Il consiglio di Federica De MasiSummary:
Disaster movie o film post apocalittico? These final hours cavalca una delle tendenze del momento legate al filone apocalittico, mettendo in scena personaggi in attesa della fine del mondo fra filosofia e follia collettiva. E voi cosa fareste prima della fine?
These final hours si svolge durante l’ultimo giorno sulla Terra, in attesa che l’impatto di un asteroide sul versante nord dell’Oceano Atlantico cancellerà per sempre la vita umana come noi la conosciamo. Il protagonista di questa storia è James (Nathan Phillips) che a 12 ore dall’apocalisse che lentamente sta raggiungendo Perth, in Australia, attraversa le strade della sua città ormai senza legge per raggiungere la festa delle feste, dove s’incontrerà con la sua fidanzata per celebrare la fine di tutto. Il suo incontro con Rose (Angourie Rice), una bimba alla disperata ricerca del proprio padre, porterà James ad interrogarsi su quello che realmente conta nella vita.
Il film è di madre patria australiana e aveva fatto parlare di sè durante lo scorso Festival di Cannes dove fu presentato nella Quinzaine des Réalizateurs. These final hours è il primo lungometraggio di Zak Hilditch, a cui aveva cominciato a lavorare dal 2009, quando scrisse una storia di fantascienza in cui un gruppo di persone dovevano unire le forze per far fronte alla fine del mondo. Ispiratosi a 28 giorni dopo di Danny Boyle e alla serie tv culto I confini della realtà, questo film vuole coinvolgere lo spettatore domandandogli “e tu cosa faresti se arrivasse l’apocalisse?” e soprattutto puntare sugli elementi cardini della fantascienza che riguardano gli aspetti e le prospettive umane nelle situazioni di pericolo per il genere.
Alla mente piombano altri film come The mist, racconto di fantascienza di Stephen King trasformato poi in un bellisimo e claustrofobico film diretto da Frank Darabont, regista e autore francese, che non si può nominare senza citare il fenomeno televisivo The Walking dead che unisce le atmosfere post apocalittiche all’immaginario romeriano degli zombie. These final hours si plasma sulle atmosfere più in voga del momento costruendo fra i deliri e le allucinazioni esistenzialiste di chi attende la fine che incombe, un percorso straziante, dove fin dall’inizio è certo che questa volta nessuno si salverà.
Cinema: catarsi e proiezione delle paure di chi vede scorrere gli ultimi minuti della propria esistenza. Più introspettivo e focalizzato sul rapporto padrefiglia e sull’elaborazione della maturità personale, questo è un viaggio psicologico che non ha nulla a che vedere con i disaster movie made in Hollywood. Circondato dal calore della fotografia aranciata e bruciacchiata, il film si preannuncia come un crescendo di ansia e paura, che solleticherà la curiosità di chi non vorrebbe mai trovarsi in una situazione del genere e lascerà spazio sulla riflessione su quello che realmente conta nella vita. La sequenza dedicata alla feste delle feste rappresenta alcune delle scene più scioccanti del film. Baccanali, orgie e roulette russe sono d’obbligo in attesa dell’oblio: tutte le pulsioni e ossessioni saranno accontentate.
Anche il cast del film è tutto australiano: il protagonista è Nathan Phillips, già visto in Wolf Creek e Snakes on a plane, che oltre agli occhioni chiari e ai bicipiti cerca di far arrivare allo spettatore la parte più psicologica del suo personaggio. Al suo fianco Angourie Rice, la bambina Rose, protagonista di A spasso con i dinosauri, e Jessica De Gown che interpreta Zoe.
Il film si preannuncia intenso – il minutaggio è fissato sotto l’ora e trenta – e sarà distribuito dalla Indie Pictures da giovedì 20 novembre.
Federica De Masi per Oggialcinema.net