In questi giorni al centro delle attenzioni del Ministero dello Sviluppo Economico ci sono due questioni molto importanti a cui è indissolubilmente legato il destino produttivo e occupazionale di un’area strategica per la Sicilia e per tutta la fascia tirrenica del Meridione: Termini Imerese.
Le due questioni sul tavolo del Ministero riguardano: l’avviamento della produzione di una nuova auto ibrida da parte della neonata Grifa spa (Gruppo Italiano Fabbriche Automobili), che ha già presentato al ministero una bozza del progetto industriale che intende implementare nell’isola, mentre l’altra, non alternativa alla prima ma da affiancare ad essa, è legata al settore dei biocarburanti di seconda generazione e riferisce dell’intenzione, da parte del gruppo chimico torinese Mossi Ghisolfi, di realizzare una bioraffineria nell’area del comune palermitano, il cui piano di sviluppo verrà illustrato più dettagliatamente in una nuova riunione del tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico nelle prossime settimane.

Da quando la Fiat ha abbandonato gli stabilimenti di Termini Imerese, si sono rincorse parecchie voci sul rilancio industriale dell’area ma, ad oggi, ancora nulla di concreto è stato stabilito sul futuro delle zone industriali del comune palermitano, anche se le trattative degli ultimi giorni lasciano ben sperare.
Nato con l’intento di bilanciare i forti squilibri che caratterizzavano, e caratterizzano tutt’oggi, il nostro Paese, con un Nord fortemente industrializzato e denso di collegamenti infrastrutturali ed un Sud scarsamente sviluppato e in larga parte isolato, il polo industriale di Termini Imerese si è ridotto negli ultimi anni ad un deserto produttivo e si configura oggi quasi come un emblema del fallimento delle politiche industriali ed economiche del nostro Paese. Fortunatamente, non è mai troppo tardi per rialzare la testa e guardare avanti.
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