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The Suffering of the Phoenix - Capitolo 3

Da Taibaibai

Quando mi svegliai, era pomeriggio inoltrato e Sun Quan era entrato nella tenda portandomi il pranzo. Lo appoggiò su un tavolino, mentre mi osservava alzarmi e avvicinarmi ad esso. Mi sedetti a gambe incrociate e presi a mangiare. Anche lui si unì a quel piccolo banchetto, sorridendomi ogni volta che i miei occhi si posavano sul suo volto.Non mi aspettavo che Sun Jian stesse mettendo in atto un diversivo per indurre Cao Cao in inganno. Non l’avrei mai creduto, anzi, per tutto il tempo avevo creduto che voleva sbarazzarsi di me perché la mia presenza gli dava fastidio.“Cosa pensi, Fran Shin?” chiese Sun Quan, riportandomi alla realtà.“A quanto sia orrida la guerra” risposi posando le bacchette nel piatto ormai vuoto. “Oggi sono morte persone, sono morti i miei soldati, che si fidavano di me”.Sun Quan si alzò e si avvicinò a me, sedendosi al mio fianco. Mi diede una pacca sulla spalla, cercando di rincuorarmi, di darmi coraggio, mentre io desideravo un forte abbraccio.“Purtroppo la guerra è un ammasso di morti, di sangue e putrefazione. Non porta gioia, ma arreca solo dolore”. Si scosse dai suoi pensieri macabri e girò lo sguardo verso di me, fissandomi dritto negli occhi. “Comprendo benissimo la tua peridta, Fran Shin”.Abbassai il capo, mentre sentivo l’impulso irrefrenabile di gettarmi fra le sue braccia. Volevo sentire il calore umano, ricevere una carezza, sentirmi amata. Gli presi una mano, la strinsi fortemente, mentre una lacrima scivolava lungo la guancia e cadde sul suo palmo.“Cosa c’è?” sussurrò e prese il mio volto fra le sue mani, liberandosi da quella mia leggera stretta.“Nulla mio signore, solo un grande vuoto nel mio petto”.Mi lisciò una guancia delicatamente, intanto gli poggiavo il capo sul petto. Lo sentii irrigidirsi perché non si aspettava quel mio gesto, ma poco mi importava. Mi strinsi a lui, piangendo silenziosamente, ma, dopo alcuni secondi, Sun Quan mi abbracciò, cercando di comfortarmi. Mi sussurrò alcune parole nell’orecchio, mentre batteva leggermente una mano sulla spalla. Ma, le sue dita corsero lungo i miei capelli, che avevo sciolto per dormire. Li accarezzò e ne annusò l’odore.Alzai il volto perdendomi nei suoi occhi, che erano due irridescenti fiamme verdi. Sentii un brivido lungo la spina dorsale, mentre un pensiero si faceva largo in me. Chiusi gli occhi e gli baciai le labbra, perdendo qualsiasi contatto con la realtà. In quel preciso momento ero da sola sulla faccia della Terra, insieme a Sun Quan, dimenticandomi per un attimo della battaglia appena combattuta e dei morti e dei feriti.L’uomo ricambiò per alcuni minuti, poi, consapevole di quanto stesse accadendo, si staccò bruscamente, lanciandomi un’occhiataccia. Arrossii violentemente e mi inchinai al suo cospetto, poggiando la testa nel terreno.“Mi perdoni mio signore, non so cosa mi abbia preso”.“Fran Shin” disse in un sussurro facendomi alzare. “Non mi ero accorto di nulla”.Lo guardai non comprendendo le sue parole e mi lisciò i capelli. “Cosa intende?”.“Riposati ora che sei ancora sconvolta dalla battaglia”. Uscì dalla tenda lasciandomi da sola.Quando rientrò, mi trovò stesa sul giaciglio, gli occhi leggermente socchiusi, persa nei miei pensieri. Si avvicinò e posò una mano sulla mia, attirando la mia attenzione. Lo guardai e gli sorrisi.“Partiremo domattina all’alba”.“Non si preoccupa di un possibile attacco da parte di Cao Cao, mio signore?”.Scosse la testa. “Ha subito una dura disfatta, sicuramente, è alla ricerca di un luogo dove accamparsi e prendersi cura dei suoi uomini”.“Mio signore, di certo, sta preparando anche una strategia per impossessarsi della città e di queste terre”.