E’ finalmente arrivata la primavera, le giornate si allungano, le temperature crescenti ci stimolano ad uscire di casa e anche i mercati finanziari sembrano aver voglia di tirare la testa fuori dal guscio!
Diamo assieme un’occhiata al grafico settimanale degli ultimi due anni dell’indice USA S&P 500 che, tracciando la performance complessiva delle 500 principali aziende quotate sulla borsa americana, di fatto si può considerare come l’indicatore di tendenza più importante a livello di leadership borsistica mondiale.
Guardando al recente passato si possono notare alcuni aspetti interessanti tra cui:
- la grande crescitaavuta a partire dal luglio 2010 ad oggi (+ 34% circa)
- la rottura (breakout) del massimo di aprile 2010 avvenuta a dicembre 2010 (cerchio che intercetta la linea rossa tratteggiata)
- il recentissimo andamento che ha visto il massimo recente a metà febbraio 2011 (attuale resistenza a 1344 punti), la successiva lieve correzione verso la media mobile a 20 periodi che ha dato origine (apparentemente?) ad un classico “basic buy setup” dell’indice e le ultime 3 settimane che ci hanno portato praticamente ad intercettare il livello di resistenza attuale
Cosa succederà nell’immediato futuro in relazione al superamento o meno di questa resistenza ci dirà qualcosa su cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi, ossia se continuerà loscenario rialzista degli ultimi 9-10 mesi oppure se dobbiamo aspettarci una qualche forma di correzione a ribasso, magari preceduta da un pò di andamento laterale attorno ai massimi recenti.
Devo dire che personalmente ho più di qualche dubbio sul potenziale seguito immediato della fase rialzista e ciò per i seguenti motivi:
- A livello tecnico (analisi del grafico), sembra che la resistenza attuale stia dando fastidio all’avanzamento del trend che invece di bucarla con decisione nell’ultima settimana ha rallentato proprio nei suoi pressi (ultima candela rossa). La cosa si nota meglio esaminando lo stesso indice tramite il grafico a candele giornaliere (non mostrato nell’articolo)
- Sui mercati americani siamo in crescita quasi costante da ormai due anni (marzo 2009, minimo successivo alla “crisi Lehmann Brothers“) con l’unica eccezione della correzione della scorsa estate che sembrava avere il potenziale per diventare qualcosa di più importante ma che si è poi arrestata abbastanza rapidamente attorno a quota 1.000 punti. Con ciò non voglio dire che si sia corso troppo verso l’alto, esistono trend rialzisti che durano anche oltre 10 anni però è ovvio che più si va avanti più diventa probabile che prima o poi si incontri una decisa battuta d’arresto considerando anche che …
- … ha senso chiedersi se la crescita dei mercati finanziari sia accompagnata o meno da una realtà solida o, quantomeno, da prospettive solide dell’economia reale di cui la borsa è pur sempre un riflesso anche se un riflesso che vive con regole proprie. Ebbene, penso sia noto un pò a tutti che sul fronte dell’economia reale non si stia attualmente vivendo esattamente un periodo roseo con problemi di mega indebitamento di moltissime nazioni, inflazione in ripresa, petrolio alle stelle, livelli di disoccupazione medio-alti, le turbolenze del mondo arabo, i problemi del Giappone con tutto ciò che consegue a catena quando l’economia e i prodotti della seconda economia del mondo devono fronteggiare una crisi di proporzioni ancora tutte da definirsi, la minaccia del terrorismo globale tutt’altro che debellata, il mondo bancario e moltissime grosse aziende appena passate dalla camera di rianimazione all’unità di terapia intensiva. Insomma, motivi per chiedersi se dietro il fumo ci sia anche l’arrosto ce n’è più d’uno mi pare …
