Ho deciso di parlarvi di Sex and the City perché, ripensando ai tanti telefilm visti nei miei lunghissimi 23 anni (giuro che facevo anche altro…guardavo anime, film e giocavo a Barbie, un’infanzia felice insomma XD ), ho capito che questo è uno di quelli da cui c’è sempre una lezione da imparare e poi perché ogni 3-4 mesi la Fox lo ripropone e mi costringe a rinfrescare la memoria volente o nolente.
Ho appena rivisto il finale di serie per la 5ª volta (ormai ho perso il conto) e devo essere sincera è davvero l’unico telefilm di cui non mi stanco mai.
Si sa Sex and the City ha mostrato al mondo non solo la vita della donna (a partire da New York) degli anni 2000, e resta sempre molto attuale, ma anche come la donna pensa da quando l’uomo ha scoperto il fuoco (e siamo dovuti arrivare solo al 2000 affinché gli uomini decifrassero la nostra mente? Misteri…) e forse questo ha destato scalpore…ma credo di più che sia il troppo Sex nella City.
(quanti insegnamenti…)
Chi è una donna timida lo guardi, chi è una donna più trasgressiva pure…insomma va bene per tutti.
Mostrerò questo piccolo capolavoro non solo con un occhio soggettivo (il mio), ma anche con un occhio più oggettivo e ripeto, per definirlo tale mi ci sono voluti vari anni e varie visioni, perché logicamente a ogni età ho avuto una percezione diversa, un po’ come con Meredith Grey…mi ci sono volute più visioni per apprezzare quel suo sguardo da “sono una donna triste e cupa”, ma almeno con una motivazione (dovuta alle varie delusioni e ostacoli della sua vita), per poi ritornare a sbuffare tra la decima e l’undicesima stagione (Insomma Shonda!! Non posso passare altri 3-4 anni a rivedermi la serie per apprezzare ancora la protagonista…essu!!).
A primo impatto, in base alla sensibilità di chi guarda, credo che la serie o lasci perplessi o non piaccia proprio. Insomma ci devi uscire a cena più di una volta per fartela piacere (e giuro che una volta l’ho fatto con un ragazzo…ma poi non mi è piaciuto lo stesso…ops :P)!
(certamente con lui basta solo un Ciao ahaha)Il fulcro del telefilm non è come la donna d’oggi sia più disinibita, ma come quest’ultima abbia un rapporto più aperto col sesso e come cerchi sempre e ancora il grande amore, il suo mister Big o semplicemente il suo happy ending.
(non chiederlo a me Charlotte, io sto ancora cercando o aspettando, dipende da che punto di vista si guarda la cosa…)Ho davvero apprezzato come le diverse protagoniste a inizio serie siano presentate e quasi catalogate in un certo stereotipo di donna e poi, con il proseguire della storia, restino sì sempre loro, ma crescono e maturano i loro pensieri.
Mi spiego:
Miranda è presentata come un’avvocatessa cinica, interessata più a crearsi una carriera che una famiglia, ha fatto una sua scelta di vita. Il destino non solo vuole che si leghi a un uomo che lei stessa sente diverso da sé, vicino a com’è lei senza paletti, ma distante dal suo mondo scelto, fatto da riunioni, tempi prestabiliti (pure per il sesso :P), e forse disillusioni. Eppure con l’arrivo di un figlio, non rinuncerà a se stessa, ma capirà che l’itinerario di vita che si era organizzata dovrà essere rivalutato.
Da Miranda non ti aspetti di certo un percorso simile, come non ti aspetti che Samantha s’innamori davvero più di una volta nel corso della sua storia, nonostante il suo gridare ai quattro venti che le donne possono andare a letto come gli uomini, senza metterci sentimento e invece come concluderà a fine di una puntata Carrie, noi donne non possiamo far a meno dei sentimenti, questo non ci rende meno forti degli uomini però, infatti abbiamo una marcia in più.
Le riflessioni di Carrie a fine puntata le trovo una chicca, soprattutto se il tuo Mister big ti sta lasciando e tu e Carrie vi trovate insieme a riflettere: “Mi sentivo una scema, avevo talmente messo in gioco i miei sentimenti che non mi ero resa conto di giocare da sola”.
