oggi vi confesserò un ignobile segreto…. deve essere una tara ereditaria. mi è venuto in mente stamattina cercando di versarmi il latte nella tazza, dopo aver spremuto il cartone appena aperto perchè non sono riuscita a ottenere un buco di apertura decente.
nessuna delle donne della mia famiglia, da mia nonna, a mia madre a me, sa aprire una scatola di qualsiasi cosa che presenti la cosiddetta “apertura facilitata”.
le mie più recenti sconfitte sono legate al cibo per gatti di priska, croccantini della ‘OPPE che MILLANTANO “da oggi con apertura facilitata!”
la prima busta, dopo aver provato a violare l’apertura facilitata, l’ho sbranata di lato, provocando un buco irrecuperabile.
HDC l’ha vista e ha sorriso.
la seconda busta ho pensato: “non può essere difettosa anche questa”. perchè, ovviamente, la prima cosa che viene in mente non è “non son capace di capire come si apre” ma “è sicuramente venuta male”, un po’ come mi capitava con le espressioni algebriche che pensavo sempre “c’è un errore nelle soluzioni, a me non torna ics alla seconda ma 2x+3y-5456″ poi si arrivava in classe e si chiedeva alla bravona di turno: “anche a te torna 2x+3y-5456?”
e lei: “no, ics alla seconda”.
dannazione…
così, dopo averci almanaccato un pochino sono passata di nuovo alla forza bruta. buco di lato e via.
HDC, armato di santa pazienza, un giorno mi è venuto a cercare col sacchetto e mi ha fatto vedere come si apriva.
così ho imparato che non era difettosa la scatola, ero scema io.
mi succede la stessa cosa col tetrapack del latte, con i pomori pelati (li apro con l’apriscatole sul fondo, anche quelli con quel coso tondo che mi resta sempre in mano) con con il pacco del pane a cassetta e con tutto quello che necessita o un po’ di pazienza, o un po’ di abilità o semplicemente un paio di forbici.
no, io, come un lupo della tasmania, giro per casa con la confezione fra i denti, scuotendo la testa fino a che la sciagurata non si apre.
in casa dei miei dal secondo giorno dopo l’apertura i biscotti prendono l’umido, il pane secca in un attimo, la farina si versa ovunque e lo zucchero fa la scia di pollicino per le formichine.
la mia nonna, d’altronde, apriva le le fette biscottate “apri e chiudi” atomizzando una delle due estremità chiuse e il significato stesso dell’espressione “confezione salvafreschezza” le era ignoto.
che dire… forse è sul cromosoma x…