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The man of the year

Da Nina
THE MAN OF THE YEARIndovinate chi é? Lo conoscete?
Sto vecchino mi è molto caro, ci sono affezionata e gli sono particolarmente grata.
No, non è mio nonno e la nanetta non sono io.
Il suo nome è Robert Geoffrey Edwards e non è uno qualunque, uno dei tanti. E' il padre della FIVET (fertilizzazione in vitro con embryo transfert), ovvero, per noi comuni mortali, la procreazione assistita.
Ci studiava dagli anni 70 e finalmente nel 2010 gli hanno assegnato il premio nobel per la medicina. Capite perchè ne parlo? Capite perchè mi sta a cuore?
Grazie al nonnino solo in Italia sono nati più di 10.000 bambini. Nel mondo 4 milioni.
Cifre consistenti direi.
E' un dato rilevante perchè l'Italia, e questo va ricordato, è tra i paesi col più basso tasso di natalità.
Per capirci, dagli anni '70, cioè in meno di un quarto di secolo, la capacità di fare figli si è ridotta di quasi 3 volte. Significa che le coppie sono passate da quasi 3 figli, 2.7 per la precisione, a 1.2, cioè uno e n' anticchia.
Perchè è successo? Perchè le coppie fanno sempre meno figli? Le ragioni sono tante, lo sappiamo tutti.
Ne butto giù qualcuna, giusto così per rinfrescarci la memoria:
un figlio costa, figuriamoci 2.7; le condizioni lavorative sempre più precarie non consentono una stabilità economica tale da incoraggiare alla proliferazione tipica del coniglio; le donne, lavorativamente parlando, non sono tutelate nè incoraggiate a combinare carriera-maternità.
In quanto a politiche sociali l'Italia è arretrata e questo è un dato di fatto, non lo dico io, è così.
A tutto questo aggiungici che le donne sono costrette, per poter garantire un minimo di futuro al figlio, a concedersi all'istinto materno molto avanti con l'età. E qui ti volevo.
Cosa succede quando una donna cerca una gravidanza dopo i 30 facciamo anche 35?
Che le possibilità di una gravidanza dimuniscono parallelamente al diminuire della sua fertilità, la quale è invece inversamente proporzionale all'età.
Ora mettici pure lo stress a cui la vita ci costringe, mettici le sostanze inquinanti a cui il nostro corpo è sottoposto, gli ormoni che ingeriamo inconsapevolmente con la carne, i metalli con cui veniamo a contatto coi cibi e che si depositano nel nostro corpo a nostra insaputa e il quadro clinico è completo.
Perciò le cause, andando a stringere, possono essere racchiuse in due macro insiemi
  1. le coppie sono dissuase dal procreare perchè la vita è cara, è dura,  dove trovo i soldi, dove il tempo e quale futuro garantisco a mio figlio che non so neanche io dove sarò o cosa farò tra un mese;
  2. sempre più coppie hanno problemi di fertilità. 
Lo vogliamo dire? Sono più di quante immaginate.
Adesso capite perchè le cifre di cui sopra, parlando di paesi "sviluppati", sono cifre importanti.
Già si fanno meno figli, in più molti di quelli (temerari! Pazzincoscienti!) che osano si trovano a dover affrontare la frustrante e deludente realtà: credevo fosse più facile fare un figlio, credevo bastasse fare all'ammore e invece sono anni che ci proviamo senza risultati. Dov'è che sbagliamo?
Nessun errore, tutti conosciamo la procedura giusta. Ma non per tutti funziona.
E allora se un modo c'è per aiutarli a sti coraggiosi e intrepidi ragazzi, perchè non usarlo?
Perchè mettersi a fare questioni etiche e morali laddove c'è un problema serio, per la coppia e per l'umanità, e c'è pure la soluzione?
Perchè in Italia c'è il Vaticano che certe cose non le ammette per principio.
Che quando il vecchino di cui sopra ha vinto il nobel, c'è stato un risentimento unanime tra le sacre mura, che vi pensavate che l'avrebbero fatta passare così?
Benedetto sedicesimo è stato chiaro:
"Le tecniche relative alla cosiddetta 'salute riproduttiva', con il ricorso a tecniche artificiali di procreazione feriscono e sono contrarie alla giustizia sanitaria".
