Questo imminente voto elettorale è l’ennesimo braccio di ferro della politica nostrana e Ottoemezzo sabato si domanda se questa visione è condivisa anche dagli italiani. Gli ospiti che rispondono all’importante quesito sono: Norma Rangeri – direttore del Manifesto e Roberto Napoletano – giornalista e saggista.
L’Italia andrà a votare tra pochi giorni per dare un nuovo volto a se stessa e all’Europa. Eppure politica, attualità e cronaca hanno riportato alla ribalta anche Greganti, senza dimenticare le vicende di Scajola e Dell’Utri, scandali simili a tutti quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi. Sembra che non sia cambiato nulla, per certi aspetti in Italia, negli ultimi 20 anni. Persone che praticano nefanddezze oggi come ieri e come ieri l’altro. Ce le ritroviamo sempre davanti, ahimé, chissà perchè e cosa c’è nel carattere degli italiani?
Forse oggi manca quel senso di speranza…forse oggi c’è più la rabbia, quella dei genitori che fanno studiare i figli pensando che possano diventare qualcosa più di loro…oggi non è più così e i figli hanno bisogno dei genitori per tirare avanti. La differenza la fa lo spessore dei protagonisti: Togliatti, De Gasperi, Nenni, Pertini, figure carismatiche e classiche della politica. Assistiamo ad una specie di decadenza da questo punto di vista. E’ difficile oggi trovare un uomo pol
itico che si possa paragonare a queste figure, l’ultimo forse è stato Berlinguer. Persone che avevano al loro fianco grandi collaboratori. Anche Renzi, nel suo interesse, che in questo caso coincide con quello del paese, ha bisogno di collaboratori competenti, ha bisogno di squadra, uomini con capacità tecniche, esecutive, ideative e motivati. Invece questa classe dirigente non ha ancora dato prova di cosa sa fare, e se è veramente in grado di ricostruire il paese.Tutto dipenderà da quel fatidico 25 maggio e se il PD da quel momento sarà leggittimato. “Per il bene del paese è una speranza a cui aggrapparsi ” afferma Napoletano.
Ma le cose sono complesse e difficili, attorno ci sono le macerie italiane. L’Italia, in particolare, ha 114 procedure di infrazione pendenti presso la Ue per i ritardi nel recepimento e attuazione delle direttive europee. La classe dirigente berlusconiana ha lasciato un tasso di sofferenza altissimo. Un paese che tra i grandi giornali e media, emerge poco. Un paese fatto anche di indiani e cinesi, silenziosi e operosi, sfruttati e senza diritti, con vite orribili di cui non abbiamo consapevolezza. Un paese pieno di multietnie, che non vuole accettare che da un quartiere all’altro è come se si passasse in altre nazioni.
E poi c’è il dramma delle imprese che non riescono più a realizzare il proprio prodotto. Un’eccellenza, che tutti ci chiedono e invidiano. Prodotti made in Italy che il Fisco tartassa. La burocrazia ostacola. Le banche gli voltano le spalle. I commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani sono allo stremo. Abbandonati e maltrattati dallo Stato. Tanto che negli ultimi mesi molti di loro sono arrivati addirittura a mettersi una corda al collo o una pistola alla tempia. Esausti di tutti quei lacci e lacciuoli che li stanno portando all’estinzione. Il tonfo della produzione, porta alla ribalta storie di uomini che suggeriscono riforme coraggiose, perchè nel paese dovrebbe imporsi lo spirito artigianale italiano. Ci sono innovazioni e ricerche che non escono dall’Italia, bloccati dalla burocrazia. Una morsa che vanifica il lavoro enorme compiuto dagli imprenditori, senza tra l’altro risolvere i problemi dello Stato, visto che a pagare sono sempre e solo i soliti noti.La politica ha perso credibilità e il malgoverno ci ha di fatto messo sull’orlo del precipizio. L’amministrazione berlusconiana ha portato il paese alla crisi economica e morale di cui anche alcuni imprenditori sono responsabili, coloro che hanno appoggiato Berlusconi hanno di fatto contribuito al saccheggio dello Stato. Dobbiamo cambiare ci viene detto ma l’immobilismo trionfa.
Tutti temi che devono essere affrontati in fretta e con serietà. Renzi si muove? Siamo in una terra di nessuno se la politica non prende una posizione finanziari ed economica. Siamo seduti su una miniera d’oro fatta di bellezze artistiche, cultura e capacità artigianali, dimenticati. C’è ora più che mai bisogno di coraggio e serietà o rischiamo di non
ripartire mai. Siamo dentro un paese che oramai è arretrato e che deve ricominciare dalle fondamenta. La materia prima c’è, manca la politica che si identifichi nell’energia e nell’impegno. Tocca ora allo Stato e all’Europa fare la propria parte e alle chiacchiere devono seguire i fatti.