L’Italia vive un momento storico che ha del paradossale. Al governo ci sono dei tecnici, sostenuti da un parlamento formato da politici nominati, che gli italiani non hanno scelto, sfiduciati da tempo. E la mancata celebrazione del momento più alto di democrazia di una nazione, le elezioni, ha permesso che siano ancora lì a sparare boiate.
Vengono pubblicati su un sito web i redditi dei ministri e dopo pochi minuti la rete è andata in tilt, tutti a mettere il naso nel portafogli degli altri, a sbirciare ed indignarsi dall’invidia. Poi un sondaggio, che definire da trogloditi è fare un complimento, chiede agli italiani se sono contenti di farsi governare da persone che guadagnano così tanto e il 76% dice di NO. Siamo alla frutta. Il denaro sterco del demonio tranne quello che ho io, magari guadagnato in nero. Ma non a Cortina.
Un viceministro dell’economia che ha avuto la cattedra di docente in giovanissima età con un sostanzioso calcio in culo seppur in scarpe di tenero vitello afferma che chi si laurea dopo i 28 anni è uno sfigato e un primo ministro sobrio e con sorriso beffardo che nemmeno il clown del primo episodio di “Saw l’enigmista” ci dice in diretta TV che il posto fisso è monotono. Per carità, sfrondando il cavolfiore dalle foglie putride alla fine si riesce pure a portare a casa. dal mercato. un’animella tenera e gustosa. ma vi ricordate che succedeva ai ministri che sbagliavano una virgola qualche mese fa? Sembra invece sia passata un’era, glaciale, direbbe Alemanno.
E ora abbiamo gli attivisti NO TAV. Mi si dirà che bisogna informarsi prima di parlare. I rilievi tecnici, il pericolo inquinamento, il discorso economico e balle varie… ma mi viene da pensare… che Paese siamo?
Uno stato dove un governo decide che un’opera si deve fare, di concerto con altri paesi Europei che, al contrario di noi hanno già gli operai non a grattarsi la panza ma a grattare le montagne, deve fermarsi davanti a quattro imbecilli che con la loro dabbenaggine rovinano la buona fede di migliaia di onesti abitanti delle valli?
Ma che protesta e protesta! E’ protesta bloccare le vie di comunicazione? Puntare alla gola di una giornalista un cacciavite? Arrampicarsi su un palo dell’alta tensione? Insultare un carabiniere in tenuta antisommossa con frasi che nemmeno il bulletto della scuola media inferiore di periferia? Questa è protesta?
Il Giornale, subito dopo la folgorazione e caduta del manifestante, ricoverato tra la vita e la morte, scrive “E’ un cretinetti”, gli amici e sostenitori della protesta anti Tav lo definiscono un “eroe” e siamo alle solite e scontate barricate, degne di un Paese che è quello che è, da scuola materna.
In Tv e sui giornali si sente e si legge di tutto e di più, compreso qualcuno che si chiedeva come mai la polizia non ha steso dei materassi sotto il palo dell’alta tensione dove si era arrampicato il baldo giovane (a 37 anni un minimo di nozione sulla pericolosità dell’alta tensione uno dovrebbe pur averla). Avete capito bene la prova del complotto militare: perché non hanno messo i materassi? I materassi! Ci salverà solo una televendita di Mastrota.
Magazine Opinioni
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