Non avrei mai immaginato di scrivere un post in difesa di Belén Rodríguez, guarda un po' il destino! Dunque pare che la Telecom si sia accorta che gli spot pubblicitari con protagonista la showgirl argentina siano un flop assoluto. E la responsabilità di chi è? Di Belén, ovviamente, che ne pagherà molto probabilmente le conseguenze con una interruzione del contratto. La sua colpa? Forse non si è scoperta abbastanza?, forse non ha ammiccato a sufficienza? Sta di fatto che pare che le vendite siano in diminuzione e gli spot dei concorrenti siano più efficaci. Questa vicenda è emblematica della considerazione delle donne in certi ambienti di marketing: pubblicitari pigri e senza idee si affidano a tette e culi in bella mostra convinti del loro potere ipnotizzante. E poi scoprono l'acqua calda, e cioè che la pura e semplice esibizione di un bel corpo non fa vendere di più, soprattutto se il prodotto in questione non ha assolutamente nulla a che fare con il corpo e con la bellezza. La vicenda stimola alcune considerazioni:
1) quando uno pensa a una campagna pubblicitaria, qual è la prima considerazione che fa? Immagino - senza essere del mestiere ma utilizzando solo un briciolo di logica - che innanzitutto si chieda qual è il target del prodotto. Ora, di grazia, qual è il target a cui si rivolge Belen con i suoi spot? Non può che essere un maschio infelice, frustrato e un po' sessuomane. Che non mi pare sia esattamente il profilo degli utenti di telefonia mobile (almeno non della maggioranza);
2) non conosco affatto le (eventuali) capacità artistiche della Rodríguez, ma si può dire con certezza che non è stata scelta ANCHE per la sua innegabile avvenenza, ma SOLO per quella. E si era convinti che bastasse. Attorno al suo personaggio non è stato costruito alcun racconto, dietro quegli spot non c'erano idee, non c'erano autori (se non di pessimo livello), non c'era una storia. Gli spot concorrenti (soprattutto quello con la coppia Totti-Blasi) non funzionano tanto perché hanno testimonial più efficaci, quanto perché sono retti da un'idea. Insomma, c'è sempre una testa pensante anche dietro testimonial sicuramente efficaci come Totti o Raoul Bova;
3) infine, la considerazione più amara: la donna in questo come in molti casi è considerata alla stregua di un oggetto usa e getta: ti ho preso perché sei bella, sfrutto la tua immagine e il tuo corpo esibendolo il più provocatoriamente possibile e poi quando non mi servi più ti getto via.
Dai marciapiedi delle periferie delle grandi città ai set luccicanti del mondo dello spettacolo, spesso il trattamento delle donne è lo stesso (certo, con qualche centinaio di migliaia di euro di differenza)
Magazine Società
Potrebbero interessarti anche :