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La sopravvissuta ai campi accoglie l'uomo in casa sua. Sono seduti uno di fronte all'altro. Fino a che punto si può chieder scusa? E, di contro, fino a che punto si può perdonare? L'esser stati parte di un sistema, quello nazista, in cui era quasi impossibile restar fuori, può render meno gravosa la colpa? E il mondo ebraico fino a che punto può capire? L'uomo, a denti stretti, cerca di spiegare come a volte la Storia schiacci l'individualità, come il libero arbitrio in alcuni casi sia totalmente sopraffatto. La donna, anch'essa a denti stretti, riesce forse a perdonare e prende la scatoletta del thè.
Ed anche noi, a denti stretti, possiamo dare le nostre opinioni, a denti stretti perchè è impossibile in modo sicuro e plateale anche solo permettersi di giudicare, da una parte e dall'altra, tutti i protagonisti di quella tragedia.
" Come avete potuto permetterlo?"
"Perchè non vi siete ammazzati dopo averlo saputo?"
urla il ragazzo studente di legge. Ha perfettamente ragione ma... se tutto fosse così facile...
Il film (che parte con una meravigliosa sequenza in controluce sotto la pioggia) comincia nel raccontare un Nabokov rovesciato, con il giovane ragazzo che si innamora della lolita matura. Perfetti alcuni passaggi, come il gioco di sguardi dei due amanti e il racconto del fuoco sessuale che prende la coppia, con il ragazzo che il giorno seguente al primo rapporto esce di corsa dalla scuola e si spoglia all'istante appena in casa di lei. A mio avviso c'è un eccesso sia visivo che di plot (stessa scena troppe volte ripetuta) riguardo la nudità dei due protagonisti e sui loro amplessi. E' il solito discorso, ai grandi registi sarebbe bastata una pennellata rispetto a una secchiata di colore. Però le turbe del quindicenne infatuato della ultratrentenne son raccontate perfettamente (innamoramento incontrollato, scoperta del vero sesso, rifiuto delle coetanee etc...).
Lei nasconde due segreti: uno gravissimo (passato nelle SS) , l'altro molto più lieve (analfabetismo) ma alla luce dei fatti e di sviluppo degli eventi, considererà molto più inconfessabile e vergognoso il secondo rispetto al primo. E' qui che il film di Daldry può offrir il suo punto di rottura. E' plausibile una cosa del genere? Si rischia davvero il didascalismo: la vergogna di non saper leggere più forte di ogni indagine etica e morale? e del tentativo di difendersi?
Io credo di sì, che lo svolgimento sia perfettamente plausibile. Molte volte nel cinema si è raccontato il concetto di volontaria rimozione o svilimento di una tragedia di cui ci si è resi colpevoli. The Reader, in un modo che apparirà poco credibile a tanti, fa soltanto lo stesso.
Una Kate Winslet strepitosa, ulteriore conferma per un'attrice di categoria superiore, incarna perfettamente la donna sopraffatta dalla Storia, quasi intontita dagli accadimenti della propria vita. Non è un mostro Anna, come del resto non è certamente una persona meritevole. E' solo una donna probabilmente poco intelligente e debole caratterialmente che non ha saputo nè analizzare nè contrastare tutto quello che di atroce ha compiuto nella sua vita.
Alla fine dell'Odissea piangeva Anna, e non tanto per la bellezza dell'opera ma per la meraviglia di sentir leggere, godere di una cosa che lei non ha mai saputo fare (a tal proposito la scena al ristorante è magnifica). Questo era il suo più forte legame con l'Olocausto, il sentir leggere, e questo probabilmente la bloccava dal voler imparare. Per amore lo farà, ma quando scoprirà che anche l'amore, quell'amore impossibile e fugace di un'estate di tanti anni fa ormai non c'è più, quei libri di Tolstoj, Lawrence, Twain, Omero e Cechov che in questi anni gli hanno dato una ragione di vita ora sono soltanto un aiuto, una base, per morire.
(voto 8)
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