I gatekeepers svelano qualche verità incollata a molte menzogne per catturare il consenso di quella fetta di opinione pubblica “vaccinata” rispetto alle bugie dei media di regime, per convincerla ad accettare bugie più raffinate, dalle sembianze di “fatti”. Emblematico è il caso di Adam Kadmon. Costoro certamente sono schierati con l’establishment e ne condividono gli scopi nefandi.
Antinozzi si domanda per quale ragione serie come “History channel” lascino filtrare indizi di verità censurate: egli ritiene che questa ed altre operazioni di parziale disclosure servano a causare una crisi nei fruitori che, travolti dalla paura e dal crollo delle loro false certezze, perdono il desiderio di vivere.
Avverte l’editorialista: “Se mi dici come stanno veramente le cose e poi non mi dai gli strumenti per gestire queste informazioni in modo da farmene una ragione e soprattutto per dirigere la mia energia in senso costruttivo nella mia vita, il risultato è devastante, perché distruggi il mio entusiasmo, la mia voglia di vivere per uno scopo, annichilisci la mia energia vitale per dirigerla verso quelle emozioni che possono essere solo cibo per energie sterminatorie”.
Ciò è vero, ma non si sottolinea che ogni presa di coscienza passa attraverso un vissuto doloroso. Non si pone l’accento sui risvolti positivi della “crisi” che, da un punto di vista etimologico, non è solo decadenza e crollo, ma anche fase decisiva, preludio di rigenerazione. “La voglia di vivere”, “l’entusiasmo” ed “il libero arbitrio” che vengono distrutti dalla conoscenza, invero, sono gli anestetici e le droghe che l’uomo comune scambia per vita, mentre è solo un automatismo, un ebete letargo. E’ senza dubbio necessario offrire degli strumenti per “gestire le informazioni”: ogni problema va analizzato, indicando le possibili risoluzioni. Occorre, però, anche che si spronino i fruitori a trovare le energie in sé stessi, altrimenti si passa da una forma di dipendenza ad un’altra. Se una persona non sa affrontare il timore, non sa metabolizzare e trasformare la collera e lo sgomento iniziali in indignazione ed azione, è preferibile che se ne resti adagiata sugli allori (quando si accorgerà che sono un groviglio di spine, saranno dolori...).
Che cosa pensare poi dello spavento che i media ufficiali provocano a bella posta? Insistendo su fatti sanguinari, su stragi perpetrate proprio dai governanti, le testate di stato trasformano la paura in una potente arma per paralizzare l’opinione pubblica e per obbligarla ad accettare ulteriori rinunce alla libertà. Questo è un modus operandi da denunciare, in vece di cavillare sulle inquietudini che diffonderebbero taluni studiosi eretici il cui raggio d’azione è molto limitato.
Scrive Marco Aurelio, l’imperatore filosofo in “A sé stesso”: “La vita assomiglia più ad una lotta che ad una danza”. Orbene, non tutto è piacevole e facile nell’esistenza: acquisire consapevolezza di questioni cruciali implica di per sé una maturazione. E’ naturale che certe notizie scabrose devono essere centellinate e proposte anche in dosi omeopatiche, ma non si può neppure pensare di autocensurarsi pur di non seminare il timore che comunque, in quanto emozione, è temporaneo.
Se desideriamo solo “verità” tranquillizzanti, se temiamo di confrontarci con interrogativi abissali, con il dubbio persino che la libertà umana potrebbe essere fortemente condizionata, se non addirittura un’illusione, allora possiamo rimanere nel sistema e permettere che gli altri vi rimangano. Come spesso ripete l’amico Corrado Penna, venire al corrente di una realtà brutale come la Biogeoingegneria, sùbito ha un effetto traumatico, ma poi ti spinge ad avviare dei percorsi di ricerca, a studiare possibili rimedi, ad addentrarti nei meandri di una storia e di una scienza negate. Di fronte ad un male tanto illogico, si rafforza il convincimento che non si può rimanere indifferenti, germoglia l’idea di una vittoria finale del bene.
E’ indubbio: alcuni ricercatori squadernano delle verità indigeste, senza nel contempo additare delle prospettive, ma ciò dipende per lo più dal loro approccio da cronisti e non dall’intento di generare angoscia. Al contrario, coloro che vogliono edulcorare tutto e ricondurre situazioni sgradevoli (si pensi di nuovo ad Adam Kadmon) a rassicuranti “verità”, sono più dannosi, perché mentono ed in quanto distorcono i fatti per ingannare i lettori e per convogliarne le aspettative verso le chimere della New age deteriore.
Una persona che comincia a conquistare un briciolo di comprensione, dopo un po’ di tempo sa da quali siti attingere contenuti il più possibile imparziali, da quali fonti ricavare suggerimenti risolutivi. Senza prima conoscere, però, non può attrezzarsi in modo adeguato.
