12 febbraio 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •
commento di Antonio Valerio SperaSummary:
The Monuments Men: George Clooney alla ricerca dell’arte perduta
Dall’inizio dello scorso anno i bookmakers lo davano quasi con certezza tra i film protagonisti della prossima notte degli Oscar, ma così non sarà. Non perché The Monuments Men, quinto lavoro da regista di George Clooney, non abbia ricevuto i gradimenti dell’Academy, ma perché l’uscita prevista in patria per il 18 dicembre scorso è slittata di ben due mesi, andando a finire a febbraio. Una decisione insolita per un film di questa “portata”, ma motivata così dallo stesso regista a poche settimane dalla data preannunciata: “non ce la facciamo per il 18 dicembre, gli effetti speciali della post produzione richiedono più tempo del previsto”. Questo slittamento lascia dunque intuire con quanta cura, attenzione e passione Clooney si sia dedicato a questa nuova fatica. Un film rincorso da anni, forse il suo più ambizioso da quando si muove dietro la macchina da presa, una storia vera e importante del secolo scorso che però in qualche modo risulta quanto mai attuale, dato che solo qualche mese fa è passata all’attenzione internazionale il ritrovamento del “tesoro di Hitler”, 1500 opere d’arte sequestrate dai nazisti e nascoste per più di cinquant’anni in un appartamento.
I Monuments Men del titolo erano infatti un gruppo di uomini e donne provenienti da tredici nazioni diverse che durante la seconda Guerra mondiale intrapresero un’importante missione: quella di ritrovare le opere d’arte rubate e sequestrate dai Nazisti per preservarle dalla distruzione. Queste persone erano più che altro conservatori museali, storici dell’arte, che hanno rischiato la loro vita per superare le linee nemiche e salvare mille anni di produzione artistica.
Per raccontare la storia di alcuni di loro, George Clooney si è ispirato al libro di Robert Edsel e come al solito per la sceneggiatura si è affidato alla collaborazione con il fidato Grant Heslov. E insieme si sono presi delle licenze narrative: “I personaggi del libro erano molto interessanti – afferma Clooney – ma abbiamo cambiato i nomi, perché non stavamo facendo un documentario e soprattutto perché volevamo dare dei difetti a questi personaggi e volevamo farli divertire. Tutti i film storici si prendono delle licenze e questa è quella che ci siamo presi noi”. The Monuments Men si preannuncia dunque come un affresco divertito e divertente su una pagina collaterale del secondo conflitto bellico mondiale, un film che si allontana sicuramente dalle tonalità drammatiche dell’ultimo film di Clooney, Le idi di marzo: “L’argomento trattato è molto serio, ma la nostra intenzione non era fare una lezione civile. Ecco perché abbiamo deciso di inserirci tanto umorismo”.
Non per questo però il film porta sullo schermo una rappresentazione falsata della storia: “l’80 per cento dei fatti raccontati è assolutamente vero, quasi tutto quello che si vede è accaduto. In alcuni casi con altri personaggi o in dimensioni minori, ma questo è fare cinema”. Nel gruppo dei “salvatori dell’arte” raccontati da Clooney, troviamo un cast d’eccezione: lo stesso regista, l’amico Matt Damon (il cui ruolo era stato inizialmente affidato a Daniel Craig, costretto a rifiutare per altri impegni concomitanti), Cate Blanchett, Jean Dujardin, John Goodman. Bob Balaban e Bill Murray. “Non abbiamo dovuto scrivere tante battute. Quando hai in scena Balaban e Murray insieme, è divertimento puro già così”, afferma con entusiasmo Clooney, che sul set ha vissuto forse il momento più entusiasmante della sua carriera: “E’ stato un set magnifico, venivano tutti anche quando non avevano le loro scene. John Goodman mi ha detto che è stata la più bella esperienza della sua vita”. E sul risultato finale l’ex star di Ocean’s Eleven non ha dubbi: “Ci sono molte star, c’è una grande colonna sonora di Alexandre Desplat, ci sono molti momenti epici. E’ un film con un grande budget, girato in tante location, tra la Normandia, Parigi, la Gran Bretagna e la Germania. Vi ricorderà molto i film di guerra degli anni ’50, ’60 e ’70, ma non volevamo realizzare una replica di quei fantastici prodotti, ma una nuova versione del genere”.
The Monuments Men non sarà tra i film che si spartiranno le statuette il prossimo primo marzo a Los Angeles, ma dalle parole del regista gli elementi per piacere all’Academy ci sono tutti. La notte degli Oscar 2015 ha già uno dei suoi protagonisti.
di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net
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