“Per questo ci sta pensando mio padre, domani invierà altri uomini”.Sun Quan gettò lo sguardo all’entrata della tenda, come se volesse accertarsi che nessuno stesse origliando fuori. Intanto, le luci del giorno andavano spegnendosi e le ombre si allungavano sul pavimento di paglia. L’uomo rivolse nuovamente lo sguardo sul mio e mi accarezzò dolcemente i capelli, poi scese lungo una guancia e il mento, prima di baciarmi le labbra. Sentii la sua lingua intrufolarsi nella mia bocca ed assaporarla con gusto e dovizia, lisciandomi il palato e l’arcata dentale. Ricambiai il suo bacio, portando le braccia intorno al suo collo, facendolo maggiormente abbassare verso di me e prolungare il contatto delle due bocche. Nel frattempo, gli sciolsi i capelli, che caddero con un lento movimento dietro le sue spalle.Sun Quan prese a spogliarmi, togliendomi la cotta di ferro e i vari strati dell’armatura e dei vestiti. Ormai nuda, prese ad accarezzare il mio corpo, assaggiandone la morbidezza, mentre con la lingua titillava i capezzoli di uno dei miei seni. Mi lasciai sfuggire alcuni gemiti, che non riuscivo a trattenere, mentre, con mani esistanti, iniziai a svestirlo.Lanciai i suoi vari indumenti al suolo, mentre un fisico scolpito, formato da muscli guizzanti, emerse sotto vari strati di vestiti.Le mie labbra, simili a soffici piume, scivolarono lungo lo sterno, l’addome e la pancia. Leccai l’ombelico, facendo entrare la mia lingua in quella piccola cavità, procurandogli brividi di piacere. Socchiuse leggermente gli occhi, mentre sentiva le mie mani sfiorare il suo sesso, ancora coperto dai pantaloni, che subito gli sfilai. Vedere il suo enorme cazzo mi fece venire voglia di morderglielo. Spalancai la bocca e presi a leccarglielo con veemenza. Aveva un sapore dolciastro, era come se stessi leccando un dolce, ed era duro, turgido dandomi la sensazione di suggere un succulento e polposo frutto. Avvertii le sue mani sprofondare nei miei capelli, mentre Quan perdeva qualsiasi contatto con la realtà. Aveva leggermente inclinato la testa all’indietro e i suoi gemiti avevano iniziato a riempire la tenda. Sembrava che non gli importava di essere udito dagli altri, ormai, aveva dimenticato anche il luogo in cui si trovava.Portai la lingua sulla cappella del suo pene, dapprincipio gliela leccai tutta e, poi, con avidità e bramosia gliela succhiai, come se fosse una carnosa ciliegia rossa. Lo sentii quasi urlare dal piacere di quel mio gesto e, in preda alla libidine, spinse, delicatamente, la mia testa sempre più a fondo.Ma, ad un tratto, Quan mi fermò, facendomi alzare la testa. Mi baciò la bocca, prima di far scivolare la sua lingua lungo il collo, lo sterno e l’addome. Mi morse un seno, mentre le sue mani si dirigevano verso il pube della mia fichetta. Prese a titillarmi il clitoride, ormai turgido ed eretto. Lo sentii pigiarlo, tirarlo e schiacciarlo, mentre rivoli di saliva fuoriuscivano dalle mie labbra, insieme a sospiri di indecenza.Presa dall’estasi più profonda, chiusi gli occhi e mi persi tra mille pensieri, tra mille immaginazioni, affondando nella mia fantasia più oscura e nascosta. Non so perché, ma mi vidi stagliata all’orizzonte di un grosso tramonto, sulla sabbia, la risacca del mare che mi bagnava le ginocchia, mentre con un grosso ramo, trasportato dalle onde, lo infilavo tra le mie cosce, in quella mia calda fica ingorda e bagnata di bruciante piacere. Pian piano vedevo quel grosso cazzo di legno venire ingoiato, in parte, tra le grosse labbra della mia vagina, mentre con ardore lo spingevo in me.Improvvisamente, un piccolo dolore mi fece spalancare gli occhi, allontanandomi da quella scena di puro erotismo. Sun Quan mi stava penetrando con il suo turgido fallo con un impeto selvaggio. Quando lo sentii dentro di me, mi sentii riempire di mille sensazione e svuotarmi dal lancinante dolore provocato dal desiderio. Inarcai la schiena, mentre mille sospiri uscivano dalle mie labbra dischiuse.L’uomo prese ad imprimere spinte sempre più veloci, andando sempre più a fondo. Sentivo il cazzo arrivarmi allo stomaco, allo sterno, infilzarmi come se fosse stata una spada, procurandomi brividi lungo la schiena, elettrizzandomi dalla punta dei piedi a quelli dei capelli, accapponarmi la pelle. Era un miscuglio di mille sensazioni che presero vita, risucchiandomi, stritolarmi, divorarmi interamente, smorzandomi il respiro e ampliandomi i sensi.Chiusi gli occhi per meglio godermi quelle spinte, quei fini movimenti e di nuovo una visione e di nuovo la mia fantasia prendevano vita. Senza rendermene conto, venni e mi feci sopraffare dalla forza imminente dell’orgasmo, sentendomi stanca ma sazia. Sun Quan venne poco dopo e si stese accanto a me e mi strinse a sé. Mi baciò le labbra e gli occhi, per poi cullarmi.Mi addormentai tra le sue braccia, satolla e felice, perché ero riuscita a fare mio l’uomo che amavo.

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