Il regime iraniano ha paura delle rivolte che dilagano nel Medio Oriente, soprattutto per un risveglio islamico sul modello della rivoluzione del ‘79. Teheran , quindi, colpisce i propri cittadini con la brutalità perpetrata dopo le false elezioni del 2009.
Nessuna opposizione è tollerata. Le forze di sicurezza hanno attaccato con violenza i gruppi di persone che tentavano di raggiungere Piazza Enghelab , vicino all’Università di Teheran , e la piazza Azadi , facendo uso di gas lacrimogeni. Arresti e colpi di arma da fuoco denunciati dai riformatori.
Il Movimento verde era tornato nelle strade della città iraniane il 14 febbraio, sull’onda delle proteste in Medio Oriente, e aveva annunciato nuove manifestazioni per l’1 e l’8 marzo. Ma dopo l’arresto gli arresti dei due leader dell’opposizione , Moussavi e Karrubi , un fiume di proteste si era riversato su blog e Facebook. Nella previsione di una massiccia adesione alle manifestazioni , le strade di Teheran sono state presidiate da polizia e di Basiji, le milizie senza uniforme.
Il governo nega che Moussavi e Karrubi siano stati portati nel famigerato carcere di sicurezza Heshmatijeh , nelle vicinanze di Teheran , come sostengono i figli dei due leader dell’opposizione , e come conferma un alto ufficiale dei pasdaran vicino al Movimento verde. Il governo ha paura delle reazioni , e alle proteste internazionali reagisce con la solita sicumera , tacciandole di interferenza negli affari interni della Repubblica islamica.
Finora il regime aveva usato metodi più sottili contro i due capi dell’opposizione : uccidendo alcuni suoi famigliari , picchiando quando si presentavano in pubblico , circondando le loro case e impedendo loro di ricevere persone , fino agli arresti domiciliari due settimane fa. Ma negli ultimi tempi si sono moltiplicate le minacce di condanna a morte per tradimento e complotto : il capo della magistratura Larijani ha chiesto la sua morte.
Moussavi “Sono pronto a morire per i diritti del popolo iraniano” aveva detto. Gli iraniani prevdeono una repressione più dura , come dimostra anche il caso dell’avvocato di Sakineh , la donna la cui lapidazione ha provocato una mobilitazione internazionale.
L’avvocato Hutan KIan era stato arrestato ad ottobre insieme al figlio di Sakineh e due giornalisti tedeschi. Kian ha denunciato di essere stato condannato a morte e selvaggiamente torturato nel carcere di Tabriz.
“Se Khamenei continua a chiudere tutte le porte prima o poi un’esplosione sarà inevitabile” è l’opinion di molti iraniani.