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Toninho Cerezo (by Giuseppe Giordano)

Creato il 26 luglio 2013 da Simo785

Toninho Cerezo (by Giuseppe Giordano)

Antônio Carlos Cerezo, meglio conosciuto come Toninho Cerezo (Belo Horizonte, 21 aprile 1955),  Figlio di attori, di ruolo centrocampista come anche per molti altri brasiliani ed africani, sperando  che Toninho non ci abbia sempre fregati tutti. E se fosse stato molto più vecchio, e mentire sull’età per convincere Mantovani a rinnovargli il contratto di anno in anno; oppure molto più giovane, e non voler smentire il mito del vecchietto tutto d’oro.

Scoperto da un talent scout inizia a giocare per la squadra ferroviaria nel quartiere di Esplanade.

Nel 1972, debutta nella squadra juniores dell’Atletico Mineiro.

Debutta da professionista nel 1974 nell’Atletico Mineiro.

 

Toninho Cerezo (by Giuseppe Giordano)
In Italia arriva nel 1983 e vi rimane per nove stagioni fino al 1992. Nel 1983 arriva alla Roma.

Con la Roma gioca tre campionati vincendo due Coppa Italia, nel 1984 e nel 1986, e nel 1984 è finalista in Coppa dei Campioni nella partita persa ai rigori contro il Liverpool.

 

Nel 1986 passa alla Sampdoria dove è stato protagonista del miglior periodo, a tutt’oggi, della squadra genovese raggiungendo i seguenti risultati:

nel 1988 vince la Coppa Italia;

nel 1989 vince la Coppa Italia ed è finalista della Coppa delle Coppe contro il Barcellona;

nel 1990 vince la Coppa delle Coppe;

 

nel 1991 è Campione d’Italia, vince la Supercoppa Italiana ed è finalista di Coppa Italia contro la Roma;

nel 1992 è finalista della Coppa dei Campioni contro il Barcellona.

I sei campionati passati nella Sampdoria da Cerezo sono coincisi con i sei da allenatore di Vujadin Boškov.

 

 

Toninho Cerezo (by Giuseppe Giordano)
Grande centrocampista per molti versi irripetibile e sicuramente non clonabile nemmeno alla lontana in maglia blucerchiata. Indimenticabili i gol come quello di Marassi contro il Malines, una partita incubo nella semifinale di coppa coppe 1989 persa in Belgio 2-1 e che ormai sembra non sbloccarsi più, ma una sua magia salva la samp.

 

Altro gol indimenticabile rimane quello di San Siro, Autunno 1990: al minuto sessantotto. Milan-Samp 0-1 e Doria in vetta lanciata verso lo scudetto. Ma il sigillo decisivo arriva più avanti: 19/5/1991, è lui, dopo 5 minuti, con un tiro di controbalzo da fuori area a far scappare da Marassi i fantasmi della paura di vincere, e a delineare i contorni del Grande Trionfo.

 

Grande affiatamento con tutti i compagni di quell’epoca, un leader fuori e dentro il campo.  Era la Samp D’oro, una Samp ancora goliardica ma che da squadra simpatia si sta trasformando in corazzata capace di vincere tutto. Ci sono giocatori per cui l’età o la forma fisica conta relativamente, perché hanno la testa per vedere il gioco tre passaggi prima che si realizzi e i piedi per mettere a frutto questo dono eccezionale. Basta vedere i video della vecchia Samp in partite giocate d’inverno per accorgersi di 21 giocatori su un campo di patate, ed un brasiliano con l’8 sulle spalle e la pelle color caffè che nel fango gioca come sulla sabbia di Bahia.

 

Calzettoni rigorosamente abbassati, maglia disordinatamente fuori dai calzoncini, testa alta, andatura dinoccolata, quasi scoordinata, e un lancio dolce come lo zucchero, tagliente come una foglia d’agave, forte come il curacao. Continuamente infortunato, perennemente rientrante in squadra, instancabile inventore di calcio, showman nelle interviste saltuario goleador…

Quando se ne va la Coppa dei Campioni è rimasto il sogno di una carriera, e la sua passerella finale in Sampdoria-Cremonese 2-2 è stata la gag che tante volte ha recitato con la gradinata Sud: “Ce-re-zo! Ce-re-zo” “Ehi, non vi sento” “CE-RE-ZO! CE-RE-ZO!” “Così vi voglio!”. Poi lacrime, ed è finita anche per lui alla Samp, giusto in tempo però per vendicarsi di Wembley e battere con il San Paolo a Tokyo il Barcellona .

