I giardini di Babilonia potrebbero presto tornare a germogliare. Infatti, come quando si dice “far di necessità virtù”, l’installazione di tetti verdi è uno dei modi più estetici di ridurre l’impatto umano sull’ambiente circostante e rendere più sostenibili le megalopoli che si stanno diffondendo nel mondo.
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Tetti verdi o pannelli solari nelle zone commerciali francesi
Recentemente l’Assemblée Nationale francese ha approvato un decreto secondo il quale nelle zone commerciali delle città i tetti
delle neonate costruzioni dovranno essere coperti di piante o da pannelli solari. Les Vertes avrebbero voluto estendere l’imperativo a tutti gli edifici di nuova costruzione, tuttavia la maggioranza parlamentare ha adottato una linea più accomodante, dando la possibilità alle entreprises di sostituire i vegetali con pannelli generanti elettricità pulita.
Gli innumerevoli benefici dei giardini pensili
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La leggenda racconta che la regina assira Semiramide potesse raccogliere ogni mattina rose fresche dai giardini fatti crescere sui terrazzi della città bagnata dall’Eufrate. Si sa però che la contemporaneità pecca di romanticismo, i giardini sospesi infatti avranno una funzionalità tutta pratica: fungono da termoregolatore naturale tra l’ambiente artificiale e quello naturale, prevengono la perdita di biodiversità offrendo un habitat naturale a volatili e insetti, smaltiscono l’inquinamento sonoro, aiutano ad assorbire l’acqua piovana e soprattutto creano ossigeno nel bel mezzo –anche se formalmente in periferia- delle primarie produttrici di anidride carbonica, gas a effetto serra e altri agenti inquinanti. Oltre ad essere belli da vedere e fare bene allo spirito. Lo confermano numerosi studi psicologici appartenenti all’ecopsicologia: “quando ci troviamo immersi nella natura ci sentiamo meglio” perché “alla perdita di contatto con la natura esterna corrisponde la perdita di contatto con la nostra natura interna”, parole riprese dalla ricerca sopracitata.
L’Europa dei tetti verdi, soprattutto al nord
La Francia non è la sola ad aver avuto questa bella idea, forse dettata non solo da virtuosismo ecologico ma da scelte politiche ben studiate, dato che a dicembre 2015 Parigi ospiterà la ventunesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCC). In Europa i green rooftops sono abbastanza popolari, ma non ancora diffusi sufficientemente, nonostante esista una Federazione Europea per le Associazioni che si occupano di tetti verdi e l’esistenza di legislazioni spesso favorevoli tramite incentivi diretti o indiretti.
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Anche i londinesi stanno cominciando a sentire il bisogno di sviluppare più spazi verdi, invece che i tetti però per ora a essere tappezzato di verde sarà il nuovo Garden Bridge sul Tamigi, la cui inaugurazione è prevista nel 2018.
Germania, Svizzera, Austria e Danimarca sono i paesi leader nel settore dei tetti verdi, l’Italia, pur avendo dalla sua parte l’accondiscendenza del clima, non ha ancora interiorizzato la pratica. Alcuni progressi tuttavia esistono, la provincia di Bolzano è infatti molto attiva nell’informativa sull’argomento e attenta sulla pianificazione urbana. A livello nazionale invece la proposta del Sento del 2011 di concedere una detrazione fiscale del 36% per la realizzazione di tetti verdi ha avuto i suoi frutti: per tutto il 2015 sarà infatti possibile approfittare di una detrazione Irpef che va dal 50 al 60% per interventi di semplice ristrutturazione edilizia o di risparmio energetico. I tetti verdi potrebbero essere considerati perfettamente compatibili con entrambe i casi, tuttavia le ristrettezze economiche e le lungaggini burocratiche spesso ostacolano l’investimento.
Pianificazioni green
Un buon modo per vedere tornare a fiorire i giardini pensili, non solo a Babilonia, sarebbe fare inserire a livello nazionale delle pianificazioni territoriali e urbane che facciano conoscere alla popolazione gli innumerevoli vantaggi del green roof , in modo che avere un tetto verde si diffonda come una pratica vantaggiosa economicamente così che il beneficio ambientale sia una conseguenza naturale. Se così accadesse l’inquinamento, l’inurbamento, la cementificazione selvaggia avrebbero per la prima volta un impatto positivo: l’onore di diffondere a livello planetario ciò che ha reso Babilonia una delle sette meraviglie del mondo.
Uno studio condotto per conto di Ecologea Research Group
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