( Myanmar )
L’autobus per Kyaukme parte troppo presto, così come il lentissimo treno, quindi prendo l’ennesimo pick up per Pyn oo Lwyn. A metà strada l’autista si ferma e fa scendere tutti: bisogna caricare tre grossi barili di benzina. Non mi sembra una grande idea, ma evito commenti. Quando però vedo i tizi che devono fare il lavoro con la sigaretta in bocca preferisco allontanarmi e andare a comprare delle banane da una bancarella che si trova ad una giusta distanza di sicurezza. Arrivo sano e salvo anche stavolta ma poi perdo quasi due ore in giro a vuoto in città ( grazie ad una lunga serie di indicazioni sbagliate ), finché non trovo un passaggio sul cassone di un camion. Sarà uno dei viaggi più comodi fatti in Myanmar. Pyn oo Lwyn mi è sembrata abbastanza anonima, ma i calessi sono veramente fantastici!!
Il camion mi molla ad un incrocio dove devo contrattare con un mototaxi un passaggio per la città, dove non avrò problemi a trovare un albergo, visto che ce n’è solo uno con la licenza per stranieri. Tramite la reception cerco subito di mettermi in contatto con la guida, Naing Naing ( 9/9), che riesco ad incontrare in serata. Non ho particolari progetti per il trekking quindi ascolto con attenzione le sue proposte. C’è la possibilità di fare una classica escursione a piedi di due o tre giorni fermandosi in un paio di villaggi Palaung oppure andare in uno di questi villaggi in moto e quindi camminare per uno o due giorni. Mi dice che c’è anche un tedesco in città interessato a fare qualcosa e che per lui è molto meglio se ci mettiamo d’accordo per un’escursione in comune. Lo incontriamo per caso quasi subito, e dopo aver parlato per un po’ ci mettiamo d’accordo per il trek di un giorno con la moto.Naing Naing ci invita a casa sua e ci offre del tè e qualcosa da mangiare. Si vede subito che è un uomo che ha avuto una vita intensa e travagliata, ha uno sguardo penetrante e un bellissimo sorriso. Ci racconta la sua storia, drammatica e molto toccante . Sua madre fu una delle prime nello stato Shan ad opporsi al regime del Tatmadaw e per questo fu prima perseguitata e quindi, quando fu costretta a rifugiarsi nelle montagne, condannata a morte. Non ci fu altra alternativa per lei che rifugiarsi in Tailandia, dove morì nel 2008. Nel frattempo Naing Naing si unì all’esercito locale Palaung e combatté per anni una guerra partigiana contro l’esercito regolare, finché la Cina smise di rifornire di armi i ribelli che furono costretti a trattare la resa. In questi anni vide ogni tipo di atrocità e torture, questi militari birmani sanno essere spietati proprio come lo furono i fascisti e i nazisti. Tornato in città passò un lungo periodo tra povertà ed emarginazione finché un turista tedesco gli diede un’idea: perché non provare a diventare una guida? Nessuno in zona conosceva i sentieri e i villaggi come lui, il suo inglese era buono ed era quindi in grado di organizzare ogni tipo di escursione.
Ovviamente all’inizio i trekkers erano pochissimi, quasi nessuno si fermava da queste parti, ma da un paio d’anni la popolarità della vicina Hsipaw ha attirato qualche viaggiatore anche a Kyaukme e oggi Naing Naing è la guida “ufficiale non ufficiale” della città e ha raggiunto una discreta tranquillità economica. In realtà per fare la guida in Birmania servirebbe un’autorizzazione dai governativi che Naing Naing ovviamente non ha, ma i militari locali preferiscono chiudere un occhio perché vogliono evitare che i viaggiatori vadano in giro a fare trekking per conto proprio, magari in zone “proibite” tra le montagne. Da queste parti infatti ci sono molte piantagioni di oppio, dove ovviamente i ficcanaso con macchine fotografiche non sono ben accetti.
Certo sia lui che la moglie continuano ad opporsi al regime e sono tenuti costantemente d’occhio dai militari, che però hanno deciso per il momento di non perseguitarli.
Il giorno seguente partiamo quindi con due moto la mattina presto, fa piuttosto freddo e sono contento di essermi portato i guanti. Poco fuori città ci fermiamo a vedere un Buddha gigante e quindi una “fabbrica” di carta di bamboo, dove troviamo due belle ragazze sorridenti. La prima parte del viaggio è davvero gradevole, le campagne della zona sono bellissime. Incontriamo due donne con il costume tipico palaung ( longi a righe orizzontali con colori accesi, cintura a cerchi d'argento e corpetto ) e ci fermiamo a fare due chiacchiere e qualche foto. Quindi passiamo un “checkpoint” non governativo ( dove ci sono due tipi con dei fucili vecchissimi ) e iniziamo a salire verso le montagne. Naing Naing ci aveva anticipato che la strada era “very bad” ma onestamente non me l’aspettavo così brutta, né così lunga ( 40 km ), e quando arriviamo a destinazione sono già stanchissimo, anche perché la moto cinese praticamente non ha sospensioni e in questa strada invece servirebbe una moto da cross. Il villaggio dove molliamo i mezzi è bellissimo, uno dei più belli che ho visto nel mio viaggio in Myanmar. In cima ad una collina c’è la classica pagoda dorata e tutt’attorno delle aule di scuola, dove ci sono tutti i bambini della zona a fare lezione. Facciamo un giro tra le classi a salutare i bambini, simpaticissimi e molto contenti di vedere qualche faccia nuova nel loro villaggio, che è veramente fuori dal mondo.L’obiettivo del giorno è la cima che si trova di fronte al villaggio, a circa due ore di cammino. E’ un’escursione molto bella ma piuttosto faticosa, anche perché partiamo a mezzogiorno e fa molto caldo, in queste zone c’è un’escursione termica veramente incredibile. Raggiungiamo la vetta e ci godiamo il panorama per un po’, ma non abbiamo molto tempo se vogliamo tornare a Kyaukme prima che faccia buio, e scendiamo quindi al piccolo villaggio al di là della montagna a pranzare. Ci fermiamo nella bella casa di una conoscente di Naing Naing, che ci cucina del riso condito con erbe selvatiche e dei noodles. Ci sono tre gatti e delle bambine che dondolano un neonato nella classica culla appesa tra le travi di legno.
Infine dopo essere saliti su un cimotto a vedere un albero gigantesco torniamo al primo villaggio chiudendo un anello. La discesa in moto sarà ancora più faticosa della salita e raggiungeremo Kyaukme stanchissimi solo dopo il tramonto.
Lasciata Kyaukme raggiungerò Hsipaw ( con un altro camion molto meno comodo del precedente… ) con altri progetti di trekking ed escursioni ma dopo aver mangiato per un mese varie schifezze il mio stomaco si ribellerà e alla fine sarò costretto a rinunciare a tutto e passerò in città tre giorni di ozio totale. Hsipaw è carina ma ci sono un po’ troppi turisti per i miei gusti, è il classico posto dove tutti vanno perché credono che sia fuori dalle rotte turistiche ma poi si rendono conto che sono arrivati troppo tardi, e non è più così.
info utili:
bus Bagan-Mandalay: 6 ore, 6500 kyats
pick up Mandalay-Pyn oo lwin ( da prendere in un'incorcio in centro, mi pare tra la 82° e la 26° )+camion Pyn oo Lwin-Kyaukme: 7 ore, 4500 kyats
hotel Ayone oo: 4 dollari
escursione+noleggio moto: 12000 kyats
camion per hsipaw ( autostop al "casello" dell'autostrada ): 1000 kyats