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Trentuno indagati: funzionari, dirigenti, tecnici, e addirittura addetti alla vigilanza degli appalti e del corretto funzionamento dei lavori per il passante fiorentino della Tav, un lungo tunnel che avrebbe dovuto attraversare Firenze e che sarebbe dovuto essere scavato dalla maxitrivella ribattezzata “Monna Lisa”. Un gigante quasi del tutto montato ma mai messo in funzione e che ora è sotto sequestro, insieme al cantiere di Firenze Campo di Marte, per ordine della procura.
Subito dopo la notizia è riscoppiata la polemica. Qualcuno ha ribattezzato la giornata come “la vittoria dei No Tav”. Ognuno ha detto la sua: le ragioni del no, le ragioni del sì. Eppure l'inchiesta della procura ha sorpreso anche chi da anni si batte contro la costruzione del tunnel fiorentino. “Se le cose stano davvero così, ancora una volta la realtà degli affari made in Italy supera la fantasia: saremmo di fronte al gotha del peggio - ha dichiarato l'associazione Idra, da sempre contraria alla Tav - Se le cose stanno davvero così, le carte disvelerebbero un’osmosi perversa, poco meno che terrificante, fra potere politico, committenza pubblica, appaltatori privati e criminalità organizzata”.
Perché quello che fa rabbia, come cittadino italiano, è il come le grandi, medie o piccole opere vengono bloccate. Ci sarebbero tante ragioni e validi motivi per essere favorevoli, o meno favorevoli, all'alta velocità. Si può essere o meno d'accordo con chi pensa che sia "un'opera indispensabile per il futuro della Toscana e di Firenze e un importante investimento per rilanciare il lavoro e l'occupazione”, come ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Così può essere o meno d'accordo con gli abitanti del Mugello (tra Firenze e Bologna) che protestano per i danni irreversibili alle falde acquifere e con le associazioni No Tav da sempre contrari al sottoattraversamento nella città patrimonio mondiale dell'UNESCO. Ma quello che fa rabbia è che qualsiasi opera venga o debba essere fatta in Italia corre il rischio di essere bloccata non per scelta dei cittadini, o di chi i cittadini li governa ma dagli interessi di pochi.
Assunzioni di parenti e amici in cambio di pareri ministeriali positivi, appalti per l'impresa di famiglia in cambio di contatti politici o economici. Nelle carte dell'inchiesta della procura di Firenze c'è tutta l'Italia di oggi. Se tutte le accuse dovessero corrispondere a realtà, e trovare fondamento, sarebbe in gioco non solo un tunnel sotterraneo sotto Firenze, ma l'essenza stessa del buon governo e della democrazia.
Gerardo Adinolfi | @gerryadi
TAV and the old same Italian story
The bad news is that the Florence police, as the newspapers have stated, is inquiring 31 people, in the entire country, for fraud, corruption, abusive disposal of waste and conspiracy in the inquiry on the building of the Florence high speed train. The good news is... well the good news, as more and more often happens, is missing.
Thirtyone are investigated: functionaries, directors, technicians, even some who were supposed to supervise the contracts and the correct functioning of works for the TAV, a long tunnel that was supposed to cross Florence and that should have been excavated by the maxi drill renamed "Monna Lisa". A giant almost completely assembled but never used and that now is confiscated together with the rest of the Firenze Campo di Marte construction site.
Right after the news, the controversy exploded. Someone called it the day of "the No TAV victory". Everybody expressed their opinion: why not, why yes. And yet this inquiry has surprised even those who have been fighting for years against the building of the Florence tunnel. "If things are truly like this, yet again the reality of made in Italy business goes beyond fantasy: we'd be in front of the gotha of the worst - has declared the Idra association, which has always been against the TAV - If things are truly like this, the documents would unveil a perverse osmosis, terrifying, between political power, public committance, private contractors and organized crime."
Because what really makes the Italian citizen mad is how the big, medium and small works are blocked. There would be many reasons and valid motivations to be favorable, or less favorable, to high speed. You can agree or not with those who think it is "an indispensable work for the future of Tuscany and Florence and an important investment to relaunch work and occupation", as the president of Toscana region Enrico Rossi has stated.
As you can agree or not with the inhabitans of Mugello (between Florence and Bologna) who protest for the irreversible damages to the acquifers, and with the No TAV associations which have always been against building a tunnel beneath a city that is an UNESCO world patrimony. But what really makes people mad is that any work done in Italy runs the risk of being blocked not for the choice of the citizens, or who governs the citizens, but because of the interest of a spare few.
Hiring of relatives and friends in exchange of positive responses from the ministery, contracts for the family business in exchange for political and economical contacts. In the inquiry papers there's all the Italy of today. If all the accusations are true, and find their ground in facts, not only a tunnel beneath Florence would be in danger, but the essence itself of good government and democracy.
Gerardo Adinolfi | @gerryadi
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