Il matematico Alan Turing è stato un eroe e, al tempo stesso, una vittima di
guerra. Inventore di quello che fu l’antesignano del computer, che contribuì,
durante la seconda guerra mondiale, a decifrare il complesso codice “Enigma”,
utilizzato dai tedeschi per le comunicazioni militari, morì suicida all’età di
41 anni, in seguito alla condanna per omosessualità da parte delle autorità
britanniche, che lo costrinsero ad una cura ormonale che lo debilitò fisicamente
e psicologicamente. Il film The
Imitation Game ne ripercorre sapientemente la vita, raffrontando gli anni
giovanili del liceo con quelli dell’invenzione della macchina “Christopher”, dal nome di un amorino di
infanzia.
Nei panni del crittologo ritroviamo Benedict Cumberbatch, meglio conosciuto
dal pubblico italiano come il protagonista del telefilm Sherlock Holmes, affiancato da una Keira Knightley minore, ma non per questo meno intensa. Insieme a
lui tanti volti noti del piccolo e del grande schermo, a cominciare da Allen Leech (il Tom Branson della
serietv Downton Abbey) a Matthew Goode.
Girato in poco più di due mesi in Inghilterra,
il film vanta quella che nel 2011 era stata definita da Black List una delle migliori sceneggiature non prodotte ad
Hollywood. La pellicola infatti affronta con maestria il delicato tema dell’omosessualità
intesa nell’accezione universale del diverso: diverso è anche colui che pensa
in un modo differente dal nostro, che sia esso un macchinario in grado di “pensare”
o un essere umano, così come diversa è la felicità che insegue la giovane Joan
Clarke (Knightley), femminista e anticonvenzionale che sogna l’indipendenza e
un lavoro che la appaghi, e diversi sono gli esseri umani gli uni dagli altri,
nelle loro idee, nelle loro convinzioni che sfociano in violenza gratuita o
guerra.
Tra i favoriti ai prossimi Oscar 2015, con ben otto
nomination tra cui quella di Miglior
Film e Miglior attore (facendo l’invidia
di Leonardo Di Caprio inizialmente in
lista per il ruolo), The Imitation Game
è un biografico, ma anche un film di guerra, che mostra i successi di un genio
che tanta parte e tanto merito ebbe negli esiti della guerra, e i tormenti
interiori di un uomo in lotta con quel suo essere che tentò di nascondere e
vivere con discrezione. Un film che ci racconta la vita di un uomo fino all’epilogo
finale senza annoiare, sorretto da un bellissimo cast, capeggiato dal
protagonista e da una sceneggiatura davvero straordinaria, la cui summa è forse
rappresentata da una frase dello stesso Turing: «A volte sono le persone che
nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno
immagina».
Magazine Gossip
The Imitation Game, delicato biografico sul tema del diverso
Creato il 31 gennaio 2015 da Marianocervone @marianocervone
Il matematico Alan Turing è stato un eroe e, al tempo stesso, una vittima di
guerra. Inventore di quello che fu l’antesignano del computer, che contribuì,
durante la seconda guerra mondiale, a decifrare il complesso codice “Enigma”,
utilizzato dai tedeschi per le comunicazioni militari, morì suicida all’età di
41 anni, in seguito alla condanna per omosessualità da parte delle autorità
britanniche, che lo costrinsero ad una cura ormonale che lo debilitò fisicamente
e psicologicamente. Il film The
Imitation Game ne ripercorre sapientemente la vita, raffrontando gli anni
giovanili del liceo con quelli dell’invenzione della macchina “Christopher”, dal nome di un amorino di
infanzia.
Nei panni del crittologo ritroviamo Benedict Cumberbatch, meglio conosciuto
dal pubblico italiano come il protagonista del telefilm Sherlock Holmes, affiancato da una Keira Knightley minore, ma non per questo meno intensa. Insieme a
lui tanti volti noti del piccolo e del grande schermo, a cominciare da Allen Leech (il Tom Branson della
serietv Downton Abbey) a Matthew Goode.
Girato in poco più di due mesi in Inghilterra,
il film vanta quella che nel 2011 era stata definita da Black List una delle migliori sceneggiature non prodotte ad
Hollywood. La pellicola infatti affronta con maestria il delicato tema dell’omosessualità
intesa nell’accezione universale del diverso: diverso è anche colui che pensa
in un modo differente dal nostro, che sia esso un macchinario in grado di “pensare”
o un essere umano, così come diversa è la felicità che insegue la giovane Joan
Clarke (Knightley), femminista e anticonvenzionale che sogna l’indipendenza e
un lavoro che la appaghi, e diversi sono gli esseri umani gli uni dagli altri,
nelle loro idee, nelle loro convinzioni che sfociano in violenza gratuita o
guerra.
Tra i favoriti ai prossimi Oscar 2015, con ben otto
nomination tra cui quella di Miglior
Film e Miglior attore (facendo l’invidia
di Leonardo Di Caprio inizialmente in
lista per il ruolo), The Imitation Game
è un biografico, ma anche un film di guerra, che mostra i successi di un genio
che tanta parte e tanto merito ebbe negli esiti della guerra, e i tormenti
interiori di un uomo in lotta con quel suo essere che tentò di nascondere e
vivere con discrezione. Un film che ci racconta la vita di un uomo fino all’epilogo
finale senza annoiare, sorretto da un bellissimo cast, capeggiato dal
protagonista e da una sceneggiatura davvero straordinaria, la cui summa è forse
rappresentata da una frase dello stesso Turing: «A volte sono le persone che
nessuno immagina possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno
immagina».
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