© Silvia Cannarsa 2013
Ha avuto inizio il 22 novembre la trentunesima edizione del Torino Film Festival. Il primo film proiettato, nella sala 1 del Cinema Massimo, Au nom du fils, opera quinta del regista Vincent Lannoo. Commedia noir molto amara, su una vicenda sicuramente scomoda: preti pedofili e madri vendicatrici. Come il regista sia riuscito a rendere in parte divertente una storia così tragica è un mistero. L’attrice protagonista, Astrid Whettnal, presente in sala e intervistata da Emanuela Martini, ha parlato della difficoltà di girare questo film , sicuramente non convenzionale, sopratutto in Belgio dove ci sono stati molti casi, insabbiati, di pedofilia.
Un inizio scoppiettante per il Festival. Il film lo si potrà gustare nuovamente nella giornata di domenica 24 novembre, nella rassegna After Hours.
Sempre appartenente alla stessa rassegna il film successivo, The Conspirancy, di Christopher MacBride; un mockumentary che mescola thriller politico e horror. Attraverso la descrizione di una società segreta e di tesi complottistiche il regista mantiene la tensione sempre ai massimi livelli, senza scadere mai nel banale o nel già visto. Nonostante ci siano stati tentativi tra i più disparati di propinare un genere già esaurito con The Blair Witch Project, The Conspirancy riesce ad essere, comunque, innovativo e affascinante.
La vera propria inaugurazione si è tenuta all’Auditorium Giovanni Agnelli, dove il direttore Virzì e la madrina di quest’anno, la piemontesissima Luciana Littizzetto, hanno scaldato la platea annunciando l’apertura del Torino Film Festival. In seguito è stato proiettato il film Last Vegas di Jon Turteltaub, una commedia ironica con un cast d’eccezione: Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline. Una storia di ragazzacci un po’ anziani, ma sopratutto di amicizia.
L’inaugurazione è stata dedicata a Vito Scafidi, il giovane studente che cinque anni fa, ormai, perse la vita in un tragico incidente presso il Lliceo Darwin di Rivoli; una morte stupida ed orrenda che non può e non deve ripetersi e, sopratutto, non deve essere dimenticata.