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The Driver - Driver l'Imprendibile

Creato il 10 gennaio 2012 da Robydick
The Driver - Driver l'Imprendibile1978, Walter Hill.
Appena possibile guarderò l'ottimo remake di Nicolas Winding Refn, "Drive" splendidamente descritto qua da Napoleone. Intanto mi sono ripassato il Capolavoro d'origine, perché sì, questo è un Capolavoro di genere con la maiuscola, senza se e senza ma. Quale genere? Forse qua ne è stato fondato uno. Thriller e Azione non bastano a catalogarlo.
Il Pilota (Ryan O'Neal, un'icona dopo questo film) è un manico da paura a guidare le macchine. Sfrutta il suo talento al servizio di rapinatori. Loro fanno la rapina, lui li trasporta per la fuga. Mai acciuffato. Lo chiamano Cowboy, soprannome non casuale. Parla pochissimo, glaciale anche alla guida, e non è vero che non usa la pistola: solo quando serve. Nessun errore è ammesso, ingaggiarlo costa molto caro, difficile averlo in squadra ma è il migliore e se ne dubiti te ne dà prova devastante. Un Samurai del volante.
La Giocatrice (Isabelle Adjani, bella come non mai, sembra disegnata da Milo Manara) pare "una cowboy". Anche lei rischia nella vita, ma solo soldi, come farà notare a Il Pilota. Attrazione fatale, lo proteggerà, ma niente amore, né sesso. Ogni minuto di vita è già da brividi. Non ci sono garanzie e questo per Il Pilota, se detto chiaro, è la migliore garanzia.
The Driver - Driver l'ImprendibileIl Detective (Bruce Dern, bravo almeno quanto Ryan O'Neal) è ossessionato dal doverlo catturare, incastrare. Escogiterà una trappola con dei rapinatori che tiene sotto ricatto: o fanno quello che gli dice lui o li sbatte in galera, nel frattempo li mena. Anche per lui la vita è come un gioco d'azzardo. La pagina del giornale preferita? Quella sportiva, si parla di gente che "o vince o perde", non c'è mezza misura. Non è un "bastard", è di più, ma in fondo fa il suo mestiere.
Perdi tempo durante il film a cercare i nomi dei personaggi. Non ne hanno. I titoli di coda spazzeranno i dubbi: si chiamano solo coi loro "compiti assegnati". Geniale Walter Hill, che "The Driver" se l'è anche scritto. L'attenzione è tutta sul ruolo.
Si ha un gran dire certe volte dei film c.d. Puri. Eccolo, questo lo è. Un'ora e mezza tesa, sempre. Spettacolo ineguagliabile delle scene d'inseguimento e qua non c'è CGI, c'è carne e lamiere. Forse il vero degno erede di "Bullitt" al quale deve certamente molto, come tutto il cinema con inseguimenti motoristici dal 1968 in poi, ma senza riverenza e Ryan O'Neal può guardare a testa alta Steve McQueen, almeno per una volta nella vita.
Questo film mise d'accordo tutti, critica (tranne qualche parruccone) e pubblico. Cose che riescono di rado. E' magico. Ha realizzato quella che alcuni chiamano Synchronicity, che nel Cinema significa commistione perfetta di immagini (è un film notturno, i fari e le luci si esaltano), musica (pochi e dosati tocchi curati da Michael Small), interpretazioni (già descritte). Puoi guardarlo più e più volte, proprio come fai con un fumetto che ti piace e il paragone calza alla perfezione.
Visione obbligatoria.
Robydick
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