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Tra misteri e polemiche, la Madonna delle Ghiaie sbarca in TV

Creato il 15 marzo 2012 da Tanogabo @Otello35282552

A corollario del post Adelaide Roncalli e la Madonna delle Ghiaie di Bonate inserisco un articolo del 14/03/2012 tratto da: http://www.bergamonews.it

Tra misteri e polemiche, la Madonna delle Ghiaie sbarca in TVDopo il rinvio tanto contestato di una settimana fa, questa sera “Viaggio a..”, la trasmissione di Paolo Brosio, torna su Rete 4. La Madonna delle Ghiaie, dunque, sbarca su Mediaset con tutti i suoi misteri e tutte le sue polemiche.

Di seguito vi proponiamo un articolo inviatoci dal giornalista Giuseppe Purcaro, che ha provato a riassumere la storia della Regina della Famiglia che stasera sarà proposta nel programma di Brosio.

Lo scoop è arrivato. Un’emittente nazionale dedicherà largo spazio a uno degli episodi storici più inquietanti e sconosciuti al grande pubblico che ha visto come scenario Bergamo tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta (anche se l’epilogo non è stato ancora scritto).

Questa sera, su Rete 4 alle 21.10, sarà trasmesso in prima serata uno speciale dedicato all’affaire Ghiaie, uno degli episodi più sconvolgenti della storia bergamasca del Novecento. Una “storia occultata”, ignorata persino dagli storici di professione locali (e dai massmedia) che invece la tenacia di un professore di francese, Alberto Lombardoni, bergamasco, 67 anni, ha meticolosamente ricostruito attraverso testimonianze inedite e una estenuante ricerca sul campo rincorrendo anche gli ultimi testimoni oculari, durata ben dieci anni.

Il giornalista Mediaset, Paolo Brosio, gli darà la parola e ricostruirà con lui, sul campo, con riprese effettuate nei luoghi dove si svolsero i fatti, i punti salienti di una storia iniziata nel maggio del 1944, a Ghiaie di Bonate, e non ancora terminata. Una storia che ha come nodo centrale le persecuzioni, psicologiche e anche fisiche (testimoniate da diversi scritti), cui fu sottoposta dal 1944 fino al 1947 (ma poi anche in età giovanile) una bambina di 7 anni, Adelaide Roncalli, segregata in diversi conventi delle suore Orsoline (soprattutto a Gandino) e delle suore della Sapienza (in Città Alta) e che si sviluppa, in un plot alla “Dan Brown”, che co-protagonisti Papi, cardinali, agenti segreti britannici, le Ss, e tante figure di eminenti sacerdoti bergamaschi, tra tutti quel monsignor Luigi Cortesi, scomparso nel 1985, l’”insidioso inquisitore” come lui stesso si definì nei suoi libri (l’ultimo, pubblicato dalla Sesa, casa editrice della Curia, nel 1945), che descrisse la piccola Adelaide di sette anni come “un nodo di vipere, uno scrigno chiuso custodito da sette draghi”, ma anche “traforella, monella, ninfetta oreade, lussuriosa, bugiarda, goduriosa, pubblico pericolo, precoce malizietta”. E poi l’episodio (riportato in uno scritto del prete don Attilio Goggi, su testimonianza della stessa Roncalli), del finto funerale di cui fu vittima la bambina per essere sottratta alle Ss; la visita ginecologica nel convento delle Orsoline di Gandino, compiuta il 5 luglio del 1944, descritta minuziosamente dallo stesso medico esecutore, Ferdinando Cazzamalli, in un libro pubblicato nei primi anni Cinquanta (“La Madonna di Bonate”), alla presenza anche di don Cortesi. E poi ancora le azioni belliche di monsignor Vittorio Bonomelli, questo sacerdote camuno, al servizio della “special force” britannica, che avrebbe contribuito a preservare Bergamo da una massiccio bombardamento nell’estate del 1944 (anche grazie alle apparizioni), figura poi ignorata dalla storiografia post resistenziale di Bergamo; le centinaia di migliaia di pellegrini che, a vagonate, giunsero dal nord Italia sotto occupazione tedesca, alle Ghiaie per assistere alle apparizioni (“neanche a Fatima ci fu tanto concorso di persone”, evidenzia Alberto Lombardoni); la visita che Papa Eugenio Pacelli accordò alla bambina nel 1949; il diniego che invece frappose il Papa bergamasco, Angelo Roncalli, che si astenne dall’intervenire nel 1960, a favore della bambina e dell’affaire Ghiaie, nonostante fosse stato sollecitato da diversi vescovi italiani. Roncalli fu dissuaso a intervenire anche su parere del suo compagno di studi, monsignor Carozzi, arciprete di Seriate, che in caso di riapertura dell’affaire Ghiaie, paventò a Papa Giovanni, una “manata di fango sulla veneranda figura di monsignor Bernareggi”.

