Magazine Cinema
Origine: Australia
Anno: 2014
Durata: 93'
La trama (con parole mie): dieci anni dopo il collasso economico planetario, nel cuore dell'outback australiano il solitario Eric si getta all'inseguimento della banda di rapinatori in fuga responsabile del furto della sua auto. Ignorando qualsiasi ostacolo e difficoltà, lo stesso Eric si troverà, nella rincorsa alla gang, ad incrociare la strada con Rey, fratello del leader dei fuggitivi lasciato a morire ferito sul luogo della rapina.I due uomini, mossi da motivazioni profondamente differenti, si troveranno a condividere uno strano, lungo viaggio uno accanto all'altro: cosa accadrà quando giungeranno a destinazione?E soprattutto, riusciranno a trovare un equilibrio tra le loro differenti visioni in modo da poter raggiungere lo scopo senza intralciarsi - o uccidersi - l'un l'altro?Quando la sabbia si sarà depositata, e resterà solo il vento a parlare, solo la Legge della giungla fornirà una risposta.
Ricordo bene il giorno in cui vidi Animal Kingdom, qualche anno fa: non tanto per il film, che nonostante alcune ottime recensioni ed una certa potenza mi parve solo discreto, quanto perchè mio padre fu ricoverato per un'improbabile peritonite a sessant'anni suonati da un pezzo.Il ritorno sullo schermo dello stesso, ruvido regista australiano, però, mi incuriosiva non poco, in parte per l'amore incondizionato che nutro per la terra Down Under, in parte perchè il genere pareva proprio quello giusto per il sottoscritto: spazi sconfinati, inseguimento, sparatorie, poche parole.Come direbbe il Cannibale, una fordianata.E devo ammettere che The rover non è neppure così male, preso nel complesso: i due protagonisti - sì, perfino Pattinson - sono a loro modo convincenti, la colonna sonora interessante - pur se con le dovute proporzioni, è riuscita perfino a ricordarmi l'allucinato e splendido viaggio composto da Neil Young per Dead man -, i paesaggi mozzafiato - del resto, il deserto australiano è qualcosa di davvero spettacolare anche nei suoi scorci più spogli -, l'equilibrio tra tempi dilatati ed improvvise fiammate ben calibrato.Eppure The rover non è neppure un buon film. Per niente.Anzi, la cosa a cui somiglia di più è un piatto potenzialmente buono completamente privo di sale.Il lavoro di Michod - che, a questo punto, forse non dev'essere proprio un fenomeno come molti avevano pensato ed io stesso avevo sperato ai tempi dell'uscita del già citato Animal Kingdom -, elaborato a partire da un soggetto scritto con l'attore Joel Edgerton, mostra lacune decisamente importanti dal punto di vista del carisma - se così si può scrivere a proposito di una pellicola - e della capacità di prendere il pubblico e trascinarlo all'interno di una storia violenta e priva di grandi speranze - come, del resto, aveva già mostrato di essere nel mood di raccontare - pronta, nel finale, a fare una sorta di passo indietro "morale" che vorrebbe colpire dritto al cuore ma che era riuscito decisamente meglio a Lucky McKee nello splendido Red: non ho pensato, nel corso della visione, che si trattasse di una questione di noia o incapacità di raccontare - esistono titoli decisamente più lenti, ed altri incredibilmente più brutti di questo -, quanto al fatto che l'impressione trasmessa dal viaggio grottesco e spietato di Eric e Rey sia quella di qualcosa che il regista poteva anche non raccontare, più o meno la stessa comunicata dalla differenza tra un post scritto con il cuore a proposito di un film che si è amato - o odiato - ed uno che, a conti fatti, aver visto oppure no finisce per non cambiare di una virgola la nostra visione del mondo.Come se non bastasse, inoltre, le ore trascorse dalla visione hanno finito per ridimensionare le già non entusiasmanti impressioni iniziali, andando a gettare benzina sul fuoco rispetto all'idea che Michod non sia altro che un fuoco di paglia - per l'appunto - in attesa di approdare ad Hollywood e cominciare a girare blockbuster di serie b come capitò a giovani promesse del calibro di Matthew Kassovitz senza però aver mai raggiunto le vette che quest'ultimo toccò con L'odio.Lo stesso cocktail proposto, frutto della combinazione di road movie, action, vendetta, disagio interiore ed esteriore e futuro prossimo distopico - attenzione, però, a non confonderlo con un altro prodotto australiano doc, Interceptor, che una cosetta come questa se la mangia a colazione - finisce per risultare incapace di prendere una via definitiva, così come per sprecare momenti decisamente interessanti come il confronto tra Rey e suo fratello nel finale - che deve molto sempre ad Animal Kingdom -: quello che resta passa tutto da Eric di fronte al nano trafficante d'armi e dal durissimo e meraviglioso outback australiano.Ma è troppo poco perchè si possa credere di essere di fronte ad un grande film.Così come è troppo poco perchè si possa pensare di essere in procinto di massacrarne uno pessimo.
MrFord
"There can be no denyin' that the wind 'll shake 'em down
and the flat world's flyin'there's a new plague on the land if we could just join handsif we could just join hands."Led Zeppelin - "The rover" -
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