A cosa? Alla giustizia sanitaria?
Ma lui lo sa che sta parlando di reali problemi? Che non si tratta di mera speculazione teologica ma della sofferenza di milioni di coppie che vivono il dolore di non poter realizzare il loro sogno più naturale?
No, non lo sa, perchè lui non ha una famiglia, non ha una donna e non ha un istinto paterno.
Perchè ne parlo ora se tanto siamo ormai quasi tutti convinti che mettere al mondo un figlio è un diritto e non un privilegio? Perchè non è del tutto vero, o almeno non per tutti.
Quando ero pre-adolescente ero già affetta da quel meraviglioso vizietto che si chiama spirito critico, perchè mia madre mi ha cresciuta così, nel rispetto delle mie idee e di quelle altrui. Perciò non ero assolutamente il soggetto più indicato per un'opera di evangelizzazione, se capite cosa intendo. Credevo, come adesso, in una forza superiore, un dio, un'energia che è matrice di vita, ma non nel Dio della Chiesa, che punisce  e condanna.
Allora spiegatemi perchè quando in quegli anni si parlava in tv dei successi della sperimentazione in vitro, immediatamente seguita dalle accuse del clero tutto, una vocina dentro di me mi diceva che  forse se quelle coppie non potevano avere figli un motivo c'era.
Qualcosa dovevano aver fatto, sicuramente un'intelligenza superiore doveva aver creduto opportuno privarli della possibilità di avere figli perchè magari non sarebbero stati buoni genitori, non avevano le credenzialità. Come a dire, c'era il loro qualcosa di sbagliato, di non giusto e la natura operava la sua selezione e l'uomo forse faceva bene a farsi da parte e lasciarla lavorare in pace, senza ostacolarla.
Chi si crede di essere l'uomo? Dio?
Poi ho continuato a crescere e a non pensare alla questione della procreazione assistita.
Finchè un giorno mi sono ritrovata addosso una smisurata voglia di essere mamma, così da un giorno all'altro, come una seconda pelle e ho fatto quello che ogni donna innamorata ma anche assennata avrebbe fatto: ho atteso di essere un po' più grande, di avere un lavoro un po' più stabile, sia io che Lui  e ho iniziato ad avere rapporti non protetti, via la contraccezione dalla mia vita.
E quando non è accaduto quello che mi sarei aspettata, secondo le leggi di natura, come conseguenza naturale, appunto, del nostro amore libero, quella vocina è tornata a parlarmi e stavolta ce l'aveva proprio con me.
E giù sensi di colpa a go go, il sentirmi sbagliata, non intera, mancante di qualcosa che evidentemente le altre avevano e io no.
E quella vocina, ora lo so, è il frutto della cultura cattolica, la cultura della condanna e della conseguente e commisurata espiazione, la cultura del non va fatto pentiti, la cultura del senso di colpa, della vergogna della paura.
Quella voce non era la voce della mia anima, della mia coscienza pura, quella voce veniva da fuori, da discorsi sentiti e mi si era ancorata dentro.
Ho dovuto lavorare su me stessa per liberarmi da certi pregiudizi, per smetterla di sentirmi sbagliata, in difetto di qualcosa che mi impediva di essere una bava madre. Per non pensare più che forse sotto sotto me lo meritavo. E mi chiedo perchè, perchè al dolore e alla fatica di una ricerca inconcludente bisogna anche aggiungere il peso del senso di colpa, dell'errore?
Aivoglia a dire che siamo in uno Stato laico...
Chioso con le parole del presidente dell'Associazione Scienza e Vita, Lucio Romano, che ha commentato così al Radio Vaticana, dopo l'assegnazione del nobel:
''Un'assegnazione che disattende tutte le problematiche di ordine etico e che rimarca che l'uomo puo' essere ridotto da soggetto ad oggetto''
e con la risposta di una mamma che evidentemente a tali tecniche si è affidata con fiducia e successo:
" Guardate che bell'oggettino che è mio figlio" con tanto di foto che potete trovare qui, su Metilparaben
 E per concludere, veramente stavolta, concedetemi di essere blasfema, per una volta soltanto si vù plè:
al nonnino, oltre al nobel, io lo farei Santo. Subito!

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