Passano gli anni e si susseguono vari uomini, eppure non c’è nulla di sconvolgente o volgare in questo. Ogni uomo, in modo particolare di Carrie, ha una sua importanza sullo schermo e un suo valore per Carrie stessa.
Mister Big è ciò che vuoi, ciò che desideri, ma che non riesci ad avere.
Aidan è ciò che vorresti per te, ma ciò che non desideri…conoscete la frase che dice: ciò che credi giusto non è detto che sia la cosa migliore per te…ecco appunto.
Berger è ciò che desideri, ma che non vuoi davvero.
Aleksandr è ciò che sogni, ma che non desideri.
E così si ritorna a Big, un uomo fragile, che ha paura di impegnarsi, che commette innumerevoli errori come sposarsi poco dopo aver lasciato Carrie con una donna più giovane (vi garantisco che quando Carrie ricevette la notizia, io stetti davvero male come lei. Maledetta catarsi!!).
Eppure lo si perdona sempre…perché? Perché è quello giusto e Carrie lo sa ed è per questo che per tutta la serie non chiude mai definitivamente con lui. Lei ha bisogno di lui, quanto lui ha bisogno di lei.
(oh <3"><3"><3"><3 )Riguardo all’amicizia tra le ragazze, per una volta in tv, credo sia rappresentata una bella amicizia reale. Allontaniamoci dall’idea che noi donne conosciamo delle nostre amiche ogni pelo incarnito che hanno. Non facciamo così tanti sleepover come ci hanno dipinte. Quando si diventa più grandi, si tende a cercare, a rivolgersi all’amica giusta che può prendersi cura della confidenza che le stiamo per fare, vedi Charlotte che chiede aiuto per la sua non attività col primo marito all’apertissima Samantha, e non è detto che ci rivolgiamo sempre alla stessa. Non è una regola generale la mia, ma di solito invecchiando ( e va bene crescendo :P), si tende ad ampliare il nostro concetto di amicizia femminile.
Non si sa tutto l’una dell’altra, ma se cerchi un’amica, lei c’è e ti dà un parere, un consiglio che può pure non piacerti. È questa l’amicizia che è raccontata in 6 stagioni, un’amicizia molto veritiera e sincera ,direi , per delle donne di 30 anni.
Il telefilm può sembrare Carrie-centrico, soprattutto nelle prime puntate, eppure tutto parte da lei, ma poi si allontana dalla stessa Carrie. Credo che sia questa la sua forza, quando sembra che Carrie possa trasportarci troppo nelle sue paranoie un po’ adolescenziali a mio parere (non sono tutte rose quelle colte da Sex and the city), ci si allontana verso le altre.
Forse le uniche pecche di questa serie è di aver reso non tutte, ma quasi, le protagoniste lontane dalla realtà della famiglia, la loro di origine e una loro futura. Mi riferisco in particolare a Carrie, in cui nonostante spesso m’identifichi, la trovo troppo immatura nonostante le sue esperienze di vita. Va bene che una donna non smette mai di essere giovane dentro però alle volte mi risulta un po’ troppo ingenua una donna che alla soglia dei 40 non abbia mai davvero pensato a come vorrebbe la sua vita. La mia critica non vuole essere rivolta a chi magari per proprie decisioni ha deciso di dedicarsi alla famiglia un po’ più tardi, assolutamente no, ma ad una Carrie che ha fatto la cicala per troppo tempo e quando è arrivato il freddo inverno russo-Aleksandr si è posta due domandine sulla vita. Non la condanno, ma alle volte la sua ingenuità è esagerata.
Altro fattore negativo sono le troppe scene di sesso non richieste. Non voglio fare la moralista, ma per me una scena, una qualsiasi ha senso se ci vuole dire qualcosa, ma se invece mi vuole solo ricordare che l’attrice Kim Cattrall (Samantha), per contratto può mostrare le tette, non m’interessa. Ho apprezzato alcune scene di questo genere, e anzi mi sarebbe piaciuto vedere più intimi Big e Carrie, però alle volte sia Samantha sia Miranda, per me, hanno solo occupato spazi vuoti nelle puntate col loro nudo (non sono sempre così dura, giuro!).
