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Testamento biologico, implicazioni morali e considerazioni
Creato il 03 maggio 2011 da Paopasc @questdecisionePer tornare all'eutanasia, questo insieme di ragionamenti si potrebbe tradurre con l'osservazione: la vita, nel momento stesso in cui tu crei un insieme di legami, una rete affettiva, non è più solamente tua ma appartiene in piccola parte anche a quelli con cui sei legato. La tua scomparsa causerebbe loro un dolore e dunque, per veder riconosciuta legittimità morale all'eutanasia, occorre liberarla dalle implicazioni nocive per l'affettività altrui. Se non che, per la particolarità del frangente nel quale viene richiesta l'eutanasia, la situazione è spesso tale per cui la rete affettiva si trova nella medesima condizione: pretendere la vita dell'altro per non veder aumentata la propria sofferenza.In generale le proprie volontà in merito al cosiddetto testamento biologico devono essere espresse attivamente e quando si è in possesso di tutte le proprie facoltà mentali. Ma perchè uno dovrebbe desiderare la morte -se non l'ha fatto prima, quando stava bene- piuttosto che essere curato e accudito fino all'ultimo?In fondo, per quando si troverà nella condizione di pretendere rispettata la sua volontà, con tutta probabilità sarà in uno stato di ridotta o assente consapevolezza, del genere di quella associata allo stato vegetativo permanente. Dunque, che differenza potrebbe fare per lui continuare a vivere in stato vegetativo oppure morire?Probabilmente nessuna.Qui entra però in ballo la rete sociale dei legami affettivi. E' chiaro che non può essere uno sconosciuto ad accampare pretese sul testamento biologico di un individuo ma può farlo solo un parente o qualcuno legato da vincoli affettivi duraturi o in genere la pubblica autorità. Quando qualcuno che ha diritto di farlo richiede la pratica dell'eutanasia non lo fa, il più delle volte, perchè vuole che cessino le sofferenze del malato, perchè si dà per scontato che la situazione sia di completa assenza di dolore fisico, ma probabilmente per altri motivi.Uno di questi potrebbe essere l'esaudire la volontà del malato. Ma, ognuno di noi, quando prepara il testamento biologico, tiene nella giusta considerazione l'eventualità che un atto volontario nella cessazione della vita, e non il tragico insieme di fattori casuali e causali, possa causare sofferenza nella nostra rete affettiva?Di fronte a eventi che vanno al di là delle possibilità umane ci si arrende, ma di fronte a una scelta volontaria?Chi sceglie il testamento biologico tiene in dovuta considerazione quello che pensa la sua rete affettiva?
Chi afferma di desiderare la cessazione delle cure e dell'alimentazione potrebbe sottintendere due cose: la scelta volontaria ed, eventualmente, l'indifferenza ai sentimenti altrui.Allora mi viene da obiettare che probabilmente è della rete affettiva l'esigenza, in situazioni simili allo stato vegetativo permanente, di troncare il legame, per evitarsi delle sofferenze. Oppure per impedire che il ricordo carico di affetto sbiadisca nella grigia quotidianità dell'abitudine. Potrebbe essere dunque una ragione altruistica quella che guida la scelta dell'eutanasia? Come già detto, nello stato vegetativo difficilmente il soggetto è in grado di sperimentare alcunchè di simile al normale stato di coscienza per cui occhio non vede, cuore non duole.Ma l'occhio che vede c'è. E' quello degli altri, della nostra rete affettiva. Quell'occhio vede e quel cuore duole. Duole anche di una previsione di attutimento affettivo, trasportato dall'abitudine. E allora è come se, quando uno decide di scrivere un testamento biologico, avesse un po' fatto questi ragionamenti, che conducono infine alla legittimità morale della scelta dell'eutanasia.Infatti non è solo egoismo quello che anima il soggetto ma riguardo per gli altri: non voler pesare, non voler annacquare i sentimenti con l'abitudine, non volere far scadere la relazione nell'analgesia affettiva.Questa situazione non si raggiunge sempre. Ogni caso può avere la sua storia e, in linea generale, si delineano delle tipologie anche in riferimento all'età dei malati.Ritengo che nel momento in cui i desideri del malato e della sua rete affettiva coincidono, come ipotizzato sopra, ebbene quello sia un buon momento per eseguire le volontà del testamento biologico.
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