Magazine Cinema
I giorni del '36 (1972)
La recita (1975)
I cacciatori (1977)
Alessandro il Grande (1980)
Viaggio a Cyteria (1984)
Il volo (1986)
Paesaggio nella nebbia(1988)
Il passo sospeso della cicogna (1991)
Lo sguardo di Ulisse (1995) - 4/5
L'eternità e un giorno (1998)
La sorgente del fiume (2004)
Chacun son cinéma (2007) [Episodio "Trois minutes"]
La polvere del tempo (2009)
Anghelopulos (1935-2012) è forse il regista greco più conosciuto a livello internazionale; molto noto nel panorama del cinema d'autore, sovente ospite di festival internazionali, realizza spesso film lunghissimi, trasudanti atmosfere da epica classica, poemi di viaggio ed esistenziali, con poco dialogo e lunghissimi piani sequenza. Il suo film più famoso è forse "La recita", ma in italia sono conosciuti anche "Il passo sospeso della cicogna" (per la presenza di Mastroianni) e "Lo sguardo di Ulisse"(cui doveva prendere alle riprese Gian Maria Volontè, morto poco dopo l'inizio della lavorazione e sostituito). E' morto nel 2012 investito da una moto.
-Lo sguardo di Ulisse
(To vlemma tou Odyssea) di Théo Anghelopulos - Grecia/Francia/Germania/Italia 1995 - drammatico/fantastico - 175min.
Un regista greco (Harvey Keitel) torna in patria alla ricerca di tre rulli di pellicola girata nel 1905 dai fratelli Manakis, pionieri del cinema balcanico, che potrebbe rappresentare il primo vero film della storia del cinema. Il guaio è che non si sa esattamente che fine abbiano fatto questi rulli, e la confusione dovuta alle guerre balcaniche del periodo non facilita certo la ricerca. Durante il suo lungo viaggio, il regista attraversa Grecia, Romania, Serbia, arrivando infine nella Sarajevo distrutta dai bombardamenti dove conosce l'attuale detentore dei rulli, un vecchio (Erland Josephson), curatore dell'archivio cinematografico della città, che conserva le più importanti opere cinematografiche fra cui anche la fantomatica pellicola dei Manakis, che finora nessuno è però riuscito a sviluppare a causa della sconosciuta formula chimica usata per impressionare la pellicola.
Film epico, come suggerisce il titolo è una moderna Odissea in una terra devastata e morta (siamo in inverno: neve, alberi spogli, freddo e desolazione) da parte di un uomo che è alla ricerca di quel primo, inedito e puro sguardo al mondo da parte del cinema, unica forma d'arte rimasta a questo mondo distrutto dalla guerra.
E' certo un film atipico, incentrato sulla Storia e sulla Settima Arte, buia e falsa la prima, pura ed autentica la seconda. Ha lo spessore (e l'ambizione) di un racconto archetipico, che tratta di temi universali (la Guerra, l'Amore, il Viaggio), e lo fa molto più con le immagini che con la parola; Anghelopulos ha uno stile unico, fatto di polverosi e lunghissimi piani sequenza, anche ricorrendo a panoramiche di 360 gradi, in cui le figure umane sono riprese in campo lungo o lunghissimo, perse nella vastità di un ambiente desolato e grigio, oppure condensando genialmente in una stessa scena anni e anni. Nel suo inquieto girovagare, Harvey Keitel, da grande attore qual è, interpreta con dolorosa partecipazione il ruolo di un uomo che ne rappresenta molti, e che incarna sentimenti universali di dolore, nostalgia, smarrimento, disagio esistenziale. Almeno in due scene attinge alla sua precedente interpretazione ne Il cattivo tenente : il nudo integrale ed il pianto mugolante nel finale. Che Anghelopulos l'abbia scelto per questo?
la parte di Josephson sarebbe dovuta essere di Gian Maria Volontè (cui il film è dedicato), morto poco prima dell'inizio delle riprese.
Lunghissimo e (bisogna dirlo) lentissimo, a volte si perde un pò nella descrizione ambientale (come nell'interminabile sequenza del viaggio a bordo di una barca che trasporta i resti di una colossale statua di Lenin), ma sono molte le sequenze potenti, visivamente ed emotivamente (la parentesi amorosa con una donna che ha perso il marito, l'epilogo nella nebbia), sottolineate dalla bella, malinconica colonna sonora di Heleni Karaindrou.
Da vedere, ma solo se si è in vena.
Voto: 4/5
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