Osserva ancora Antinozzi: “Vien da sé che la capacità di approfondire i contenuti rimossi della propria coscienza rende anche possibile la facoltà di tradurli in una maggiore intelligenza di leggere gli eventi della società e della storia. Le due ricerche, quella esteriore e quella interiore, devono sempre viaggiare insieme”. Concordiamo con questa glossa che, se è il perno dei ragionamenti, mostra che è vero anche il contrario, ossia la comprensione degli accadimenti nascosti può propiziare un approfondimento del mondo interiore e, più in generale, della complessa natura umana. E’ auspicabile dunque coniugare i due percorsi. [2]
Riprendiamo il quesito di prima: per quale ragione serie come “History channel” lasciano baluginare delle verità censurate? Si deve ricordare che la censura è micidiale: poco sfugge alle sue fitte maglie. Essa si esplica con un controllo capillare sia preventivo sia a posteriori. Non dimentichiamo che il controllo culmina persino nell’assassinio di investigatori indipendenti. Vogliamo forse pensare che costoro siano agenti del sistema? Dunque se talvolta, attraverso certi programmi e pubblicazioni, trapelano contenuti veridici, non sempre siamo di fronte a bieche strategie (questo vale per la trasmissione “Mistero” e per il libro “Illuminati”), ma al cospetto dell’azione repressiva degli apparati, un’azione che costringe a compromessi nella divulgazione. Questo spiega per quale ragione un canale digitale ha proposto di straforo due puntate della serie “That’s impossible” sempre di “History channel”, per poi in fretta e furia cancellare il format dal palinsesto. Questo spiega perché un episodio di “That’s impossible” sulla modifcazione climatica, rilanciato dal canale Tanker enemy TV, è stato oggetto di una raffica di segnalazioni per opera di disinformatori che si sono adoperati (invano) affinché fosse rimosso dalla Rete.
E’ meglio sempre sapere che ignorare: George Orwell ci avvisa che “l’ignoranza è forza” per il sistema. Se tutti sapessero che i media ed i governi ingannano sulle questioni più importanti, quanto ancora durerebbe il loro perverso dominio? La vera responsabilità dell’obnubilamento delle coscienze è dei “giornalisti” ufficiali: costoro instillano preoccupazioni, propalano menzogne, plagiano. Costoro sono più dannosi di chi ti avverte di un pericolo reale (uomo avvisato...), anzi possiamo asserire senza tema di smentita che la depravazione dell’élites nulla potrebbe, se non trovasse una potentissima cassa di risonanza nei pennivendoli che modellano una realtà fittizia, costruita per imprigionare i cittadini nella paura, nella mistificazione, nell’impotenza. Veramente l’influsso dei gazzettieri è immenso: ora inventano un fatto ora lo distorcono ora nascondono una verità scottante. Non solo, gli impostori, in luogo di riportare la notizia, immediatamente la condiscono con giudizi faziosi atti ad orientare la reazione dell’opinione pubblica. Si approfitta della credulità e soprattutto dell’innata e tenace fiducia nelle istituzioni per condurre il pubblico dove si vuole. Purtroppo la genia degli scombiccheracarte non è solo del tutto prona ai dettami delle classi dirigenti, ma è essa stessa incarnazione degli apparati. Orson Welles definì la corporazione dei giornalisti, “quarto potere”, ma non sarà il caso di ribattezzarla “Primo strapotere”?
Tralasciando altri addentellati del tema, si potrebbe concludere ricordando che la Conoscenza in sé (di cui la conoscenza è simulacro, benché pallido), quando è preceduta da un itinerario ad hoc ed associata ad una natura in grado di accoglierla, è già risposta. Tuttavia, come ci insegna la tradizione esoterica, la Gnosi implica autodisciplina al fine di affrontare esperienze forti, persino sconvolgenti. Perciò è scritto nel Vangelo detto di Giuda Tommaso: “Chi cerca troverà, chi troverà resterà turbato, chi resterà turbato regnerà”. Insomma, se vogliamo regnare, è inevitabile passare per il turbamento. Chi non è interessato a regnare, si balocchi con lo zuccheroso blog di Paolo Attivissimo: lì troverà riscontri tanto falsi quanto rasserenanti, la conferma della sua sprovvedutezza spacciata per “scienza”. [2]
Certamente non proverà alcuna paura, anzi puro terrore... se non quando vedrà una foto che ritrae la "guardia svizzera".
[1] L’uso del termine “cospirazionismo” è del tutto improprio e forviante: di per sé pone un’ipoteca sulle argomentazioni dell’autore, ma tant’è...
[2] Del tutto appropriate risultano le riflessioni dello scrittore all’interno di “World builder, costruttore di mondi”, 2013. Nell’editoriale Antinozzi mette in guardia dalle insidie dello “spiritualismo materialista”, lo stesso di chi riduce lo Spirito ad una serie di bit, l’Anima all’informazione.
[3] Trascuriamo qui la controversia circa l’essenza del vero potere, se sia palese o occulto nonché le differenti concezioni a proposito del Nuovo ordine mondiale. In gran parte ce ne siamo già occupati.
APOCALISSI ALIENE: il libro