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Toronto, effetto Roller Coaster

Creato il 22 gennaio 2013 da Basketcaffe @basketcaffe

Più di cinque mesi fa, con la stagione NBA ancora lontana dai blocchi di partenza, avevamo cercato di focalizzare gli obiettivi e le scelte fatte da Toronto ( Raptors: è stop agli “internationals”?). Se i playoffs per il momento continuano ad essere distanti, l’annata della franchigia canadese è stata come un viaggio sulle montagne russe. Una miriade di infortuni, dichiarazioni della propria stella alla stampa non proprio “gradevoli”, paradenti volanti in campo indirizzati agli arbitri (chiedere ad Amir Johnson) e lunghe strisce di vittorie o sconfitte che servono solo per avere un’idea ancor più confusa su questi Raptors. Ma facciamo un po’ di ordine, partendo proprio dalle condizioni fisiche dei giocatori.

I medici e fisioterapisti non resteranno di certo disoccupati: l’infermeria continua ad essere piena, e i due “habituè” Linas Kleiza e Andrea Bargnani non la lasceranno presto. Il nostro Andrea (infortunio ad un tendine del gomito) potrebbe rivedere il campo solo a Febbraio, ma il ritorno post pausa All Star Game sembra essere il più probabile, e non è detto che sia con la casacca dei Raptors. Per l’ala lituana il discorso è più complesso: il ginocchio operato lo scorso anno continua a dare problemi, e l’amnesty clause è nell’elenco delle “soluzioni” dello staff tecnico di Toronto. Recentemente si è aggiunto alla lista infortunati anche il compagno di nazionale di Kleiza, il centro Jonas Valanciunas (dito fratturato della mano destra), autore fino a quel momento di buone prove sotto le plance agli ordini di coach Casey, che potrà riaverlo solo a Febbraio inoltrato.

Ad animare ulteriormente l’ennesima stagione travagliata dei Raptors sono state le parole al “veleno” di Bargnani nei confronti della squadra, che non sono andate giù al gm Bryan Colangelo. La frustrazione della stella nostrana sono comprensibili, ma il suo atteggiamento non è mai sembrato quello di chi ha la “bava alla bocca” per cercare una vittoria, e le sue dichiarazioni non hanno fatto altro che spingerlo sempre più vicino ad una trade.. e c’è chi pensa che questo sia il vero obiettivo di Andrea, ossia andarsene dalla fredda Toronto. Inoltre, il posto da titolare al suo ritorno potrebbe non essergli garantito: al suo posto, da starter, il giovane lungo Ed Davis sta tenendo cifre di tutto rispetto, avvicinandosi ai 12 punti e 8 rimbalzi ad allacciata di scarpa, e il suo mentore Casey rifletterebbe più di una volta per toglierli del minutaggio.

Abbiamo accennato precedentemente che l’annata dei Raptors è stata fino ad ora un continuo saliscendi, un viaggio sulle montagne russe, e il calendario lo può confermare. Una partenza lampo condita da 7 vittorie e 1 sola sconfitta aveva fatto ben sperare i tifosi canadesi nelle prime due settimane di stagione, soprattutto per “W” di prestigio contro New York e Memphis. Nel mese di Novembre, il cataclisma: in 16 partite, solo 3 “referti rosa” portati a casa, e un record che iniziava a farsi preoccupante. Segnali di risveglio a cavallo tra il 14 Dicembre e il 4 Gennaio (8 vittorie su 10 partite), con protagonisti gli “young bloods” DeMar DeRozan e Terrence Ross, o gli insospettabili come Alan Anderson. Toronto comunque continua ad occupare il quinto posto dell’Atlantic Division, restando dietro ai deludenti Sixers. Il calendario rimanente inoltre non è dei più semplici, e la sequenza di partite (da fine Gennaio) contro Warriors, Hawks, Clippers, Celtics ed Heat potrebbe dare la “mazzata” definitiva alle residue speranze di playoffs che aleggiano ancora nell’ambiente. In ogni caso i Raptors, non essendo mai stati una franchigia vincente, non hanno nulla da perdere, e dovesse andar male, il progetto di crescita delle giovani leve continuerebbe a 360 gradi.

DeRozan è alla prima stagione “continua” della propria carriera, Ed Davis sta ripagando al meglio la fiducia concessagli dall’allenatore, e il duo di rookie Ross-Valanciunas fino a questo momento non ha minimamente deluso. La materia prima per il futuro c’è, per cui ora spetta alla dirigenza canadese agire per dare una stabilità a questa giovane squadra, senza stravolgerne i già delicati equilibri.


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