- Aggiungo un particolare curioso che piacerà agli amanti dei grafici di borsa e dell’analisi tecnica nonchè ai seguaci di Giambattista Vico e della sua teoria dei “corsi e ricorsi storici“. Esiste un incredibile parallelismo tra lo scenario attuale e quello dello scorso anno con una sincronia quasi assoluta (un mese di ritardo su tutti gli eventi). Nota come si sviluppò lo scenario ad inizio 2010 e come si stia sviluppando quello attuale … non noti qualche similitudine? In realtà, mentre io sto avanzando dubbi sul fatto che il massimo recente possa essere rotto verso l’alto, l’anno scorso questo avvenne senza grandi problemi ma il mercato trovò poi la battuta d’arresto su quello successivo (aprile 2010, ooops!), guarda caso dopo un massimo del trend generatosi distante dalla mm20 e dopo una decina circa di candele rialziste consecutive, praticamente quasi la stessa identica conformazione con cui si è creato il massimo recente di febbraio 2011. Con questo non voglio dire che la storia debba necessariamente ripetersi identica però è interessante notarlo così come risulta notevole la temporalità tipica rispetto al classico andamento delle borse che prevede un periodo di storno o comunque balordo tra maggio e settembre/ottobre (“Sell in may and go away!”) e poi il tipico rally degli ultimi mesi dell’anno
Continueremo la nostra analisi nel prossimo articolo in cui mostrerò la situazione del mercato azionario italiano che non è esattamente identica a quella che ho appena mostrato relativa agli USA.
Anticipo la potenziale domanda di qualche lettore e soprattutto di qualche trader alle prime armi che è sempre in attesa di un suggerimento da qualcuno che gli dica cosa deve o non deve fare, la classica “dritta” insomma ^_^, dicendo che questi scenari basati sull’analisi di un indice vanno sempre considerati tenendo in mente che:
- un’indice rappresenta una “media” dei titoli che lo rappresentano, è quindi molto importante perchè ci dice in che direzione sta andando il branco ma di per sè noi possiamo scegliere di investire o fare trading direttamente sull’indice tramite l’apposito ETF oppure, se parliamo di singole azioni, possiamo cercare i titoli che si muovono in sincrono con l’indice (saranno sempre la maggioranza) ma anche scegliere quelle azioni che hanno un proprio andamento completamente indipendente a causa della propria forza o debolezza intrinseca; in quest’ultimo caso, anche a seconda del tipo di strategia che stiamo utilizzando, lo scenario generale di cui abbiamo appena discusso assumerebbe un’importanza solo secondaria e molto relativa
- il fatto che noi qui si discuta sul fatto che le cose possano andare in un modo piuttosto che in un altro e che io stesso non proponga mai certezze in merito ad una possibilità piuttosto che ad un’altra è sia un esercizio intellettuale e formativo a cui voglio sottoporti sia una rappresentazione abbastanza veritiera del tipico ragionamento mentale di chi fa trading e investing con metodo e criterio.
Con quest’ultimo punto voglio dire che fare previsioni sul futuro è una cosa tipica e anche psicologicamente comprensibile ma il bravo trader o investitore difficilmente muove concretamente i propri soldi quando gli scenari sono incerti(e lo sono spesso!).
In sostanza, all’interno della propria strategia di riferimento, non si tira ad “azzeccare la previsione” quanto piuttosto si attende il momento in cui il treno parte e la direzione diventa chiara per decidere come muoversi preparando nel frattempo due piani d’azione alternativi.
Che parta in una direzione piuttosto che nell’altra infatti poco importa, si possono realizzare profitti sia a rialzo che a ribasso e fare molte cose diverse a livello tattico e strategico una volta compreso quale musica ballare!
Se questa è una delle prime volte in cui ti approcci a questi argomenti e al trading impostato in maniera metodica e sistematica, puoi dare un’occhiata al mio VIDEOCORSO INTRODUTTIVO GRATUITO per iniziare a comprendere le basi di questa affascinante disciplina.
Come già detto, continuiamo il discorso nel prossimo articolo, se ti va LASCIA UN COMMENTO esprimendo la tua idea sullo scenario dei mercati e sul grafico di cui abbiamo appena discusso.
Buon trading!
Roberto Pesce
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