Terminata a tre ore dal suo inizio l’udienza di Giorgio Napolitano che ha avuto luogo al Quirinale, incentrata sulla Trattativa Stato mafia.
Tra le più interessanti risposte del Presidente della Repubblica evidenziamo quelle relative alle stragi del ’93. I Pubblici Ministeri Teresi e Di Matteo hanno voluto far luce sul perché delle bombe; il Capo dello Stato ha dichiarato che l’idea delle bombe era senza dubbio parte di una tecnica volta a inginocchiare lo Stato e mettere gli alti organismi nelle condizioni obbligate di dover scendere a compromessi con Cosa nostra.
Gli eventi presi in esame oggi, all’interno della Sala del Bronzino, sono stati anche l’intenzione di Vito Ciancimino (sindaco di Palermo all’epoca della trattativa Stato mafia e considerato portavoce / tramite) di voler essere ascoltato dal CSM, e l’allarme attentato che il SISMI lanciò nei confronti di Napolitano stesso, sempre nel 1993, che in quell’anno ricopriva il ruolo di Presidente della Camera.
Traspare la disponibilità del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel rispondere alle domande dei PM e degli avvocati senza ostruzionismi, che potevano essere messi in atto attraverso i limiti di riservatezza legati alla sua carica istituzionale, nonostante si sia più volte dichiarato semplice spettatore non informato sui fatti riconducibili all’accordo tra Stato e mafia. Anche se il termine ‘trattativa’ non è mai stato adoperato in sede d’udienza e Ettore Barcellona, avvocato di parte civile, dice che non è stata posta in essere alcuna domanda sulla reale esistenza della trattativa Stato mafia stessa, l’avvocato del Comune di Palermo Giovanni Airò Farulla riferisce che Napolitano afferma di non essere stato messo a conoscenza di alcun accordo, all’epoca dei fatti.
Altro argomento scottante è il colloquio con Oscar Luigi Scalfaro, colloquio durante il quale Scalfaro disse l’ormai noto ‘Non ci sto!’ e che questa mattina è stato oggetto di discussione accesa per il legale del boss Totò Riina, il quale lamenta il silenzio della Corte in merito. Giuseppe Di Peri, avvocato di Marcello Dell’Ultri, afferma che ‘forse questa udienza non è stata così rilevante come si credeva’. L’udienza è stata blindata alla stampa. Non si sono potute effettuare registrazioni né le parti processuali hanno potuto portare in aula tablet, smartphones o altri strumenti di registrazioni.
Ecco la nota del Quirinale, diffusa al termine dell’udienza: “Si è svolta stamattina nel Palazzo del Quirinale l’udienza del processo in corso davanti alla II Sezione della Corte d’Assise di Palermo nella quale il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che aveva dato la sua disponibilità a testimoniare, ha risposto alle domande senza opporre limiti di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali né obiezioni riguardo alla stretta pertinenza ai capitoli di prova ammessi dalla Corte stessa. L’udienza è durata circa tre ore. La Presidenza della Repubblica auspica che la Cancelleria della Corte assicuri al più presto la trascrizione della registrazione per l’acquisizione agli atti del processo, affinché sia possibile dare tempestivamente notizia agli organi di informazione e all’opinione pubblica delle domande rivolte al teste e delle risposte rese dal Capo dello Stato con la massima trasparenza e serenità”