Magazine Diario personale
Ormai è tutto chiaro, ormai l’abbiam capito, che i tecnici lassù ci han cotti a scottadito.Equitalia no non basta a pretendere palancheda quelli che ogni dì stanno assieme alle banche.La Casta è ben protetta come i grandi capitaliche si sa qui in Italia han piumose e larghe ali.
Finiremo come in Grecia, in Spagna e Portogallo:salveranno se si può il figliol di questo e quello.Equità dicono ancora i signori Professorima io quaggiù non sento che grossi malumori.Ormai siamo al collasso e si muore come mosche,mentre lassù complottano le lor future mosse.
Vorrei da idealista che si azzerasse tutto,che i parlamentari lasciassero il Palazzo, rinunciassero a stipendi e assurdi vitalizi,per il Popolo Sovrano e in barba a tutti i vizi.Così io mi addormento facendo il grande sogno,di un’Italia più pulita e dell’onestà che agogno.
Sogno di vederli sol per due legislatureperché non abbian tempo di fare congetture,di unirsi in matrimonio e fare trattativeper mettere il marito in Comune a lavorare.Sogno dei Politici con un’ideologia che lavorino a Palazzo ma senza bulimia.
Per questa santa Pasqua vorrei resurrezioneche avvenga della Casta la vera abolizione,che un Angelo con spada cada loro sulla testae noi col nostro uovo tutt’intorno a fargli festa.Sogno che per noi ci sian concorsi veri,con tanto di scadenza e commissari seri.
Sogno che la mano potente del Signoreli metta tutti in riga in nome dell’amore.Vorrei per questa Pasqua la vera innovazioneche si accorci la distanza tra me e il malfattore,tra me e chi si paga il mutuo coi miei solditra noi e chi ci crede ciechi, muti e anche stolti.
Così come l’agnello tocca solo al religioso,vorrei un po’ di coerenza su un affare assai spinoso:siamo tutti pronti sì a fare sacrificipurché loro non salvino il culo degli amici.Il punto è solo questo e che non facciano ricatti,siamo pronti questo sì, ma non siamo certo matti.
Vorrei che questo cielo diventasse tutto scuroche una voce di lassù li chiamasse un per uno.nomi e cognomi e capi d’imputazioneper far vincer così la nostra Costituzione.È da quando son bambina che sto a manifestare ma non ho più la forza, giuro, né più voglia di urlare.
Che di lassù tuonasse, ma proprio per davveroe che scendesse in terra a far un discorso vero. La voce di quel tizio più che rivoluzionariocondannato da qualcuno assai più reazionario,ci spingerebbe forse a far sì che s’impedisca,la legge che impone che il più debole fallisca.
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