 

Torna in Brasile nel 1992, giocando per il San Paolo e presente in entrambe le vittorie dei  titoli mondiali tricolori a Tokyo il 92 e 93. Poi va al Cruzeiro nel 1994, Palmeiras nel 1995. Per terminare la sua carriera, torna all’ Atletico Mineiro nel 96/97, dove vince la Copa Centenario a Belo Horizonte nel 1997. Quindi appende le scarpette al chiodo.

 

Cerezo ha disputato 74 incontri con la divisa verde-oro, segnando 7 reti. Ha giocato il Mondiale di calcio in Argentina nel 1978 e in Spagna nel 1982. Nel 1986 non ha partecipato a causa di un infortunio.

 

Due fatti che culminarono soprannome. In primo luogo, quando l’ex portiere Ortiz riapparve dopo aver lasciato il club, non aveva il diritto di salari e bandito dalla formazione. Cerezo è stato che ha ottenuto una licenza per Ortiz che torna alla formazione – sia pure separatamente – e ordinò una raccolta di soldi per lui a mangiare e pagare l’albergo. Il secondo episodio si è verificato quando il giocatore di Nei giorni minacciato i Procopio tecnico di morte e solo restituito alla squadra di influenza di Cerezo.

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Debutto professionale a Gallo

Restituito al Gallo nel 1974. Ha vinto la posizione di titolare alvinegro dove la squadra ha indossato l’8 per dieci anni consecutivi. Questo periodo è stato sei volte campione statale (1976, 1978, 1979, 1980, 1981, 1982), due volte runner-up Brasile (1977, 1980). Era considerato un eroe nella conquista dello stato, nel 1976 termina l’egemonia di quattro anni di Cruzeiro rivale. Accanto a Reinaldo, formata una delle più grandi linee di attacco di tutti i tempi Club Atlético Mineiro. Solo la presenza dei due campi è stato sufficiente per intimidire gli avversari. E ‘stato con questo grande doppio attacco nella conquista del Mineiro nel 1981 è diventata una realtà. Come capitano della squadra, Cerezo era noto per essere un maestro di pace.. Dopo questo giro del mondo, la carriera di Tom consolidato il Brasile, ma è anche la causa di una presunta crisi di divismo, secondo i critici del tempo. Il tuo calcio per un po ‘, è sceso reddito. Tuttavia, Tom sempre addestrato alla ricerca della perfezione. Con abbastanza obiettivi fissati nel 1982, Cerezo è stato nuovamente chiamato a far parte del team nazionale nella Coppa del Mondo in Spagna, questa volta da allenatore Tele Santana. La sua squadra, a 82, ha coinvolto una serie di polemiche in quanto il giocatore era stato espulso in una partita contro la Bolivia nelle qualificazioni. Avendo già scontato la pena in due partite ufficiali, manca solo uno, solo la prima partita del World Team. Nonostante la mancanza di annullare la sua punizione, Cerezo torna agli altri giochi come proprietario assoluto. Formata accanto Falcao, Socrates e Zico uno dei migliori centrocampo nella storia del calcio mondiale. Tuttavia, a causa di un problema tecnico nella partita contro l’Italia, Cerezo ha subito dure critiche per essere stato responsabile per la meta italiana che ha eliminato la Coppa del Mondo della squadra Nazionale brasiliana di 3-2.

“Riconosco la password sbagliata sulla partita fatidico contro l’Italia, ma devo sottolineare che il Brasile non è stato eliminato da una sola offerta,” ha difeso Toninho Cerezo.

Carriera Internazionale

Atletico è uscito nel 1983 di andare a giocare a Roma, Italia, scambiato a $ 10 milioni, la stessa quantità di trasferimento di Zico all’Udinese, club italiano anche. Differenze Freddo e culturale trovate da Cerzeo in Italia sono stati i principali ostacoli che impedivano al giocatore di ripetere lo stesso successo ottenuto a Belo Horizonte, ma ha aiutato il club a raggiungere due Coppe Italia nel 1984 e nel 1986. Poco dopo i titoli, nell’agosto del 1986, Toninho Cerezo trasferisce a Sampdoria-ITA, che brillava di nuovo. Ci si è guadagnato il soprannome di Plutone, ricordando il cane Mickey, per la sua falcata e goffo. Ha vinto un campionato e due Coppe Italia.

Ritorno in Brasile

Tornò in Brasile nel 1992, giocando per San Paolo e presente in entrambe le campagne i titoli mondiali tricolori a Tokyo il 92 e 93. Sao Paulo ha lasciato il club di agire per il Cruzeiro nel 1994, Palmeiras nel 1995 e il minatore americano nel 1996. Per terminare la sua carriera, tornato a Atletico sul 96/97, dove ha vinto la Copa Centenario a Belo Horizonte nel 1997. La sua partenza è stato un pareggio d’addio al 2-2 con Milano Italia.


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