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The Wolf of Wall Street: la quinta volta insieme per Scorsese e Di Caprio

Creato il 23 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

23 gennaio 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •

commento di Antonio Valerio Spera

Summary:

The Wolf of Wall Street: la quinta volta insieme per Scorsese e Di Caprio

Scorsese-DiCaprio, ancora una volta. La quinta per l’esattezza. Un connubio iniziato nel 2002 con Gangs of New York e che da allora, a parte Hugo Cabret, non ha mai visto il regista di Quei bravi ragazzi lavorare senza il suo nuovo attore feticcio. Un’affinità elettiva, senza dubbio, ma soprattutto professionale che ci ha fatto realmente scoprire il talento limpido di DiCaprio, che prima dell’inizio di questa collaborazione, nonostante la nomination all’Oscar per Buon compleanno Mr. Grape, ancora non veniva considerato un attore di sicuro affidamento, ma solo un divo da star system. Ed eccoli di nuovo insieme, per l’occasione in un film che si distanzia molto dalle tonalità cupe, violente o drammatiche delle precedenti. The Wolf of Wall Street è infatti una black comedy, un genere che Scorsese non intraprendeva sul grande schermo da quasi trent’anni, da quando diresse prima Re per una notte (1983) e poi Fuori orario (1985).

Tratto dall’omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort, il film racconta l’ascesa e la caduta di uno dei primi uomini che hanno fondato una società di brokeraggio negli Stati Uniti, nel 1987, e che undici anni dopo, nel 1998, fu arrestato per frode e riciclaggio. Ovviamente Belfort sullo schermo è Di Caprio, per la seconda volta dopo The Aviator alle prese con un biopic diretto dal suo amico Scorsese.

Il film era stato proposto già nel 2007 all’attenzione della Appian Way, la casa di produzione dell’attore, che trovò il testo Belfort un piccolo racconto di corruzione e di avidità. “Il libro – afferma DiCaprio – mostra perfettamente la dipendenza tipica americana all’ambizione economica”. “Belfort – prosegue l’attore – era un pesce piccolo in uno stagno gigantesco, che motivava i suoi dipendenti convincendoli che erano degli eroi. All’epoca Wall Street era come il Wild West”. Ma ciò che colpì di più DiCaprio fu la trasparenza del romanzo: “In esso ho ritrovato la stessa brutale onestà dei film di Scorsese, quella volontà di non trascurare niente nel racconto, anche gli aspetti più intimi e scomodi”.

Gallery The Wolf of Wall Street

Quando la casa di produzione indipendente Red Granite Pictures è entrata nella produzione, è stato possibile realizzare il film. E a quel punto Di Caprio ha convinto Scorsese a dirigerlo: “Gli ho detto: non credo che avremo più l’occasione in futuro di fare un film del genere”. E il “suo” Marty non ha potuto rifiutare l’offerta, anche perché il romanzo di Belfort, tanto dolororo quanto ironico, già alla lettura sembra un film di Scorsese, ponendo sul piatto tematiche come peccato, redenzione, ossessione, eccesso, che si sposano perfettamente con la poetica del regista italoamericano. “La messa in scena di Marty secondo me è quella che sognava lo stesso Belfort. Quando Marty la prima volta non poteva fare il film ho provato con altri registi, ma non mi sono mai sentito tranquillo per dare il via al progetto – afferma convinto DiCaprio. “Ero fissato con Marty, nessun altro come lui poteva riportare sullo schermo la ruvidezza, la musica, e soprattutto l’umorismo richiesto per trasmettere l’eccitazione di questi giovani pronti alla scalata di Wall Street”.

The Wolf of Wall Street, che è stato girato negli Stati Uniti d’America, nelle città di New York, Ardsley, White Plains e Closter, con alcune tappe anche in Italia, tra Portofino, le Cinque Terre e Chiavari, è stato adattato per lo schermo da Terence Winter, creatore della serie Boardwalk Empire, e vede tra i protagonisti, oltre a Di Caprio, anche Matthew McConaughey, Rob Reiner, Jon Favreau e soprattutto Jonah Hill, che interpreta il secondo di Belfort nella società Stratton Oakmont. Così come l’ex star di Titanic ha passato molto tempo con il vero Belfort per poter rendere al meglio il suo personaggio, anche Hill ha trascorso settimane con dei veri broker. “Rispetto a quanto descritto dal libro – dichiara l’attore nominato all’Oscar per Moneyball – il mondo dei broker contemporaneo forse è più politicamente corretto e meno sciovinista, ma comunque anche oggi persone deboli o considerate tali sono carne per questi “lupi” di Wall Street”. La durezza e la cupidigia di queste persone è resa con molta ironia nel film, ed è per questo che la nuova fatica di Scorsese si presenta con delle evidenti tonalità da commedia. “Non abbiamo però preso seriamente il genere – tiene a sottolineare DiCaprio. “Marty sul set mi diceva sempre: non preoccuparti del genere, non importa che tipo di film verrà fuori, pensa solo a rappresentare con onestà il tuo personaggio, è questo ciò che cerca il pubblico”. Ed è per questo che – ne siamo certi – Jordan Belfort entrerà di diritto in quella schiera di personaggi indelebili offerti da sempre dal cinema di Scorsese, andandosi a piazzare vicino ai mitici Travis Bickle di Taxi Driver, Jake La Motta di Toro scatenato e Bill “il macellaio” di Gangs of New York.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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