Ambientato sul finire degli anni ’50, “The Rum Diary – Cronache di una passione” racconta la sgangherata storia di Paul Kemp (Johnny Depp), giornalista e scrittore newyorkese alcolizzato e divorziato. Kemp, stanco della vita frenetica della Grande Mela e dell’America di Eisenhower, si trasferisce a San Juan in Porto Rico per lavorare nel San Juan Star, quotidiano locale che naviga in bruttissime acque. Assegnato inizialmente dall’opprimente direttore Edward J. Lotterman (Richard Jenkins) alla rubrica degli oroscopi, successivamente riceve una promozione e passa alla cronaca nera, subentrando al collega Moberg (Giovanni Ribisi), giornalista ormai bruciato dall’abuso di alcol e droghe. Adottando lo stile di vita intriso di rum della Lost Generation di Hemingway e soci, la vita di Kemp è ben presto travolta dal vortice di alcool, eccessi e personaggi squinternati; egli rimane invischiato in una relazione con l’affascinante Chenault (Amber Heard), donna dell’uomo più potente dell’isola, Hal Sanderson (Aaron Eckhart), un ricco e ambiguo affarista coinvolto in loschi progetti immobiliari. Per realizzare i sogni di scrittore e salvarsi da un gruppo di anime perse tra l’autodistruzione e i traffici illeciti dell’America del proibizionismo, Kemp dovrà riscoprire la sua vera natura di scrittore e la propria integrità di uomo; quando le cose si metteranno male, non gli resterà altro da fare che ripescare quel poco di giornalista sobrio che è rimasto in lui e denunciare un illegale affare immobiliare di Sanderson che sta per devastare, inondandolo di cemento e turisti, uno dei pochi paradisi tropicali ancora incontaminati.
“The Rum Diary – Cronache di una passione” è l’adattamento del romanzo semi-autobiografico di Hunter S. Thompson, scritto nel 1959 e uscito per la prima volta nel 1998. La pellicola, concepita per un target di spettatori il più ampio possibile, è dotata di una gradevole punta di sarcasmo e, a tratti, è davvero esilarante. Johnny Depp si cimenta per la seconda volta con un’opera del suo amico e scrittore Hunter S. Thompson, interpretando magistralmente un personaggio sopra le righe. Purtroppo la lettura cinematografica del regista e sceneggiatore Bruce Robinson, divenuto celebre per aver scritto “Urla del silenzio”, non è tale da ricreare la graffiante e surreale ferocia del linguaggio espresso dall’autore nel romanzo. Nonostante il film sia ricco di ironia e humor, il tessuto narrativo è labile: infatti le varie sottotrame non supportano a dovere la storia del protagonista, che si perde in una serie di scene che singolarmente sono senz’altro riuscite, ma insieme non costituiscono una trama interessante. “The Rum Diary – Cronache di una passione” non possiede la dolorosa amarezza ne lo spirito anarchico che caratterizza il protagonista della trasposizione cinematografica di un altro romanzo di Hunter S. Thompson, quel “Paura e Delirio a Las Vegas” diretto, quattordici anni fa, dall’incontenibile creatività di Terry Gilliam.
The Rum Diary vi aspetta al cinema a partire dal 24 aprile.
di Alessandro Burgio