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Tessere l'amicizia

Creato il 12 giugno 2011 da Ilpescatorediperle

"In greco esiste una specie di massima, un detto che esprime un'intesa: tra amici, tutto è in comune. E' nota la distinzione greca tra pubblico e privato: privato è ciò che appartiene personalmente a ciascuno, nella singolarità e nella differenza che caratterizzano ogni individuo; pubblico è ciò che deve essere messo in comune e diviso in parti uguali tra i membri del gruppo. L'amicizia fa parte sia della sfera del pubblico che di quella del privato, collega e regola entrambe. In effetti, ogni amicizia è "particolare": ogni individuo ha la sua cerchia personale di amici, ma questo circolo forma una comunità che è come l'immagine ridotta della città. Perché ci sia una città, bisogna che i suoi mebri siano uniti tra di loro dai legami della philia, un'amicizia che li rende simili e pari tra loro. Nello spazio privato rappresentato dagli amici tutto è suddiviso tra eguali, tutto è comune, come nello spazio pubblico della cittadinanza. L'amicizia si intreccia all'articolarsi di ciò che è privato, personale, diverso e di ciò che è pubblico, comune, uguale.

Direi, in base a ciò che ho vissuto in varie circostanze, che gli amici sono quelli con cui si ha in comune l'essenziale: i ricordi, le esperienze, i valori... Dire che tra amici tutto è comune significa che esiste, come nella città, un particolare rapporto di parità in virtù del quale la stessa vita privata - per lo meno in molte delle sue componente - viene condivisa con altri. Non soltanto perché ai propri amici si possono dire cose che non si direbbero a estranei, ma anche perché i ricordi, i momenti felici e i momenti tristi - che non appartengono alla sfera pubblica, nel senso greco del termine, ma a quella che chiamerei la sfera privata e personale - vengono vissuti in compartecipazione con gli altri, in un rapporto di scambio alla pari.

[...] Esistono amicizie così appassionate che sfiorano ciò che viene chiamato amore; i confini non sono chiaramente delineati. Tuttavia l'amore è un'altra cosa. Ciò che lo caratterizza non è il fatto di condividere qualcosa con qualcuno, ma di essere noi stessi "condivisi", vale a dire di essere una parte dell'altro così come l'altro è una parte, al tempo stesso, di noi; in questo senso, nell'amore, la presenza dell'altro è sempre compresa nel nostro orizzonte, con tutte le difficoltà che questo comporta. D'altra parte, l'amore implica, secondo me, una sorta di esclusività dell'oggetto verso il quale è diretto: si tenderà a dire " l'amato(a)" e " gli amici", anche se possono esserci anche gli amati e l'amico.
[...] Si esiste con gli altri e mediante gli altri, che al tempo stesso sono e non sono noi stessi. La "psicologia" degli individui è sempre inclusa in relazioni di tipo sociale, in rapporti collettivi che non bisogna assolutamente istituzionalizzare.

E' anche in questo modo che si tesse l'amicizia, attraverso percorsi più o meno difficili, fallimenti, errori, riprese... Nell'uomo non c'è nulla di immediato; tutto avviene mediante costruzioni simboliche.

A volte, poi, bisogna dare qualche colpo di forbice nel tessuto, anche con persone che abbiamo molto amato: occorre tagliare perché il tessuto continui a mantenersi vivo. L'immagine e il vocabolario della tessitura sono carichi di valore nel pensiero antico e permettono di comprendere tutta una serie di fenomeni, in particolare la costruzione del "tessuto" sociale.

[...] Chi è fedele lo è sia in amore che nell'amicizia. Il che non vuol dire che chi è fedele non possa rompere; si può tagliare il tessuto anche per fedeltà, per essere fedeli a se stessi. Ma ci sono persone che non vogliono essere fedeli, che sentono il bisogno di troncare a ogni momento, non soltanto con chi era loro amico, ma anche con loro stesse. Costoro non possono essere se stessi se non tagliando non soltanto il tessuto che gli unisce agli altri, ma anche quello che li unisce a loro stessi.

[...] Capite che, man mano che si va avanti, si ha bisogno, per sapere chi si è, di avere un passato più o meno coordinato. Questa costruzione si fa per mezzo dei ruoli sociali, ma anche rimaneggiando il proprio passato. E' come una signora che incede con un grande strascico; quando cambia bruscamente direzione, con un colpetto di piedi riaggiusta lo strascico dietro di sé. Ed è ciò che facciamo anche noi."

(da Jean-Pierre Vernant, Tessere l'amicizia, in Id., Tra mito e politica)

Tessere l'amicizia

Questo è il post numero 100 di "tempi fru fru" per il 2011 (il 241esimo in assoluto). Non ero mai arrivato al centinaio in un anno, o meglio, in sei mesi. Non so se è un buon segno. Forse, è solo indice di troppe parole. Comunque sia, mi fa piacere dedicarlo all'amicizia, e che l'immagine qui sopra sia tratta da un grande film. Un caro saluto, A.B.


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