Una vicenda che uscì dai confini di Bergamo, la cui eco arrivò forse anche a Berlino tanto che le SS tentarono di rapire la bambina per farne oggetto di studio. Uno studio cui fu sottoposta anche da Padre Agostino Gemelli che visitò la bambina e che la dichiarò invece normale e sana di mente. “Un percorso di dolore e di intrighi che sono rimasti insabbiati per quasi 70 anni – spiega Lombardoni -, basti considerare che di quelle scene bibliche esiste un filmato originario girato il 31 maggio del 1944 da un cinereporter milanese, e che pur tuttavia, è ancora oggi un documento underground, ignorato dal pubblico bergamasco”.

Lombardoni, con meticolosità, ha ricostruito la storia ma ha anche messo gli storici veri, di fronte a una schiera di punti tutti da chiarire. A cominciare dalla vera partita che si giocò a Bergamo, tra Curia, Ss, autorità di Salò e resistenza, intorno a questa intricata vicenda.

L’affaire Ghiaie iniziato già all’indomani delle apparizioni del maggio del 1944, attraversa, come un canale sotterraneo, tutta la storia della Chiesa di Bergamo dal dopoguerra ad oggi, interessando tutti i vescovi, che a partire da monsignor Adriano Bernareggi (il vescovo del decreto del “non constat” del 1948, scritto sotto l’egida del Cardinale Ottaviani, del Sant’Uffizio, che vietò il culto della Madonna della Ghiaie), fino a monsignor Francesco Beschi, si sono dovuti occupare della “grana” di Ghiaie.

E le apparizioni mariane di Ghiaie sono l’unico caso nella cattolicità dove un vescovo arrivò a chiedere alla veggente (il 31 maggio del 1944) di dire Madonna di “non apparire più”, come evidenzia padre Angelo Tentori, mariologo e collaboratore di Radio Maria.

Tutti i principali protagonisti, diretti e indiretti, della vicenda sono oggi ormai scomparsi. A cominciare da Monsignor Cortesi, che poi divenne un illustre uomo di cultura a Bergamo; monsignor Patelli, rettore del seminario di Bergamo, monsignor Merati, arcidiacono della Cattedrale, monsignor Magoni, cancelliere della Curia, monsignor Cavadini, docente del seminario di Venegono e componenti del tribunale ecclesiastico istituto dalla Curia nel 1947 per “processare” le apparizioni. E altri ancora. Unica sopravvissuta è Adelaide Roncalli, oggi 75enne, che in questi decenni non ha mai preso pubblicamente posizione sulla vicenda che la vide vittima, salvo un atto notarile del 1989 in cui affermò la veridicità delle apparizioni. La sua vicenda, a cominciare dal sequestro architettatole ai suoi danni il 21 maggio del 1944 (descritto nel libro “Storia dei fatti di Ghiaie”) passando poi dalla cacciata dal convento delle Sacramentine di Lavagna (Lc) dove voleva farsi suora, l’ha segnata profondamente nell’animo.

Per chi volesse saperne di più, consigliamo i siti www.madonnadelleghiaie.it (ricco di documenti storici, curato dal professor Lombardoni) e il sito www.alispezzate.it (che ripropone una forte analisi antropologico religiosa letteraria su questi fatti), curato dallo scrittore Giuseppe Arnaboldi Riva, autore del romanzo “Ali spezzate”.


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