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Torta Elisabetta

Da Sacapoche

Nostalgia, nostalgia canaglia..
Canaglia, perché a me la nostalgia fa fare delle torte!

Ieri era il compleanno della mia mamma, ormai sono sette anni che non c’è più ma ho voluto ricordarla a modo mio con la torta che facevamo insieme.
Mia mamma ha sempre fatto pochi dolci e quando era il momento di fare questa torta era un evento: ci mettevamo tutte insieme, lei io e mia sorella e la preparavamo a sei mani.
In effetti più si è meglio è, come consiglia anche Nonna Papera che è l’autrice della Torta Elisabetta, quella del mitico Manuale di Nonna Papera.

Torta Elisabetta

Nel Manuale di Nonna Papera ogni ricetta è ambientata in una particolare epoca storica e ricorda eventi e personaggi reali, trasportati nel mondo Disney.
Nel caso della Torta Elisabetta si ricorda Elisabetta I d’Inghilterra, le sue conquiste e il teatro di Shakespeare di cui era appassionata.

Volendo ricreare questa torta mi sono documentata e, oltre al Manuale, ho consultato anche internet facendo una scoperta sconvolgente: mia mamma ha sempre fatto questa torta a rovescio!
Questo tipo di lavorazione, che esiste sia dolce che salata, si chiama comunemente danubio, è composta da tanti fagottini ripieni posti uno vicino all’altro in modo che come risultato finale si abbia un’unica torta ma ripiena di tante sorprese.
Normalmente la chiusura dei fagottini si mette sul fondo della teglia, in modo che rimanga nascosta. Mia mamma l’ha sempre messa rivolta verso l’alto.. chissà se l’ha mai saputo che non si faceva così!

:D

Non avendo mai provato la versione “corretta” dovevo capire qual era la differenza, oltre a quella puramente estetica. Devo dire che effettivamente cambia, anche parecchio. La versione con la chiusura sotto cresce di più in cottura e risulta più soffice. Però quella con i ciuffetti in alto è quella della mamma!
Torta Elisabetta

Nonna Papera usava degli strumenti di misurazione un po’ approssimativi (bicchieri, cucchiai), io ho seguito il consiglio di un’altra ricetta che ho trovato sul web (http://forum.giallozafferano.it/dolci/11339-torta-elisabetta-di-nonna-papera.html)

Torta Elisabetta
stampo da 26 cm

350 gr di farina
130 gr di burro *
1 cubetto di lievito di birra
scorza di mezzo limone
50 gr zucchero
1 uovo e 1 tuorlo
100 gr latte
sale
un vasetto di marmellata (io uso albicocche)

(*) il burro va in parte nell’impasto (80 gr) e in parte sul fondo dello stampo (50 gr)

Fai intiepidire il latte in un pentolino (o nel microonde) facendo attenzione e non scaldarlo troppo. Sciogli al suo interno il lievito insieme ad un cucchiaino di zucchero prelevato dai 50 gr della ricetta.
Lascia riposare 10 minuti, si formerà in superficie una schiuma tipo cappuccino.

Sciogli 80 gr di burro e unisci in una ciotola alla farina, lo zucchero, le uova, il sale e la scorza del limone, aggiungendo di tanto in tanto il latte.
Nota: se l’impasto risulta troppo appiccicoso aggiungi un po’ di farina, la ricetta originale ne prevede un massimo di 400 gr ma nell’impasto ne mette 300.

Lavora l’impasto sul tagliere fino a quando non si attaccherà più, metti in una ciotola e copri con la pellicola. Fai riposare al caldo per una mezzoretta.

Torta Elisabetta

Taglia un pezzetto di impasto, lavoralo sul tagliere per dargli la forma di un salsicciotto e taglialo a pezzettini (in totale ne verranno una sessantina).
Stendi ogni pezzettino col mattarello formando un cerchietto, metti al centro un cucchiaino di marmellata e chiudi i bordi a fagottino.
Bagna la chiusura del fagottino nel burro fuso e ponilo nello stampo. Continua così fino ad esaurire l’impasto, mettendo i fagottini uno vicino all’altro tenendo conto che poi cresceranno e riempiranno eventuali buchi.

Torta Elisabetta

Lascia lievitare un’ora, al caldo.
Al termine della lievitazione cuoci in forno già caldo a 170°C per circa 40 minuti.
Nota: è consigliabile usare uno stampo a cerniera per riuscire a sformarla più agilmente ma è bene foderare il fondo di alluminio (esternamente) per evitare che il burro fuso fuoriesca in cottura.

Torta Elisabetta

Un consgilio: fatene due perché una non dura, soprattutto se la gustate tiepida, appena sfornata!


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