– Capo che succede? Ci hanno impedito di lasciare la sezione. – la voce di Bullet la fece trasalire.
– Hanno assaltato i moli, la nave è sotto attacco. – spiegò, spostandosi in una posizione più sicura.
– Quindi erano sulle nostre tracce. –
CJ avrebbe potuto confermare, ma così facendo avrebbe ammesso che la
Magpie aveva effettivamente qualcosa da nascondere alle autorità. Dare nuove idee alla stazione per perseguitarli non era nell’ottica delle cose che CJ aveva intenzione di fare prima che quel giorno andasse a rotoli.
– Everett lascia gli altri al fresco e porta qui le chiappe. – ordinò invece – Mi serve una mano, sbrigati! –
– Ricevuto. –
Cercò di sbirciare la situazione dello scontro, dalla nave accanto alla
Magpie erano usciti degli uomini armati, ma potevano ben poco contro la squadra di assalitori. Per contro la sicurezza della stazione sembrava sempre più intenta a guardare lo svolgersi degli eventi.
CJ era ferma a metà strada tra la rampa d’attracco e un accesso a quella zona, dove un paio di guardie della sicurezza si erano appostate, coprendo un paio di colleghi più temerari. Non poteva muoversi senza il rischio che gli assalitori la vedessero e la sicurezza non l’avrebbe coperta finché c’era il rischio che fosse in combutta con il commando armato.
Quando Bullet passò di corsa da un accesso vicino, per poco non gli spararono. L’uomo fu rapido abbastanza da gettarsi a terra e CJ lo sentì gridare di essere disarmato, cosa che lo qualificava esattamente come un disturbo inutile per la sicurezza. Facendogli cenno di andarsene verso la parte sicura gli uomini di Crosspoint lo ignorarono, tornando a osservare la scena.
L’uomo strisciò tra i ripari chiamandola un paio di volte, finché non si videro.
– Ci hai messo un bel po’. – commentò CJ facendogli cenno di avvicinarsi.
– Ho dovuto spiegare alla sicurezza che avevo da fare. –
– Ci sono almeno quindici uomini armati, mentre la sicurezza aspetta i rinforzi. –
– Noi siamo nel mezzo e ci spareranno per primi. – comprese l’uomo sporgendosi dal loro riparo per osservare meglio la situazione – I miei ragazzi se la cavano bene. –
– Davvero non hai un’arma con te? –
– Nuova politica del capo, non si portano le armi negli incontri amichevoli. – scherzò Bullet allargando le braccia in segno d’impotenza – Davvero credi che con un’arma riusciresti a mettere fuori gioco quei pazzi? –
CJ scosse il capo, aveva intenzione di mandare l’arma in sovraccarico e usarla come granata.
Purtroppo non è il tuo giorno fortunato.
– Credi che riusciremo a spostarci più avanti? – chiese l’uomo.
– Per fare cosa? –
Bullet indicò una cassa più in alto, che poteva essere facilmente spinta in avanti, causando una sorta di effetto domino su tutta l’area di carico – Vuoi sapere che rumore fanno una trentina di casse che crollano su quei bastardi? –
– Sarà meglio muoversi allora! – fece notare Bullet sporgendosi ancora.
Una scarica di energia si abbatté contro la cassa dove era riparata CJ – Dannazione! Bullet al riparo! –
L’uomo ridacchiò sdraiandosi a terra e strisciando verso un altro riparo.
– Cosa diavolo hai da sghignazzare? –
– Non mi hai chiamato Everett! –
– Ti chiameranno col tuo nome quando ci metteranno nei sacchi per cadaveri, se non ti muovi. –
Si fermarono – Capo promettimi che se usciremo da qui tutti interi mi darai un’altra possibilità! – pregò l’uomo rivolgendole uno sguardo di supplica.
CJ lo ignorò, cercando di capire quanto potessero avvicinarsi. Sentiva le scariche di fucile SSL e l’odore di bruciato che lasciavano le scariche a bassa potenza delle armi portatili. Le casse di quella zona dovevano essere impiegate per il trasporto di materiale economico, altrimenti neanche un fucile da 70MW avrebbe potuto scalfirle.
– Cameron mi stai ascoltando? –
– Non se ne parla, sei un dannato fricchettone europeo, bugiardo per giunta! –
– Io… –
– Capitano la stazione avverte che la sicurezza ha riassegnato tre squadre al nostro settore d’attracco, arrivo previsto tra cinque minuti. – avvertirono dalla nave, interrompendolo.
– Ricevuto. Cinque minuti. –
– Si sono mossi presto. – ammise l’uomo indicandole un punto abbastanza coperto – Avremo al massimo tre minuti, direi di correre e trovare un riparo lontano dalla traiettoria delle armi dei clusterani. –
– Niente domino? –
– Preferisci beccarti un’abbronzatura da SSL proprio in questo periodo dell’anno? –
CJ sospirò, l’altro aveva dannatamente ragione e non poteva aspettarsi che la seguisse persino contro una squadra di uomini armati fino ai denti – Al diavolo, cerchiamo di trovare quel riparo. –
Bullet strisciò sulle paratie del pavimento dell’area di carico, fino all’ultima cassa del blocco dove si trovavano. Fermandosi per riprendere fiato, l’uomo si sporse – Hanno delle radio militari, quelle per frequenze non rintracciabili. Non possono non sapere che la sicurezza sta arrivando! –
– Il diavolo se li porti! Cosa possono volere dalla
Magpie per rischiare così tanto? –
– Sei tu il Capitano, dovresti saperlo. –
CJ non rispose, ma sporgendosi a sua volta fece cenno al suo compagno di correre verso il blocco successivo. Avrebbe voluto essere lei a prendersi un colpo di SSL, ma Bullet non le avrebbe mai permesso di fare una cosa simile, anche nel suo essere un dannato neoeuropeo era un uomo d’onore.
Quando fu la sua occasione prese un lungo respiro, l’essere rimasta accucciata al riparo le aveva provocato un dolore pungente alle ginocchia e cominciava a risentire degli effetti dell’adrenalina, ma più di tutto aveva paura di morire uccisa da quei pazzoidi come una stupida puttanella di Diamond, senza armi e con un colpo alla schiena.
Stai diventando troppo vecchia per queste cose! Si disse, lasciando uscire l’aria per un altro respiro.
– La sicurezza si muove. – le gridò Bullet facendole cenno di sbrigarsi.
Nello stesso tempo, i due schieramenti avevano dato inizio alle danze, tra scariche di energia e imprecazioni. Un colpo a bassa potenza mancò CJ per un soffio, mozzandole il fiato e obbligandola a muoversi.
Scattò verso il riparo, evitando di un soffio una seconda scarica di plasma. Si sentì imprecare, ma era divertita dal caos che aveva intorno, tanto che le sue labbra si erano piegate in un sorriso.
Arrivò addosso a Bullet scivolando, le ginocchia le avevano ceduto proprio l’ultimo istante, ma andava bene ugualmente. Solo quando sentì la gamba bruciarle dall’interno comprese che non era andato tutto liscio, ma svenne per il dolore, prima di rendersi conto che i suoi pantaloni stavano andando a fuoco.
Ogni sogno ha il suo incubo peggiore!