Magazine Diario personale
In quelle tre settimane ho passato parecchio tempo da sola a casa, perche' Luca lavorava da mattino a sera, e non potevo nemmeno pretendere che Madre facesse ogni giorno avanti e indietro dal suo paese per venire a tenermi compagnia.
Ma è stato un periodo di solitudine ben impiegato.
Mi sono rilassata.
Ho visto tanti film e letto altrettanti libri che da troppo tempo prendevano la polvere nella libreria di casa.
Ho spolverato quella libreria.
Ho riflettuto su me stessa, giungendo a delle conclusioni che a volte mi hanno aiutata a risolvere alcuni problemi, e altre hanno solo alimentato la mia confusione.
Ho mangiato in modo sano, scegliendo quello che mi andava al momento e sperimentando anche qualche abbinamento nuovo.
Nelle "ore d'aria" in cui non rischiavo il controllo da parte del medico fiscale - sguinzagliato senza pieta' nelle case dei dipendenti statali in malattia - ho fatto qualche passeggiata con la musica nelle orecchie, perdendomi nei miei pensieri e ammirando lo splendido panorama che non smette mai di farmi sorridere incredula per quanto riesce ad essere bello, famigliare e al medesimo tempo sempre diverso da se stesso.
Ho dato una sistemata radicale ad alcune parti di casa mia che trascuravo noncurante da troppo tempo.
Ho messo nero su bianco un progetto che vorrei realizzare al lavoro, che mi esalta ma anche spaventa per le ripercussioni, positive o negative, che potrebbe avere sulla mia carriera.
Ma soprattutto quelle tre settimane mi sono servite a capire una cosa fondamentale.
In passato ero convinta che la mia solitudine fosse un punto di forza: meno avevo bisogno degli altri, piu' quella forza aumentava.
Invece la relazione con gli altri è una priorita', perche' l'altro è colui che ci permette di essere noi stessi, e di vivere una vita piena e felice.
Quello che ho capito è che posso convivere con me stessa, ma che nessuno si basta da solo.
Io da sola riesco a starci, non mi dispiace, ma alla lunga diventa difficile: che lo voglia accettare o no, ho bisogno di avere contatti con gli altri, di parlare, di scambiare opinioni, pensieri, sorrisi, sguardi.
Di condividere emozioni e sensazioni.
In quelle settimane piu' che mai ho capito che, anche se mi sono sempre ostinata a negarlo a me stessa e agli altri, io ho bisogno degli altri, ho bisogno di sentirmi amata e cercata, ho bisogno che gli altri mi vogliano con loro, ho bisogno di ridere, scherzare, discutere e anche litigare, ho bisogno di INTERAGIRE.
Ho sempre pensato che ammettere una cosa del genere mi avrebbe fatta apparire debole, ma in realta' accettandolo appaio solo per quello che sono: umana.
La felicita' consiste nell'amare e nell'essere amati, e nel vivere in relazione.
Io voglio essere felice.
Smetterla di lamentarmi nel quotidiano per cose futili.
Guardare il lato positivo di ogni situazione e di ogni persona.
Imparare a donarmi agli altri.
Mettere un freno agli istinti suicidi quando le cose non girano come dovrebbero.
Con il supporto della persona speciale che ho al mio fianco e di tutte le altre che condividono con me le gioie e le difficolta' di una rinascita.
Bentornata nella mischia Dony!
Oggi voglio osare, postando qualche foto dell'ospedale in cui lavoro, alla faccia delle strategie anti-sgamo ;)
In questa immagine potete vedere il corpo principale della struttura, mentre il fabbricato sulla destra è la sede universitaria del corso di laurea in Scienze Infermieristiche.Io sto proprio sotto la pista dell'elicottero, non vi dico quanto sono felici le mie orecchie ogni volta che atterra e decolla :(
E infine una panoramica di tutto il complesso, presa dal web.
Da una di quelle finestre vi sto facendo ciao con la manina :)
Un ringraziamento speciale a tutti coloro che mi hanno fatto gli auguri di buon compleanno via mail, e a Rosa che mi ha dedicato addirittura un post :)))
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