Siamo arrivati alla lettera Z e devo dire che questi mesi a produrre articoli si sono rivelati molto più interessanti del previsto. Abbiamo parlato di moltissimi argomenti e vi ringrazio per l’incoraggiamento che mi avete dato.
Volevo concludere questo spazio dedicato psico-lessico commentando il post che ha ricevuto maggior visibilità. E’ stata una piacevole sorpresa osservare questo dato perchè credo che dica molto di voi che mi seguite, e dell’essere umano in generale.
Si parla spesso di depressione, di stress, di ansia. La nostra vita ruota intorno al lavoro, al fare. Siamo tutti ansiosi, corriamo di qua e di la, cerchiamo lavoro, sicurezze, quando il mondo intorno a noi cambia e noi non riusciamo a stargli dietro. Ma non è necessariamente di un lavoro che le persone hanno bisogno, non è di sapere che cos’è la depressione e come si cura. Non è solo sete di conoscenza e neanche necessità di leggere articoli che abbiano basi scientifiche. No. L’articolo che è stato letto e condiviso di più è stato E come Emozione.
Coperti da una corazza di ruoli, di maschere e di etichette, sotto sotto siamo attratti dalla nostra pancia, dalle emozioni che ci dicono chi siamo e di cosa abbiamo bisogno.
Sono contenta perché la componente emotiva occupa davvero la parte principale della nostra vita e molto spesso tendiamo a sottovalutarla. Tutto quello che ci succede scatena in noi una reazione emotiva, più o meno intensa. Conoscerle, nominarle, riconoscerle, accettarle, significa conoscere e accettare noi stessi e le nostre necessità.
Ancora più interessante è il fatto che il secondo articolo maggiormente cliccato sia C come Cambiamento. E’ interessante perché la componente emotiva è sicuramente la grande protagonista del cambiamento. Secondo la teoria del cambiamento studiata da Bruno Bara & coll. esistono diversi livelli di cambiamento. Quello più profondo può avvenire solo in presenza di una perturbazione emotiva, di qualunque genere essa sia. Questa innesca una riorganizzazione profonda del sistema dei valori e della abitudini della persona. Mi rendo conto che trarre conclusioni da un numero così basso di lettori sia per niente scientifico e poco professionale ma mi piace l’idea di chiudere l’anno con una speranza per il 2014. Forse stiamo davvero mettendo le basi per cambiare, per adattarci a un modello di vita che è diverso da quello che hanno vissuto i nostri genitori. Un modello dove dobbiamo conoscere e avere fiducia nelle nostre emozioni e in quelle delle persone che ci circondano.
Ça va sans dire, il terzo post più letto è F come Fiducia, non sarà scientifico ma a me sembra comunque molto significativo.
Buon anno a tutti.
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