Presentato a Cannes ormai quasi un anno fa, arriva in questo luglio nelle sale italiane To the Wonder, il nuovissimo film (?) di Terrence Malick.
Inutile dire che al regista texano non è neanche balenato per la mente l’idea di tornare alla linearità registica delle sue prime due opere. E’ anzi opportuno avvisare preventivamente il pubblico della inarrestabile destrutturazione del suo cinema. I tempi vengono sempre meno alle regole convenzionali di regia; si estendono enormemente sequenze dalla durata reale di pochi istanti, e spicchi di trama subiscono tagli gargantueschi in fase di montaggio. Il risultato è un’atmosfera di totale sospensione e annullamento sinaptico.
Il soggetto comunque, tentando di tirare le fila delle difficili(ssime) quasi due ore, è l’alienazione dell’amore. I protagonisti sono alla ricerca perenne di sostegni e spalle morali, in un limbo di completa asetticità e solitudine. Neil e Marina, due innamorati, decidono di trasferirsi in America, dove inizierà il complicarsi del loro rapporto coniugale. Uno stanco padre Quintana troverà posto nell’arido deserto sentimentale della coppia.
“Dovete amare, che vi piaccia o no”, così si dichiara il prete (Bardem) in uno dei molti sermoni ecclesiastici. “L’amore non è un sentimento”. E infatti il tema dell’amore, comunque elemento cardine della produzione, si rivela essere forzato, impossibile, infelice. Nessuno dei protagonisti riesce a trovare un vero appiglio su cui fare affidamento, nonostante essi non possano fare a meno di tentare nella ricerca. E ognuno dei personaggi ha un diverso modo di presentarsi al pubblico: c’è il muto lavoratore Neil (Affleck), sicuro nella propria concretezza; c’è l’astratta Marina (Kurylenko), la cui voce fuoricampo francese prende possesso delle immagini. Questa distinzione netta tra le figure, alle quali sono affiancate luoghi e colori di stampo personale, avviene tramite barriere trasparenti ma invalicabili. “C’è qualcosa di invisibile, che ci tiene uniti”, ma in realtà, a insaputa del personaggio della Kurylenko, questo qualcosa separa indissolubilmente. Anche le quattro lingue diverse utilizzate per il film potrebbero essere, con più o meno fantasia, affidate ad una impossibilità di comprensione reciproca
Inutile spendere parole per l’impianto tecnico; parlando di Malick, questo è talmente assimilato dai suoi spettatori che si noterebbe la sua perfezione solo se ci fossero delle sbavature.
L’unico vero difetto di To the Wonder? Essere arrivato dopo The Tree of Life, opera immensa, di infinita sapienza, dopo la quale era difficile trovare qualcosa da dire senza suscitare un senso di deja vu.
E deja vu sia.
AMORE AMARO IN PILLOLE
Dr. Lecter
Regia: Terrence Malick – Cast: Ben Affleck, Olga Kurylenko, Javier Bardem, Rachel McAdams – Nazione: USA – Anno: 2012 – Durata: 112′
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