Per fortuna il paradosso che la LegaBasket ha inserito nella stagione attuale di serie A sta per arrivare alla sua conclusione. Carlo Antonetti, presidente della BancaTercas Teramo, infatti, entro una settimana dovrà decidere se pagare i 500mila euro per far restare nella massima serie la sua squadra, ed entro un mese dovrà mettere a disposizione della Lega questi fondi, che poi verranno girati alla seconda classificata di LegaDue, a parziale risarcimento della promozione che non c’è più. Antonetti inoltre sarà il primo presidente della storia a pagare una Wild Card per restare in serie A, anche se avrebbe fatto volentieri a meno di questo “sotterfugio” visto che la sua Teramo a pochi minuti dalla fine dell’ultima giornata di campionato contro Bologna era avanti nel punteggio e virtualmente salva senza pagamento di penali.
Su repubblica.it c’è una bella intervista al presidente che parla di questa situazione a dir poco imbarazzante per il nostro campionato. Ve ne proponiamo uno stralcio:
Pensa che dopo otto anni di A a Teramo siano state esaurite, o saccheggiate, tutte le risorse? Un mese fa ha lanciato un appello. Dicendo “non ce la facciamo” e non era rivolto al mezzo milione.
“In questi ultimi giorni ho trovato consapevolezza attorno a ciò che valiamo. Questo club è cresciuto su tre pilastri ma quello delle istituzioni è venuto meno, quello dell’imprenditoria ha ridotto il suo apporto e così siamo rimasti noi tre soci a far sacrifici enormi. Dobbiamo rimettere in piedi un sistema e devo dire che uno spiraglio di luce si vede. Venerdì ad esempio abbiamo adempiuto a tutte le scadenze previste, in leggero anticipo sui tempi. C’è fermento e quindi possibilità. E le istituzioni devono tornare a darci un sostegno, la cultura non è solo andare a teatro o leggere un libro.”
Parliamo del premio di risultato, della sua origine e della sua applicazione: era nato con l’idea di un ranking, oggi lo si vede come una multa salatissima e nulla più. Concorda?
“S’è fatta una cosa all’italiana, a mezza strada. Che fosse così si sapeva dall’inizio, capisco che la percezione è negativa, va perfezionata perché non rende onore ai meriti acquisiti negli anni e che svaniscono per una stagione sbagliata. In questo momento la retrocessione è un problema: alza i costi, non aiuta lo sviluppo, rende difficile far giocare gli italiani. Poi l’equilibrio che c’è coinvolge molte squadre e ci generano tensioni. E tra Serie A e Legadue c’è un abisso.”
Lei è il primo presidente che deve soppesare la scelta. Salvare il titolo, che costa mezzo milione di euro, oppure accettare la Legadue che con una riduzione dei costi potrebbe dare un futuro meno complesso al club, in tempo di riduzione degli introiti.
“Oggi posso dire che i nostri sforzi sono tutti diretti per pagare quella cifra, mantenendo il diritto di Serie A. Una scelta forse antieconomica, ma logica per ciò che questo club rappresenta per il territorio. E poi noi la Legadue l’abbiamo fatta solo per sette mesi, saliti e subito promossi. Qui non c’è cultura di Legadue, ma quella di otto anni di Serie A. E tra i due campionati la differenza percepita è molto alta.”
Cosa accadrà in questa settimana?
“Riuniremo la società, ma essendo in tre si fa presto… Inviteremo quanti ci possono dare un sostegno: le Istituzioni della città, della Provincia e della Regione. Ed i nostri sponsor, tutti quelli che ci vogliono dare una mano.”
Ecco l’intervista intera.