svolgimento
ieri sera, dopo una bella cena dal mammuth, ce ne siamo andati per le vie di lucca, io con una bandiera in mano, dispiaciuta di non avere a disposizione un cavallo e i baffi.
(i baffi un pochino li avevo, ma non abbastanza).
giunti in piazza napoleone lo spettacolo è cominciato.
la facciata di palazzo ducale era tutta illuminata, io ero contenta con la mia bandiera a sventolare, neanche fosse stata una bandiera rossa, ma il rosso comunque c’era.
(ricordate le poesie delle elementari? “verde come i prati, bianca come la neve sulle cime dei monti, rossa come… mi pare il sangue dei nostri caduti, no? è decisamente una cosa molto triste che ci siano sempre dei caduti a insanguinare le bandiere…)
insomma, mi sono divertita a sventolare la bandiera, a guardare i bimbi, a ascoltare la musica e a godermi gli sbandieratori e i tamburini.
mi sono anche fermata a pensare al fatto che sventolare la bandiera mi paia adesso un fatto “rivoluzionario”… come cambiano i tempi…
mi sono anche fermata a pensare che le bandiere che vedevo non erano quelle di 150 anni fa, un piccolo particolare centrale mancava.
nel mezzo del bianco manca lo stemma savoia.
la casata che 15o anni fa guidò la riunificazione e che, pochi decenni dopo, portò il paese alla tragedia del fascismo e della guerra.
ora la bandiera è più pulita, più degna, più libera.
dentro al palazzo della provincia hanno servito lo spumante, abbiamo brindato.
“all’italia!”
e poi abbiamo aggiunto:
“e al giappone”
“e alla libia”
“e all’afganistan”
“e all’irak”
“e…
e…
e…”
ci sono un sacco di posti che hanno bisogno di democrazia, ci sono un sacco di posti che avrebbero voglia di festeggiare.