17 dicembre 2013 Lascia un commento
Storia di amore e di vendetta quando uno dei due scoprira’ chi era suo padre, come mori’ e chi lo uccise, laddove non bastera’ un braccio amputato ed un cattivo volante a fermare la furia dei buoni.
Grande entusiasmo per questo film e fin da subito si respira un’aria diversa. Diversa per noi occidentali ma anche per le produzioni di Hong Kong. Si inizia con le coreografie, velocissimo scorrere di camera su stili di combattimento innovativi e molto particolari. Che si tratti di un wuxia non v’e’ alcun dubbio, eppure di rado si sorride su poetiche follie guerriere ed anzi si rafforza l’epica di combattimenti non tra dèi ma tra super uomini.
Tsui Hark ce la mette tutta per inventare qualcosa di nuovo con brandeggiamenti e rotazioni su ogni asse possibile, persino rotazioni nel tentativo di surclassare Scorsese.
L’azione sopra tutto ma senza tralasciare una sensibilita’ tutta orientale che gli e’ propria. Buono lo scontro finale, discreta dose di originalita’ per quanto non faccia gridare al miracolo.
Bravi i ragazzi protagonisti, leggermente appiattiti dalla storia ed in fondo e’ giusto cosi’, perche’ quella resta al centro dell’attenzione.
Film che ho gradito con moderazione. Non mi si tacci di conservatorismo ma sono dell’idea che un genere o uno stile lo si spinga in verticale, rimanendo all’interno dei suoi canoni ed evolvendoli dove l’estro e la fantasia sanno spingersi. Trovo nel film una voglia di andare oltre che sfora pero’ verso orizzonti non propri del genere, qualcosa che sta in mezzo a troppe buone intenzioni, non riuscendo infine ad inventare nulla di veramente nuovo, semmai al massimo stupire per qualche minuto ed e’ un difetto questo che riscontro spesso nel regista.
E’ buono lo riconosco ma i miei riferimenti restano altri.