E forse anche i film, in maniera particolare il secondo, non possono non essere oggetto di critiche. Personalmente il primo l’ho apprezzato, perché c’era bisogno di dare una più solida conclusione alla serie senza snaturare troppo i personaggi. Big che suda sempre freddo davanti a serie decisioni, Miranda sempre molto presa dal suo lavoro, Charlotte innamorata ancora di Harry e così via. Anche se alcuni aspetti del telefilm sono stati riadattati per far colpo sul grande schermo portando alcune situazioni un po’ troppo agli estremi, soprattutto nel secondo film dove per me era meglio che Aidan se ne stesse a casa in quanto la sua apparizione mi ha solo lasciato impresso che John Corbett si sta stempiando, ma alla fine il suo ruolo lì non lo rammento.
(meglio ricordarlo con tre testicoli che stempiato :'( )Se posso aggiungere un pensiero molto personale, provo un grande amore per Charlotte che spesso, mi è giunto all’orecchio, risulta la più antipatica.
Io lo trovo un ottimo personaggio, uno di quelli, come Miranda sopra citata, che è stata fin da subito presentata in un modo e poi alla fine si è scoperta qualcosa di più. Una donna che può sembrare molto fortunata nella vita, bella ricca e cheerleader (ma fatemi capire in America ormai essere cheerleader è solo sinonimo di popolarità e superficialità??), si innamora di un uomo, bello ricco e dottore (jackpot!!) e poi la favola diventa un incubo e non per problemi tecnici (hehe), ma perché appunto Charlotte si era innamorata di una favola non domandandosi davvero se desiderasse ciò che solo sognava. E così l’entusiasmo iniziale inizia a scemare, ripone i tacchi per la sua crociata al principe azzurro e mi sono identificata subito in lei (è così che ti senti quando fallisci in una relazione). Ma poi arriva Harry, il suo principe azzurro con la corazza pelosa e qui arrivano anche i problemi, per la prima volta forse deve combattere: un lavoro perso, la religione, un figlio (ci aveva già tentato col primo marito), la sua cagnetta che ha i cuccioli (Elizabeth Tayloooor!!!). È il personaggio che più ho apprezzato, sempre fedele a se stessa, ma che, credo, abbia fatto ricredere un po’ tutti per la sua crescita.
E poi beh…la Moda!! Quanti marchi ha lanciato: Manolo, Louboutin, ecc. E quanti abiti abbiamo voluto indossare? Beh, non proprio tutti, alle volte Carrie mi dava l’idea di aver indossato le prime cose trovate in quell’armadio, ma chi dimentica l’abito a tutù della sigla, l’abitino a tubino fuxia di Charlotte (vedi gif sopra) dopo aver preso forza dalla sua Elizabeth Taylor (parlo della diva non della sua cucciolotta); è una serie che ci ha insegnato che la prima cosa da vedere in una casa nuova è quanto è grande la cabina armadio e che quando ci si lascia una delle regole fondamentali è non fare shopping!!!!
(mmm credo che seguirò Julia…)Naturalmente con questa mia piccola recensione in cui dico tutto e niente, cerco di invogliarvi a vederlo. Sono solo 6 piccole stagioni (dal 1998 al 2004) di varia durata mandate in onda sulla HBO; serie ideata da Darren Star (Beverly hills 90210 per intenderci) e basata sul romanzo omonimo di Candace Bushnell. Spero solo che le mie parole appassionate siano arrivate a chi legge e che lo abbiano incuriosito al tal punto da conoscere un telefilm che ha segnato un nuovo secolo secondo me.
(come anche loro del resto…ora che ci penso Questi ragazzi possono essere i fratelli/sorelle, zii e genitori delle nostre 4 newyorkesi preferite?! Si accettano scommesse! Chi è la mamma della disinibita Samantha? io direi la castissima-miopadrèilprodutoremivuolealmenovergineintv Donna!! ahah)Mi piace come in questa serie si mostri come la donna non smetta mai di sognare il vero amore, come vogliamo un nostro spazio in campo lavorativo, personale, sentimentale, come l’amicizia sia una solida colonna del nostro essere, come sogniamo di fronte ad ogni vetrina, come sia facile rivedere noi stesse in ognuna delle ragazze e desiderare di passare una giornata con loro, magari a fare shopping.
Pelatini spero che abbiate apprezzato questo breve, ma intenso viaggio nella Grande Mela con queste 4 fanciulle e me (novellina) naturalmente…a presto!!
vampirettafolle
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