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Terra dei Fuochi, Napolitano scrive a don Patriciello

Creato il 04 gennaio 2014 da Makinsud

don maurizio patricielloVorrà credere nel mio costante impegno a sollecitare, a tutti i livelli di governo, gli interventi necessari per far fronte ad un fenomeno così serio. Finisce così la lettera che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha mandato a don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, simbolo della martoriata Terra dei Fuochi. L’intervento di Napolitano arriva pochi giorni dopo la messa in onda di “Inferno Atomico”, speciale della trasmissione di La7 “Servizio Pubblico”, dedicato proprio all’inquinamento di quel territorio, che ha fatto scalpore sopratutto per le testimonianze di alcune mamme che hanno perso i propri figli per tumore.

Ecco il testo della lettera: “Caro don Patriciello, ho riascoltato, con rinnovata commozione, il grido accorato delle madri dei bambini colpiti da gravi patologie tumorali ricondotte al criminale inquinamento dei vostri territori della Campania. Le rinnovo, perché se ne faccia portavoce verso le famiglie interessate, la mia intima partecipazione al loro dolore, confidando che non abbandonino la fiducia nell’impegno delle istituzioni, reso più coeso e credibile anche grazie alla partecipazione attiva della rete di comitati e singoli cittadini che non si contentano di denunciare i crimini subiti, ma sostengono con le loro iniziative le operazioni di monitoraggio e di bonifica dei siti. Malgrado l’impegno dispiegato dallo Stato, sono d’accordo con lei che la questione richiede ancora energie e attenzione. Sebbene il territorio colpito e danneggiato sia circoscritto, e non esteso all’intera Campania, la serietà del fenomeno non può permettere di abbassare la guardia.Vorrà credere nel mio costante e personale impegno a sollecitare gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime“.

In realtà, un contatto tra il prete anti-camorra e il Quirinale c’è già stato, come raccontato dallo stesso don Patriciello sulla sua pagina Facebook: Il 31 dicembre ho ricevuto una telefonata dal Quirinale: un collaboratore del Presidente mi ha chiesto il motivo di tanto malcontento verso Napolitano dalle nostre parti. Ho avuto modo di dirgli che il nostro popolo è esasperato. Abbiamo parlato della trasmissione di La7 in cui sono intervenute due mamme nobili e coraggiose che hanno perduto i loro figli e anche delle parole di Carmine Schiavone (il pentito di camorra, colui che gestiva il traffico di rifiuti illegali nella Terra dei Fuochi, ndr). È una cosa gravissima che proprio lui faccia nomi e cognomi di persone che appartengono allo Stato ma che incolpa di essere camorristi. Se Schiavone dice il falso non capisco come mai compaia ancora in televisione e non capisco perché le istituzioni non prendano in mano la situazione e dicano finalmente le cose come stanno. Se invece Schiavone dice il vero, la rabbia e l’indignazione delle due mamme e di tutta la gente è più che giustificata. Ho notato” continua il parroco “che Napolitano, nel suo discorso di fine anno, abbia avuto delle parole anche per noi, in riferimento al dramma che stiamo subendo. Un piccolo passaggio, ma c’è stato. In quest’anno che si apre davanti a noi possiamo solo continuare questa battaglia e sostenerci a vicenda per tenere accesa la fiammella della speranza“.


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