una distanza consona un cubetto di formaggio e un pizzico d’erba cipollina. Posizionare sopra un altro strato di pasta e sigillare in forma rotonda, come se steste confezionando un raviolo.
Cuocere in acqua bollente per 5 minuti. Condire con burro fuso e ulteriore erba cipollina spolverando con Trentingrana.