21 gennaio 2014 • Recensioni Film, Vetrina Cinema •
Il consiglio di Maria Giorgia VitaleSummary:
Brillante tragicommedia sull’amore indagato attraverso gli occhi dell’Altro tra emozioni e sfrontatezza
Tango Libre, vincitore del Premio Speciale della Giuria nella sezione Orizzonti alla 69° Mostra del Cinema di Venezia 2012, è l’ultimo capitolo della trilogia di Frédéric Fonteyne che si è focalizzato sull’amore e sulla figura femminile. La trama è curiosa: c’è JC (François Damiens), una guardia carceraria che conduce una vita tranquilla. L’unico svago che si concede è andare a ballare il tango. Durante una lezione incontra Alice (Anne Paulicevich, anche sceneggiatrice del film), una donna sulla trentina, seducente e mamma di un ragazzo quindicenne (Zacharie Chasseriaud). Proprio il giorno dopo la ritrova nella sala colloqui della prigione dove è andata a trovare due detenuti, Fernand (Sergi Lòpez) e Dominic (Jan Hammenecker), amici di vecchia data e complici di un crimine. Uno è il marito, l’altro l’amante. JC si ritroverà a fare da spettatore.
In Tango Libre si districano due fili narrativi. Uno riguarda JC e l’atto di osservare, l’altro riguarda Alice e il suo essere donna circondata da uomini tra i quali dividersi. Non è una semplice casualità il fatto che il protagonista sia una guardia. Circondato di goffaggine e timidezza, JC vede e osserva silenziosamente tutte le dinamiche che man mano vengono tracciate tra Alice e gli altri due uomini e il figlio. In questa particolare quotidianità fatta di visite in carcere e tentativo di far crescere il proprio figlio, Alice è un fuoco che divampa nel suo essere donna, moglie e mamma. È disinibita nel corpo e nei sentimenti, ama semplicemente senza badare alle convenzioni sociali, senza pensare che proprio questo suo modo di amare può far soffrire.
Tango Libre
Ora, il corpo fa la sua entrata in scena grazie al tango che non è il protagonista, come potrebbe sembrare, ma è la conseguenza di certe azioni che avvengo dopo. L’effetto della danza provoca e accende il desiderio, il tradimento e una omosessualità latente, annidati nel conflitto, causato dal tango, che emerge in tutti i protagonisti. Per JC il tango è l’alternativa al suo lavoro, per Alice è il luogo in cui può abbandonarsi, per Fernand è l’escamotage per riconquistare la moglie e per Dominique è la rivelazione della sua natura sempre celata. Dunque il tango non rappresenta solo passione, sofferenza, lotta e anima, è libertà in cui ognuno è libero di essere e di spogliarsi di tutto.
Tango libre è un film dal ritmo sincopato come la sua colonna sonora sensuale e avvolgente grazie alla quale, a passi di milonga e tango, caratterizza ancora di più i protagonisti che forniscono alla stessa narrazione l’elemento tragicomico fino alla conclusione di un film imprevedibile e divertente. Ma il motore di tutto resta uno ed è universale: l’amore talmente forte che deraglia nelle esistenze dei protagonisti che spesso sono incontrollati nelle loro azioni ma, allo stesso tempo, sono tragicamente buffi.
Tango libre è una brillante tragicommedia sull’amore senza filtri che tuttavia viene indagato attraverso gli occhi dell’Altro piroettando tra emozioni e sfrontatezza.
Di Maria Giorgia Vitale per Oggialcinema.net
François DamiensFrederic FonteyneJan HammeneckerSergi LópezTango Libre