Alcuni esponenti della CDU, il partito tedesco al potere, hanno chiesto un test d’intelligenza per stranieri come requisito per entrare in Germania. “I motivi umanitari non devono più essere l’unico criterio per l’immigrazione”, spiega il loro portavoce Peter Trapp. “Dobbiamo stabilire criteri d’immigrazione che siano veramente utili per il nostro paese. E l’intelligenza è importante come l’istruzione o una qualifica professionale.”
Così i compagni di Angela Merkel ritengono che gli immigrati intelligenti sono più utili di quelli stupidi. E “utile”, nell’accezione dei nostri economisti mangiacrauti, significa “produttivo”. “Visto che non possiamo accogliere tutti, facciamo la selezione. E per fare la selezione, accogliamo solo i più intelligenti. S’integreranno meglio e produranno di più.” Un ragionamento ineccepibile? No, completamente sballato.
Chi ha detto che un immigrato intelligente è più produttivo? Se è veramente intelligente, userà la sua intelligenza per non produrre. Perché una persona intelligente dovrebbe spezzarsi la schiena per quattro soldi che vengono prontamente assorbiti dal costo della vita? Soltanto gli stupidi si ammazzano di lavoro. Com’è noto, gli intelligenti si fanno mantenere.
Potreste obiettare: ma se tutti si fanno mantenere, chi lavora per mantenerli? Niente paura, la madre dei cretini è sempre incinta e chi ha un QI più elevato si metterà a loro carico, come i fuchi che si fanno mantenere dalle api operaie. Altro che accogliere soltanto gli immigrati intelligenti come vorrebbero i tedeschi della CDU, forse nostalgici della “razza superiore” sognata da Hitler. Bisogna favorire l’immigrazione degli stupidi, gli unici disposti a diventare pedine della società dei consumi e ad abbrutirsi di lavoro per quattro soldi che gli svaporano sotto il naso. Forse il test d’intelligenza dovrebbero farselo gli amici di Angela Merkel.
Dragor